“Fecero un vitello in Horeb, e adorarono un’immagine di getto”Charles Spurgeon

“Fecero un vitello in Horeb, e adorarono un’immagine di getto”. Nello stesso luogo in cui erano impegnati solennemente a ubbidire al Signore, gli Israeliti infransero il secondo, se non il primo, dei Suoi comandamenti: eressero il simbolo egiziano del bue e si prostrarono davanti a esso. L’immagine del bue è qui chiamata sarcasticamente “un vitello”; gli idoli non sono degni di alcun rispetto, e lo scherno non è mai usato così opportunamente come quando è rivolto contro i tentativi di rappresentare con un’immagine l’Iddio invisibile. Gli Israeliti furono senza dubbio degli stolti nel pensare di ridurre la gloria divina in un toro, anzi nella mera immagine di un toro. Credere che la rappresentazione di un toro possa corrispondere all’immagine di Dio è una grande bestemmia. “… E adorarono un’immagine di getto”. Davanti ad essa resero onori divini, e gli Israeliti dissero: “O Israele, questo è il tuo dio”. Questa era pura pazzia. Quanti fanno della propria religione una semplice formalità hanno eretto i loro simboli secondo lo stesso criterio, moltiplicandoli all’infinito. Sembra non riescano a concepire l’adorazione in “spirito e verità”, mentre s’insegnano ad adorare con i sensi, per compiacere all’occhio, al naso e all’orecchio. Oh, la follia degli uomini, che sbarra la via alla vera adorazione e rende il cammino della fede ancora più arduo con pietre d’inciampo che vi si gettano sopra. Raffigurazioni artistiche, statue mirabilmente eseguite o dipinti di illustri pittori non possono celare minimamente la deformità del peccato. Queste ci possono pure parlare della suggestività dei loro simboli, ma che importa tale suggestività quando Dio ci proibisce d’usarli? E’ necessario ribadire che la vera adorazione è resa con il cuore, elevata a Dio nello spirito e secondo i dettami della Sua Parola.
Charles Spurgeon

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