C’è una persona che dice di essere un cristiano, ma io lo sento sempre maledire. Che ne pensa?

Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio, poiché manchiamo tutti in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Se mettiamo il freno in bocca ai cavalli perché ci ubbidiscano, noi possiamo guidare anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere. Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita. Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni. Fratelli miei, non dev’essere così. La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l’amaro? Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi? Neppure una sorgente salata può dare acqua dolce Giacomo 3:1-12).

L’uomo domina la terra e gli animali. Ma una piccola parte del suo corpo, la lingua, in origine fatta per comunicare, per dialogare, indispensabile nelle relazioni sociali, perfetta come tutto il resto della creazione, è degenerata a causa del peccato. Il peccato ha raggiunto la parte più intima dell’uomo, il suo cuore è diventato maligno e ingannevole e la lingua lo rileva. La prima frase di Adamo, dopo il peccato, rivela la barriera che si è creata tra l’uomo e Dio. La seconda accusa Dio per giustificare se stesso. L’animale più pericoloso per l’uomo, il più subdolo, quello che dà più sgradevoli sensazioni, è il serpente, e Giacomo afferma che la lingua emette veleno come il serpente velenoso. I nativi americani, chiamano “lingua biforcuta”, cioè lingua di serpente, colui del quale non c’era da fidarsi perché mentiva facilmente. Descrivendo lo stato dell’uomo caduto nel peccato, lo stato spirituale e morale di ogni uomo peccatore, l’apostolo Paolo insiste sul danno provocato dalla lingua, come un veleno mortale. Ci sono persone che benedicono il Signore, e con la stessa lingua, maledicono gli uomini. La parola maledire può indicare l’augurare il male, ma anche disprezzare, o insultare. E’ vero che la maggioranza degli uomini non segue Dio perché non lo conosce. Ma non cambia il fatto che sono stati creati a immagine di Dio, immagine che solo l’uomo ha, non gli animali. Allora, maledire, o disprezzare una persona vuol dire disprezzare una creatura di Dio e questo è un peccato. Non spetta a noi di sparlare o maledire qualcuno. Sarà il Signore a giudicare ciascuno. E cerchiamo tutti di imitare il re Davide; “Signore, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra” (Salmo 141:3).

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