La lezione del giorno seguente

Il giorno seguente, quando essi scesero dal monte … (Luca 9:37)

Che cosa è accaduto il giorno precedente? Pietro, Giacomo e Giovanni hanno visto la gloria di Gesù sul monte della trasfigurazione. È stata un’esperienza eccezionale. Anni dopo, infatti, Pietro ne parla nella sua Seconda Epistola: “Siamo stati testimoni oculari della sua maestà … quando eravamo con lui sul monte santo” (1:15-17).

Il giorno dopo, però, scesi a valle trovano i condiscepoli confusi a polemizzare con gli avversari mentre il nemico si prende gioco di loro molestando la vita di un ragazzo. La lezione che ne segue è memorabile: Gesù “si lamenta” dell’incredulità e della perversità di quella generazione e poi libera e guarisce il ragazzo, restituendolo al padre.

I discepoli, perplessi, si chiedono perché non hanno potuto nulla contro quel nemico… e Gesù insegna loro un’altra lezione: «A causa della vostra poca fede; perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: “Passa da qui a là”, e passerà; e niente vi sarà impossibile. Questa specie di demòni non esce se non per mezzo della preghiera e del digiuno».

La lezione del giorno seguente quello in cui hanno visto la gloria di Dio è altrettanto importante di quella del giorno precedente: Non possiamo vivere soltanto un cristianesimo contemplativo, costruire le nostre belle tende e goderci momenti esaltanti…

Bisogna comprendere che dobbiamo essere irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in una generazione storta e perversa, nella quale dobbiamo risplendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita … (Filippesi 2:15, 16).

Bisogna comprendere la realtà del combattimento spirituale in cui ci sono in gioco giovani vite, famiglie, comunità, nazioni… perché il nemico ha intenzione di distruggerne il più possibile.

Se la lezione del santo monte ci ha mostrato la gloria divina di Cristo, la lezione del giorno seguente ci fa scoprire i nostri limiti, la tenace ostilità dell’avversario e le difficoltà dell’ambiente circostante.

Per giungere a una conclusione: Questa specie di battaglia non si vince se non per mezzo di una vita di maggior consacrazione, dedicata alla preghiera, sostenuta dalla fede per vedere anime liberate, guarite, restituite a una vita “normale”.

Carissimi, ieri nel nostro culto abbiamo “toccato il cielo con le mani”?
Possiamo dire, senza tema di smentita, che abbiamo visto la gloria di Dio mentre lo celebravamo nell’assemblea? Bene, Dio sia lodato per questo… ma…

Ma oggi è lunedì. La gloria che abbiamo visto ieri ci serva a pregare meglio, di più e più intensamente; a combattere le battaglie del Signore, per crescere a Sua immagine, per essere luce e sale, per portare altre anime Lui!

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