FEDE E RINUNZIA

Un cristiano perde ogni speranza e fiducia in sé stesso e vive solo della fede che gli è stata donata. La fede è, innanzitutto, un incontro personale, l’accettare che un Altro invada la mia esistenza, il dipendere da Lui, il fidarsi di Lui, l’abbandonarsi a Lui, il lasciare che Egli prenda in mano la guida della mia vita. Credere vuol dire rinunciare alle proprie sicurezze, accettare di essere messo in discussione, secondo la parola di Gesù: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà” (Luca 17:33). Ciò significa rinunciare a prendersi come fondamento della propria vita, rinunciare a spiegare la propria vita a partire da noi stessi. Perdersi vuol dire buttarsi via come metro di valutazione, accettare invece Dio come misura, come ragione.
Tutta la vita cristiana è caratterizzata dalla dinamica di perdita di sé. L’uomo che si converte è un uomo che ha rinunziato a sé stesso. Un cristiano deve vincere i propri desideri. Tutti i nostri desideri, infatti, grandi e piccoli, hanno lo stesso fondamento: la nostra costante abitudine di soddisfare la volontà propria. È precisamente da questa “persecuzione di sé stesso” che dipende infine l’esito del combattimento; perché, finché dominerà la volontà egocentrica, non potrà dire a Dio con cuore puro: “Sia fatta la tua volontà”. Chi ascolta rinunzia a sé stesso.
Saper rinunciare non è un gesto di impoverimento, di riduzione, di asservimento, ma di liberazione.
Essere discepoli di Gesù non significa rinunciare solo a cose, oggetti, beni e privilegi, ma essenzialmente a sé stessi.
Ciò che è in gioco, in primo luogo, non è una scelta sul piano della morale – sostituire una morale migliore a una morale peggiore, costumi più elevati e raffinati a costumi degenerati e corrotti – ciò che è in gioco, in primo luogo, è la fede: il pericolo per la mia libertà sono io, la minaccia non viene da fuori, ma da dentro di me, è dentro di me che va combattuta e vinta la battaglia per la mia libertà.
Credi tu che sia davvero possibile riempire di acqua pura un vaso pieno di acqua sudicia, senza prima vuotarlo? O vorresti accogliere un ospite in una stanza ingombra di roba vecchia e di oggetti di rifiuto? No, certo. Chi vuole vedere Gesù Cristo, purifichi sé stesso, com’Egli è puro.
“Pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!” (Matteo 23:26).
La vita del cristiano deve dunque essere un’accettazione e una sottomissione alla volontà di Dio senza limiti e senza riserve. Non si insisterà mai abbastanza su questo aspetto della fede, come rinuncia a sé stessi e apertura alla volontà di Dio.

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