MANCANZA DI GRATITUDINE E DI GRATIFICAZIONE PER CIÒ CHE SI HA GIORNO DOPO GIORNO

La conseguenza più fondamentale della soddisfazione di un bisogno è che questo bisogno viene sopito ed emergono nuovi bisogni.
Indipendenza ed atteggiamento di disprezzo verso ciò che prima costituiva un oggetto capace di soddisfare e di funzionare da fine, e nuova dipendenza da oggetti capaci di soddisfare e di funzionare da fini, che prima erano stati trascurati, non desiderati. Così abbiamo mutamenti degli interessi.
Vuol dire che disprezziamo ciò che ci viene donato (indipendenza), e ricerchiamo ciò che va oltre (dipendenza). Cioè alcuni fenomeni nuovi diventano interessanti e fenomeni vecchi diventano noiosi o addirittura disgustosi.
In generale c’è anche la tendenza a sovrastimare ciò che soddisfa i bisogni e una sottovalutazione di ciò che soddisfa i bisogni già gratificati.
Tendiamo ad assumere come fuori discussione i vantaggi che già possediamo. Il cibo, la sicurezza, l’amore, la libertà sono stati sempre a disposizione, non sono mai mancati, e allora tendono a sfuggire alla nostra attenzione e perfino ad essere svalutati o ridicolazzati.
Questo ci mette di fronte al grave problema dell’egoismo accompagnata dalla tendenza a identificare tutti i bisogni senz’altro come egoistici ed egocentrici.
Come conseguenza di ciò si può essere certi che molte persone sono condannate a desiderare ciò che non hanno e non sentono che è inutile lavorare nell’affannosa ricerca di soddisfazioni maggiori.
Vivere veramente per fede , esercita il diritto di rinunzia a tutti i diritti, rinunziare a scegliere quello che ci sembra giusto, per lasciare che sia Dio a scegliere.
Dio ha sempre, continua e continuerà a farlo, provveduto pane a sufficienza ogni giorno.
Quando il popolo d’Israele si trovava nel deserto doveva raccoglierne una provvista quotidiana della manna e non conservarne per il giorno dopo; infatti quanto raccoglievano e misuravano secondo la misura di Dio, bastava. Il fatto che avanzava altra manna, era una prova per verificare se il Suo popolo avesse ubbidito e seguito alla lettera le Sue istruzioni. Quando era finita la manna del giorno, essi dovevano andare a letto e dormire confidando nel fatto che, al loro risveglio, ci sarebbe stata dell’altra manna. Potevano credere che Dio era in grado di provvedere loro il cibo quotidiano? Oppure ne avrebbero accumulato per mettersi al riparo dalla fame? Ne accumularono.
Il popolo avrà pensato: “Ha davvero detto Dio che non possiamo tenere un po’ per il mattino dopo? Che male c’è? Ne prendo solo un piccolo extra per arrotondare il peso…”. Attenzione, niente c’è di male nel voler mangiare. Il problema è un’altro. Loro volevano cibo e lo volevano alle loro condizioni, e non credettero che Dio avrebbe provveduto. E questo è anche il nostro problema, oggi. Perché ti preoccupi? Perché ti lamenti? Perché sei in ansia? Perché non credi che Dio provvede ogni giorno per te ciò che è necessario e, soprattutto, perché vuoi dettare le tue condizioni a Dio. Tu sai che Dio è il Sovrano e il Signore e che dovrebbe essere Lui a dettare le condizioni, ma non hai fiducia, e vivi in continua preoccupazione e ansietà. Come è stato già detto, Dio non è un distributore automatico di benedizioni; il popolo avrebbe preferito un macchina distributrice di manna che garantisce la perpetua soddisfazione del loro desiderio, una cosa che non richiedesse di riconoscere Dio o confidare in Lui.
Nella fede c’è silenzio, c’è gratitudine, c’è gioia c’è calma, e non frenesia, preoccupazione, ansia, lamento e tristezza.
Deponiamo dunque ogni radice d’amarezza e seme di protesta, per elevare a Dio la lode e la gratitudine.
La fiducia e la fiducia proveniente dalla fede ci dicono che possediamo e otteniamo tutto ciò di cui abbiamo veramente e profondamente bisogno per vivere nella gioia.
La gratitudine caratterizza i tuoi pensieri su Dio? La gratitudine è una buona prova della tua fede. La sua assenza sta a dimostrare che la tua fede è più ipocrisia che vera conoscenza. Le tue giornate dovrebbero essere piene di gratitudine. Il ringraziamento è la risposta gioiosa e umile di un cuore trasformato dalla grazia.
È giusto “soffrire” ed essere frustrati quando Dio è sempre presente?
Perché non ci gratifica ciò che giorno per giorno ci viene donato? Perché fuggire dalla realtà per rifugiarsi nell’illusione dei nostri diritti e desideri?

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