REGOLE O AMORE

Alla base ci deve essere l’amore, e nell’amore c’è relazione.
Non esiste un diritto all’amore, un diritto che si possa acquisire o perdere. Quando è il diritto a guidare la nostra vita, esso ottunde la vita spirituale.
Chi segue la legge riteniene come ingiustizia la misericordia, l’amore e il perdono.
Le regole piuttosto che l’amore.
Chi segue la legge mostra odio, disprezzo e sdegno nei confronti del prossimo.
Nella parabola del figliol prodigo notiamo che il padre per tre volte ha donato la vita al figlio minore: generato una prima volta, dandogli la vita fisica, ha dato una seconda volta quando gli ha concesso la parte dei beni che gli spettava, cioè la sostanza per vivere, e gli ridona la vita per la terza volta: ma una vita nuova.
Al ritorno del figlio il padre non ha messo dinanzi la legge per condannarlo, ma l’amore e il perdono.
Nella parabola è presente anche il figlio maggiore. Il figlio maggiore si comporta secondo le regole del padre per dimostrare che lui è il figlio perfetto, che non pecca e che rispetta la famiglia e i valori, eppure dentro di lui le cose non sono così. Si comprende che il figlio maggiore è invidioso del figlio minore sebbene lo disprezzi. Il figlio maggiore si domanda come il padre possa perdonare suo fratello dopo tutto quello che ha fatto e non possa elogiare lui anche se si è comportato secondo le regole.
Il cristiano ama e perdona, il fariseo odia e condanna.
Solo sperimentando e manifestando l’amore e il perdono, riconoscendosi amati di un amore gratuito, c’è la testimonianza di un rapporto vivo con Dio.

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