CAMMINO DI SAGGEZZA
L’uomo crede di essere stato creato per dominare, per dirigere. Ma si sbaglia. Egli è solamente parte del tutto. La sua funzione non è quella di sfruttare, bensì quella di sorvegliare, di essere un amministratore. L’uomo non ha né potere né privilegi.
Ha solamente responsabilità.
Attendetevi che i fiumi scorrano all’incontrario allo stesso modo che ogni uomo nato libero sia contento d’essere rinchiuso entro limiti precisi senza la libertà di andare dove vuole perché questo genere di libertà non fa altro che dare all’uomo il potere di inventare diritti, regole, leggi e dottrine che vanno contro i principi della natura, della vita, dell’universo, di Dio.
Camminare con saggezza significa vivere secondo i suoi criteri e accettare i suoi limiti.
La saggezza ti porta a seguire la ragione nel comportamento, nel valutare le situazioni e nel decidere, nel parlare e nell’agire. Non bisogna mai agire d’impulso, poiché questo è stoltezza. Si deve sempre sapere ciò che si sta facendo e ciò che si dovrà fare. Se manca la saggezza siamo facilmente sviati dalle tentazioni e non si sviluppa una forte base morale di vita.
La saggezza deve essere ricercata non stando seduti sulla poltrona ma con impegno e devozione costanti. Come i minatori che fanno eroici sforzi per localizzare e estrarre i metalli dalla terra, così la saggezza sarà trovata solo da chi saprà sostenere la stessa dolorosa fatica.
Camminare con saggezza significa camminare lentamente. La lentezza è una condizione necessaria alla riflessione e alla concentrazione.
L’agitazione è un incresparsi della meditazione, un pensiero che nervosamente sale ma a cui non si dovrebbe dare spazio. Man mano che le agitazioni, gli affanni quotidiani dell’esistenza diminuiscono, e ogni volta che si riesce a ritrovare il silenzio interiore (Oh, se si facesse silenzio; esso vi sarebbe contato come saggezza) anche in assenza di gioie occasionali o di condizioni eccezionali, si proverà uno stato di pienezza e di pace.
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