Domanda:Chi è la donna di Apocalisse 12?

Come bisogna interpretare il dodicesimo capitolo dell’Apocalisse (la donna e il dragone)? Nel culto mariano si fa riferimento anche a questo capitolo, poiché Maria parteciperebbe incessantemente all’opera salvifica di Suo Figlio.

Risposta:
Leggiamo in Apocalisse 12:1-2:
“Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.”
Ci sono almeno tre elementi a sfavore della tesi che la donna di cui si parlava sia Maria:

1. Com’è tipico di questo libro della Scrittura, anche qui viene proclamato un determinato messaggio tramite l’uso di un segno. E’ molto importante tenerlo presente, perché il segno rimanda in maniera simbolica a qualcosa di diverso dal segno stesso.
Vorrei portare alcuni esempi tratti dal Vangelo di Giovanni. Gesù moltiplica i pani (6:4-5): è segno che Egli stesso è il pane della vita (6:32-33). Nel capitolo 8:12, Gesù afferma di essere la luce del mondo; la successiva guarigione dell’uomo cieco dalla nascita (9:1-7) è segno che sottolinea appunto questa sua caratteristica. In Giovanni 11:25 Gesù dice di essere la resurrezione e la vita; come segno che rimanda di nuovo alla propria persona e conferma le Sue parole, Egli resuscita Lazzaro. Ora, se la donna in Apocalisse 12 è un segno, ciò significa che essa simboleggia qualcosa, cioè che non rappresenta una donna reale. Perciò non può rappresentare Maria.

2. Di questa donna si dice che viene inseguita dal dragone e si rifugia nel deserto, dove Dio la nutre (Apocalisse12:6). Come si potrebbe riferire ciò a Maria? No, è il popolo di Israele che, alla fine dei giorni, “troverà grazia nel deserto”, come ha predetto il profeta Geremia (31:2; Osea 2:14).

3. Del dragone viene detto che, dal momento che non riuscirà a catturare la donna che inseguiva, “andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei” (Apocalisse 12:17). Se la donna fosse Maria, dovremmo chiederci chi sono coloro che restano della sua discendenza. No, non si tratta di altri figli di Maria, ma di altri Ebrei, che non riuscirono a sfuggire alla persecuzione del dragone e perciò perirono.
La donna quindi, non è Maria, ma come già accennato, il popolo di Israele. Se interroghiamo la Bibbia su chi o che cosa viene simboleggiato da una donna, essa risponde: il popolo di Dio. Israele viene ripetutamente paragonato ad una donna. Un noto esempio è Isaia 54:5-6, dove Dio dice ad Israele: “‘Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è: il SIGNORE degli eserciti; il tuo redentore è il Santo d’Israele,
che sarà chiamato Dio di tutta la terra. Poiché il SIGNORE ti richiama come una donna abbandonata, il cui spirito è afflitto, come la sposa della giovinezza, che è stata ripudiata’, dice il tuo Dio'”. Si confronti anche Geremia 3:14; Ezechiele 16:8; Osea 2:21-22.
Se dunque in Apocalisse 12:5 viene detto di questa donna: “Ed ella partorì un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro”, allora Giovanni vede nella sua visione ciò che l’apostolo Paolo dice nella lettera ai Romani, vale a dire il Messia – perché il figlio non è altri che Gesù Cristo – “secondo la carne” proviene da Israele, cioè nacque da questo popolo e in questo popolo (Romani 9:5). Perciò, nella visione di Giovanni in Apocalisse 12, tutti gli elementi indicano che la donna è Israele e non Maria, la madre di Gesù.
Benedikt Peters

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