Kenya: uccisi perché presunti cristiani
Il gruppo terroristico Al Shabaab ha rivendicato l’attacco terroristico che la scorsa settimana ha causato la morte di 6 persone e il ferimento di altre 27 in un complesso residenziale a Mandera.
Giovedì 6 ottobre, verso le 2.45 della mattina, un manipolo di uomini, appartenenti al noto gruppo terroristico Al Shabaab, ha attaccato un complesso residenziale della città di Mandera, nel nord-est del Kenya. La rivendicazione, riportata da media locali e internazionali, è arrivata attraverso il portavoce militare del gruppo, lo sceicco Abdias Musab che ha dichiarato: “Siamo gli autori dell’attacco a Mandera, nel quale abbiamo ucciso sei cristiani“.
In un’intervista telefonica, un nostro contatto, che ha chiesto di rimanere anonimo, ci ha detto: “I militanti di al-Shabaab, indossando uniformi dell’esercito del Kenya, sono entrati nel complesso residenziale dichiarando di essere agenti di sicurezza. Una volta entrati, hanno fatto esplodere un ordigno in un’agenzia per il trasferimento di denaro, poi hanno gettato altri esplosivi nel compound. Le vittime sono state prese alla sprovvista e sono state uccise mentre cercavano di fuggire. I terroristi hanno preso di mira specificamente i non-locali (perché presumibilmente cristiani)“.
Gli aggressori inoltre hanno disseminato di mine tutto il compound. Questo ha reso particolarmente complesso il recupero dei corpi dei morti e il soccorso dei feriti. Le persone del posto riferiscono che dopo l’attacco è stato aumentato il personale di sicurezza in città, ma anche che la tensione resta molto alta.
Il Kenya si posiziona al sedicesimo posto nella WWL, principalmente a causa dell’estremismo islamico. Il livello di violenza perpetrato contro i cristiani, in particolare nelle regioni nord-orientali e costiere, è molto alto.
“Siamo molto addolorati per questo attacco contro persone ritenute cristiane dai terroristi. Chiediamo ai sostenitori di Porte Aperte di pregare per la gente di Mandera in questo momento. Per favore invocate la grazia di Dio sui familiari delle vittime e che le forze di sicurezza locali siano in grado di riportare la situazione sotto controllo. Il livello di paura tra i locali è molto alto, preghiamo che il Signore rafforzi i suoi figli affinché, una volta di più, sopportino il peso della rabbia terrorista“, ha commentato un membro del nostro team in Africa orientale.
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