MEDITAZIONE breve dal titolo: “Ma voi (dice l’Eterno) non siete tornati a me” (Amor 4:1-13”.

Il profeta Amos vissuto nell’anno 750 a.C., riceve un messaggio che è pari al suo nome (Amos significa dall’Ebraico: Fardello).

Sentiva questo peso nel dare un triste messaggio che proveniva direttamente da Dio ma attraverso l’avvertimento, questo popolo poteva rettificare il proprio cammino ed avvicinarsi al Creatore e se leggete attentamente tutto il capito quattro, è scritto ben 5 volte “Ma voi non siete tornati a me” e questo indica, il valore che dà l’Eterno al rapporto tra creatura e Creatore.

A chi è riferito il messaggio?…
Sin dalle prime parole, è detto che questi Samaritani, che vivevano a Basan (grande regione fertile alle pendici del monte Ermon, a oriente del fiume Giordano), erano considerati come “vacche” per la loro vita lussuosa tant’è che si credevano così autosufficienti da non avere bisogno di nessuno… nemmeno di Dio!

L’Eterno, per raddrizzare i loro pensieri, è scritto che manda loro la fame, chiude i cieli in modo che non piovesse sulla loro regione, manda delle piaghe, manda persino la peste come in Egitto, ha permesso che venissero uccisi i loro figli con la spada e persino, fece venire un forte terremoto che soltanto loro udirono ma loro… non andarono all’Eterno!

Ecco spiegato una delle tante ragioni, perché non avevano relazione i Samaritani con i Giudei: “Per assenza d’amore per Dio!”

Nel Levitino 27:30 è scritto: “Ogni decima della terra, sia delle raccolte del suolo, sia dei frutti degli alberi, appartiene al Signore; è cosa consacrata al Signore”.

Questo verso della Bibbia dovrebbe farci riflettere che se consacriamo all’Eterno il decimo delle nostre giornate (ossia due ore e quaranta al dì), allora vedremo che i frutti dello Spirito crescono in noi ed ogni raccolta sarà abbondante perché Dio opera attraverso di noi ma, se ci sentiamo autosufficienti, Dio per essere adorato, fa pervenire al nostro indirizzo la miseria e i dolori saranno evidenti e palesi.

Forse conviene davvero incontrarLo adesso per ringraziarLo tutti i giorni per quello che ci dona e non dopo la morte, perché allora, sarà troppo tardi per rimediare!

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