DUE AMICI

Molti anni fa, in Cina, vivevano due amici. Uno era molto bravo a suonare l’arpa. L’altro era dotatissimo nella rara arte di saper ascoltare.
Quando il primo suonava o cantava di una montagna, il secondo diceva: «Vedo la montagna come se l’avessimo davanti».
Quando il primo suonava a proposito di un ruscel­lo, colui che ascoltava prorompeva: «Sento scorrere l’acqua fra le pietre».
Ma un brutto giorno, quello che ascoltava si am­malò e morì.
Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più.

Esistiamo veramente se qualcuno ci ascolta. Il do­no più grande che possiamo fare ad una persona è ascoltarla «veramente».
Una ragazza molto sensibile parlò con un inse­gnante di un suo problema molto sentito. L’insegnante le suggerì di parlarne con i genitori. La ragazza ci provò, ma, anche di fronte alla sua angoscia e con­fusione, i suoi avevano minimizzato e avevano cam­biato discorso, assicurandole che «stava esageran­do», che «avrebbe superato il problema», ecc. Ri­fiutarono la discussione come se, ignorandolo, il pro­blema potesse risolversi da sé.
Solo dopo un tentativo di suicidio della figlia i genitori reagirono: «Perché non ci hai detto che avevi dei problemi?» le chiesero.
«E voi, perché non avete ascoltato quando ve lo dicevo?».
Una bambina ha scritto: «Alla sera, quando so­no a letto, mi volto verso il muro e mi parlo, perché io mi ascolto».

Perciò, fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare
Giacomo 1:19

Foto: Due amici

Molti anni fa, in Cina, vivevano due amici. Uno era molto bravo a suonare l'arpa. L'altro era dotatissimo nella rara arte di saper ascoltare. 
Quando il primo suonava o cantava di una montagna, il secondo diceva: «Vedo la montagna come se l'avessimo davanti». 
Quando il primo suonava a proposito di un ruscel­lo, colui che ascoltava prorompeva: «Sento scorrere l'acqua fra le pietre». 
Ma un brutto giorno, quello che ascoltava si am­malò e morì. 
Il primo amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più. 

Esistiamo veramente se qualcuno ci ascolta. Il do­no più grande che possiamo fare ad una persona è ascoltarla «veramente». 
Una ragazza molto sensibile parlò con un inse­gnante di un suo problema molto sentito. L'insegnante le suggerì di parlarne con i genitori. La ragazza ci provò, ma, anche di fronte alla sua angoscia e con­fusione, i suoi avevano minimizzato e avevano cam­biato discorso, assicurandole che «stava esageran­do», che «avrebbe superato il problema», ecc. Ri­fiutarono la discussione come se, ignorandolo, il pro­blema potesse risolversi da sé. 
Solo dopo un tentativo di suicidio della figlia i genitori reagirono: «Perché non ci hai detto che avevi dei problemi?» le chiesero. 
«E voi, perché non avete ascoltato quando ve lo dicevo?». 
Una bambina ha scritto: «Alla sera, quando so­no a letto, mi volto verso il muro e mi parlo, perché io mi ascolto».

Perciò, fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare
Giacomo 1:19

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