|
|
Riguardo allo Spirito Santo, Gesù disse: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Giov. 7:37-38). Il fiume dello Spirito è stato promesso proprio dal Signore: “Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io spanderò il mio Spirito su ogni persona”.
|
|
|
Vogliamo risalire con la memoria il corso di questo fiume pentecostale, che trovò le sue origini esattamente 100 anni fa in California.
Che cosa fece di Azusa Street l’inizio di un potente risveglio? Che cosa possiamo imparare e come si è sviluppato questo risveglio fino ai giorni nostri?
Il risveglio di Azusa Street iniziò in realtà nella casa di Richard e Ruth Asberry; al numero 214 di Bonnie Brae Street a Los Angeles in California. Un predicatore afroamericano cieco da un occhio, William J. Seymour, che aveva frequentato “da esterno” per motivi di segregazione razziale (nel senso che non poté stare seduto nella stessa classe degli altri studenti, ma si accontentò di seguire le lezioni da dietro la porta) una scuola biblica a Houston, in Texas guidata da Charles Parham, era stato persuaso dall’attualità biblica riportata in Atti 2:4 “Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”.
Seymour, pur non avendo ancora ricevuto il battesimo nello Spirito Santo, era comunque persuaso che il “parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi” ne fosse l’evidenza biblica.
Viaggiò fino a Los Angeles per proclamare la realtà e l’attualità di questa esperienza. Fu invitato da una donna a predicare nella chiesa che frequentava e il testo del suo sermone fu proprio Atti 2:4. Ma quando ritornò per predicare nuovamente nel pomeriggio trovò le porte chiuse e fu lasciato fuori dalla chiesa. Seymour non si perse d’animo e cominciò a tenere degli incontri di preghiera in casa Asberry a Bonnie Brae Street.
|
Nella notte di lunedì 9 aprile 1906 lo Spirito Santo scese con potenza e sette credenti furono battezzati “da alto”. Fra loro una sorella, Jennie Moore, che più tardi diventerà moglie di Seymour accompagnandolo al pianoforte con cantici e inni durante i servizi di culto, ricevette questo talento per intervento dello Spirito Santo. Alcuni giorni dopo anche William Seymour ricevette il battesimo nello Spirito Santo.
La notizia della benedizione divina si diffuse nella città e, in pochi giorni, il gruppo che si ritrovava a Bonnie Brae Street aumentò tanto da far nascere la necessità di poter avere un luogo più grande per incontrarsi. In quella città c’era uno stabile che in origine era una chiesa, ma che era stata utilizzata nell’ultimo periodo come stalla.
Questo umile locale, ripulito e riparato, fu nei successivi tre anni il luogo nel quale quotidianamente si manifestò il risveglio della Missione del 312 di Azusa Street. Lo stesso risveglio si era manifestato dieci giorni prima anche a San Francisco, ma qui ebbe breve durata.
Quello di Azusa Street continuerà a intensificarsi e diffondersi nel mondo intero. Questo fiume di benedizione pentecostale è contraddistinto da cinque aspetti caratteristici.
Affamati di Dio
I pionieri di Azusa Street erano affamati non di conoscere qualcosa riguardante Dio, ma di conoscere Dio; non di ascoltare solamente qualcuno parlare di Dio, ma di udire Dio stesso parlare.
Desideravano conoscere il Signore e la Sua potenza, in poche parole bramavano sperimentare “Tutto l’Evangelo”.
La Parola di Dio aveva toccato il loro cuore riguardo quanto Gesù aveva detto dello Spirito Santo: “Chiunque crede in me… fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Giov. 7:37-38).
Le persone che venivano alla Missione di Azusa Street si aspettavano di avere un incontro personale con Dio. Così uno di loro descrive lo stabile: «Inizialmente costruito per essere una chiesa metodista, per tanti anni è stato utilizzato come scuderia per cavalli, ha il pavimento di terra battuta e sorge nelle vicinanze di una rivendita dilapidi e di una segheria… proprio l’ambiente ideale per incontri che durano tutta la notte: non ci sono distrazioni». E un altro: «I servizi di culto si susseguono continuamente in questo luogo che non viene mai chiuso, e non è mai vuoto, le persone vengono qui per incontrare Dio, Egli è sempre qui. L’andamento dei culti non dipende da conduttori umani, ma la presenza del Signore guida ogni cosa: gli sforzi umani, l’orgoglio, la religiosità esteriore non resistono un solo momento qui, tutto è arreso davanti a Dio, tutti vengono in umiltà, insieme, ai Suoi piedi». Nel settembre del 1906 il numero di The Apostolic Faith la pubblicazione curata dalla Missione di Azusa Street descrive in questo modo l’andamento di un culto al Signore: «Iniziato verso le dieci del mattino, abbiamo dovuto forzatamente sospenderlo sia verso la mezzanotte, sia verso le tre del mattino perché tantissimi stavano piangendo e si prostravano nella presenza della potenza di Dio. Non possiamo dire quanti siano stati i salvati, santificati e i battezzati nello Spirito Santo… molti parlano in altre lingue… ci attendiamo ancora di più della potenza di Dio.» «La presenza di Dio è così reale…» Come Mosè, al quale accadde che dopo essere stato alla presenza di Dio, “la pelle del suo viso era diventata tutta raggiante mentr’egli parlava con l’Eterno” (Eso.34:29), così quanti erano andati ai culti di Azusa Street affamati della presenza di Dio avevano sperimentato la dimostrazione della Sua presenza ricevendo chi benedizioni, chi il battesimo nello Spirito Santo.
Amore per gli altri
Il risveglio di Azusa Street abbatté ogni impedimento che solitamente è causa di divisione fra un popolo e l’altro: la razza, la classe sociale, il linguaggio, l’educazione, la religiosità e la cultura.
Seymour, per la guida del Signore, poté superare con successo ogni tentativo di manipolazione politica. Proprio nel periodo in cui andavano attestandosi grandi movimenti per i diritti civili e contro la discriminazione razziale, la missione di Azusa Street, per la potente opera di Dio, mise sotto gli occhi di tutti come potevano cadere queste barriere, in quanto è “Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo” (1 Cor. 15:57). “Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio “dice il Signore degli eserciti” (Zac.4:6).
Purtroppo nel Paese la segregazione razziale continuò per decenni, ma lo Spirito Santo intende ancora oggi fare abbracciare popoli bianchi, neri, ispanici e asiatici, ricchi, poveri, giovani e vecchi, donne e uomini, divenendo ancora oggi Colui che spinge la chiesa a testimoniare dell’amore, della grazia e della potenza di Dio che distrugge i muri divisori nell’unione con il Salvatore Cristo Gesù.
Quale lezione ci dà Azusa Street oggi? Non basta essere solo affamati di Dio, perché Dio desidera non solamente che Lo amiamo, ma anche che ci amiamo gli uni gli altri. Amiamo i nostri fratelli e sorelle in Cristo Gesù? Coloro che sono oppressi, i peccatori, gli emarginati? Dio ci aiuti, per l’opera della Sua grazia, per il Suo intervento ad amare gli altri come Lui ha amato noi.
Sottomessi alla Parola
Ad Azusa Street non si andava per una “forte esperienza”, ma qui si poteva ricercare l’adempimento della promessa biblica: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi” (Atti 1:8); “Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà” (Atti 2:39).
Ogni cosa veniva passata al vaglio della Parola di Dio. Nel numero di Settembre 1907 di The Apostolic Faith Seymour rispondeva alle critiche rivoltegli per l’insistenza che metteva nell’invitare tutti a misurarsi del continuo con la Parola: «Noi stiamo confrontando ogni cosa per mezzo della Parola, ogni esperienza va valutata alla luce della Bibbia. Qualcuno potrà forse dire che è arduo, ma noi vogliamo vivere attaccati alla fedele Parola di Dio per poterLo incontrare nell’aria, quand’Egli verrà».
|
|
Dedizione all’evangelismo
Il battesimo nello Spirito Santo, come veniva compreso in Azusa Street, non era ricercato solamente per una sorta di benedizione personale, ma per quella potenza che avrebbe permesso ai credenti riempiti di Spirito Santo di essere “… testimoni… fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).
Tutte le libere offerte, raccolte in semplici scatole, venivano inviate fino all’ultimo centesimo ai missionari e ai bisognosi. Tutto veniva dato per l’opera Sua! Ancora oggi nessuno che diventi discepolo del Signore può ignorare il grande mandato: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura” (Marco 16:15). Lo zelo per il Signore non deve venire meno, la passione per le anime non deve scemare.
Dio ci aiuti a enfatizzare nella nostra vita quella che ad Azusa Street era diventata una specie di parola d’ordine: «Quand’anche la linea pentecostale dovesse fermarsi, i pentecostali dovranno continuare a muoversi».
Ritornare alla chiesa degli Atti
I pionieri di Azusa non erano interessati a cambiamenti delle tradizioni storiche delle chiese. Il vero desiderio che li animava era quello di diventare la Chiesa del Signore descritta nel Nuovo Testamento. La promessa di Gioele 2:28ricordata da Pietro nel giorno di Pentecoste: “Negli ultimi tempi avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona…” (Atti 2:17) è prioritaria per l’esperienza pentecostale, come fu importante per la terra di Caanan “l’acqua della pioggia che viene dal cielo” (Deut. 11:11) mandata da Dio.
Nell’ultimo secolo su Azusa Street è scesa la pioggia di benedizione che ristora, nel senso biblico, dando potenza per la testimonianza. Essa spinge ogni credente a desistere dall’essere passivamente cristiano, esorta, invece, a continuare nell’esperienza vitale con il Dio vivente. Oggi, cento anni dopo l’inizio di quel fiume, questa pioggia è quella che prelude al raccolto: “Io vi visiterò e manderò ad effetto per voi la mia buona parola” (Ger.29:10).
Nell’ottobre del 1906, nel secondo numero di The Apostolic Faith, compariva questa breve esortazione: «Quando il Signore visitò i centoventi radunati nella camera alta fu il mattino della dispensazione dello Spirito Santo. Oggi stiamo vivendo nella sera dello stesso giorno, è il tempo dell’ultima chiamata evangelistica per ognuno di noi!»
Desideriamo che il fiume pentecostale continui a fluire sempre più forte nelle nostre vite, nelle nostre case, chiese e nazioni? L’esperienza del battesimo nello Spirito Santo sarà la nostra, finché il Signore venga?
Dio ci aiuti ad avere fame della Sua presenza, a nutrire un genuino amore per gli altri, a ubbidire e sottomettersi alla Sua Parola e a prendere seriamente l’impegno per l’evangelizzazione e le missioni, continuando a nutrire il sano desiderio di impegnarci personalmente per essere come la chiesa benedetta da Dio del tempo apostolico.
Possa l’opera del Signore progredire nelle nostre vite: “Signore, dà vita all’opera tua nel corso degli anni!” (Abac.3:2)
|
George O. Wood
(da Enrichment) |
da: Risveglio Pentecostale – Luglio/Agosto 2006 |
Lascia un commento