EREDITÀ DELL’EQUILIBRIO Studio n. 5
: EREDITÀ DELL’EQUILIBRIO Studio n. 5
(nel vestire, nel mangiare, nello gestire il tempo)
- INTRODUZIONE
Per equilibrio intendiamo il senso della misura, cioè la moderazione che nella Scrittura corrisponde al termine sobrietà (SOPHROSYNE), un termine ormai poco usato nella lingua comune.
Senza riferirci a quei testi biblici, nei quali il termine è usato come sinonimo di “salute mentale”, commenteremo i versi nei quali ha il significato di: “abituale equilibrio interiore, che detiene le redini delle passioni, impedendo che le tentazioni giungono a tale grado di scatenarsi fino a soggiogare il credente”.
- CONSIDERAZIONE STORICA
A circa ottant’anni dall’inizio del risveglio evangelico pentecostale, “promossi alla gloria” coloro che di questo movimento furono i primi testimoni, è necessario far conoscere alla terza e quarta generazione della “pentecoste” che l’eredità di fede e di testimonianza, che ci è stata tramandata, è anche un’eredità di sobrietà ed equilibrio.
Il movimento evangelico pentecostale fin dal principio ha richiamato l’attenzione del mondo, non soltanto sul fatto che lo Spirito Santo è ancora sparso su noi dall’alto con la manifestazione biblica del battesimo nello Spirito Santo e dei Suoi carismi per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità cristiana, ma anche sull’attualità della Sua azione, che si manifesta nel “Frutto dello Spirito” (Galati 5:22).
I primi testimoni di questo risveglio cristiano si radunarono in Assemblea nel 1927. Il testo biblico, molto significativo, scritto sulla parete della sala di riunione era “facciasi ogni cosa onestamente e per ordine” (Versione Diodati), tratto dal capitolo più pentecostale del Nuovo Testamento (1 Corinzi 14:40).
Il testo biblico evidenziava, la volontà dei fratelli convenuti di manifestare quell’assennatezza e saggezza equilibratrice che fanno dei cristiani il “sale della terra” e “la luce del mondo”.
Un’eredità questa, che non può e non deve andare perduta, perché si fonda sulla scrupolosa ed obiettiva osservanza delle esortazioni bibliche, che fanno parte di quella “fede una volta e per sempre tramandata ai santi” (Giuda 2).
- UNA CONSIDERAZIONE DOTTRINALE
L’equilibrio cristiano deve manifestare:
a. Assennatezza (Tito 2:2), il testo si riferisce alle persone attempate d’ambo i sessi ed ai giovani (Tito 2:3-8).
Questa assennatezza deve essere anche di tutti gli altri membri della Chiesa di Gesù Cristo (2 Timoteo 1:7), il termine tradotto “correzione” è sobrietà, assennatezza, qualunque sia il compito ricevuto da Dio (1 Timoteo 3:2; Tito 1:8).
b. Temperanza (1 Tessalonicesi 5:6-8).
L’equilibrio e la sobrietà si manifestano come vittoria quotidiana sugli istinti e le concupiscenze (2 Timoteo 4:5; 1Pietro 1:13; 4:7).
c. Disciplina (Tito 2:4) “… Onde insegnino…” sottintende una disposizione cristiana a coltivare un’assennatezza, un buon senno, una logica cristiana, che si oppongono all’andazzo del mondo (Efesini 4:17-20).
- UNA CONSIDERAZIONE PRATICA
Come manifestare questo “equilibrio”? Bisogna notare, prima di tutto, che esso è fondato su una ben definita attitudine della mente del cristiano (Romani 12:1-2). Una mente rinnovata che si fonda sulla logica della fede.
Questo atteggiamento è definito in Tito 2:12. La temperanza è autodisciplina, che permette di governare le passioni ed i desideri rendendo possibile al credente di conformarsi alla “mente di Cristo”.
Questa attitudine è sostenuta dallo Spirito Santo, che ci è stato dato per la grazia di Cristo, mediante la conoscenza dell’Evangelo.
Francesco Toppi 11° Incontro Nazionale Giovanile 1986 Villaggio Betania Torlupara Roma |
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