Guerra e Pace
Guerra e Pace
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Cari amici, come cristiani (cioè convertiti a Cristo) abbiamo riconosciuto il nostro peccato e chiesto perdono al Signore, per abbandonare la vecchia vita. Poiché siamo “nati di nuovo”, sappiamo adesso per esperienza, come l’apostolo Paolo, che “giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Lettera ai Romani cap.5 vers.1). Gesù dice ancora oggi a quanti desiderano ascoltare: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Vangelo di Giovanni cap.14 vers.27). Ed Egli ci consente, grazie all’intervento dello Spirito Santo nella vita di ciascuno che crede, anche di amare il nostro prossimo come noi stessi (vangelo di Matteo cap.22 vers.39).
Questo autentico miracolo di pace nel cuore dell’uomo si compie in un mondo in guerra. Abbiamo oggi negli occhi gli orrori della guerra in Siria, possiamo facilmente ricordare le insurrezioni in Egitto, Tunisia, Libia; le contrapposizioni armate anche a bassa intensità in varie parti del globo; le sanguinose guerre in Iraq, Iran, Afghanistan; le tragedie del Darfur, del Ruanda e della ex Jugoslavia; e così a ritroso, passando per le drammatiche guerre mondiali. E ci fermiamo al XX secolo, altrimenti potremmo risalire sino all’omicidio di Abele per mano di Caino. Così è l’uomo lontano da Dio: in guerra. Interessato alla supremazia, al dominio, alla sopraffazione, allo sfruttamento del suo simile. Egocentrico, etnocentrico. Antropocentrico anziché “Cristocentrico”, alimentato anche dalla folle illusione della crescita e del consumo illimitato delle risorse. Con la guerra nel cuore. Guerra e pace! Non ci si riferisce all’omonimo capolavoro letterario di Tolstoi, che peraltro offre un pur interessante e poderoso affresco della nobiltà russa – ma anche della società tutta – nel periodo napoleonico. E neanche si vuole entrare nelle teorie mondialiste o nei complicati meccanismi della politica internazionale e nelle varie dottrine che prevedono, strategicamente, l’uso delle guerre e dei conflitti permanenti. La realtà “scomoda”, non comunemente accettata, è che questo mondo purtroppo – per dirla con le parole usate dalle Scritture – “giace nel peccato”. Questo è il “mondo”, dunque, con uomini e donne che si accomodano palesemente e completamente nella via della disubbidienza ai richiami del Signore, rimanendo così sotto il terribile e necessario giudizio di Dio, che non tollera l’iniquità. Egli ama il peccatore, ma odia il peccato. Ciascuno di noi dovrebbe invece ringraziare Dio – Dio che è amore – per la meravigliosa salvezza acquistata da Gesù col Suo proprio sangue, e per il dono della vita eterna in Cristo. Stiamo parlando, cari amici, proprio della stupenda pace di Cristo. Una pace che va al di là del significato ebraico di “shalom” (che pone l’accento anche sul benessere fisico e materiale), e che non si ferma al concetto greco di “eirene” (inteso come tranquillità e assenza di guerra) né tantomeno all’idea romana di “pax” (come pace in forza di trattati e accordi). Una pace possibile anche in un mondo in guerra, perché è la pace che Gesù, il Principe di pace, dona a ciascun credente che ha accettato di cuore l’offerta della Grazia e che ha iniziato a camminare con Cristo. Questa pace può regnare, adesso, anche nel vostro cuore. adiroma.it |
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