UNA CREDENTE AUTENTICA – UNA MADRE ESEMPLARE

  Una delle accuse più tenaci che viene mossa dai cristiani cattolici ai credenti di fede evangelica è quella di non credere in Maria, madre del Signore Gesù.
     Oltre che infondato, questo preconcetto non rende giustizia alla posizione di fedeltà a tutto l’Evangelo che i credenti evangelici si sforzano di sostenere, rifiutando qualsiasi condizionamento di dottrine d’uomini e di tradizioni popolari estranee all’insegnamento della Bibbia, l’ispirata Parola di Dio «…utile ad insegnare a riprendere a correggere a educare alla giustizia…».

Maria nella Storia del Cristianesimo

L’argomento della «verginità in partu e post partum» di Maria non sembra abbia attirato l’attenzione dei teologi e apologisti cristiani dei primi tre secoli della chiesa.
La Didachè, Clemente Romano, Erma, Policarpo, Antenagora, Taziano, Teofilo, Quadrato, Aristone, Milziade – non parlano affatto di Maria. Ignazio di Antiochia e Aristide accennano soltanto alla sua persona ma non per disquisire su raffinate questioni teologiche quali la «presunta» verginità perpetua di Maria.
Si deve all’opera dei dottori del IV secolo l’affermazione del principio della verginità di Maria durante e dopo il parto di Gesù, essendoci già un generale consenso sul concepimento verginale ad opera dello Spirito Santo.
L’impulso decisivo venne fornito dall’emergere dei grandi ideali ascetici, in particolare la verginità, dopo la vittoria politica del cristianesimo.
Al tentativo di realizzare gli ideali ascetici, sia nei monasteri che nella devozione individuale, si associa una fervida celebrazione della perpetua verginità di Maria, la quale offriva il modello ideale, l’ispirazione e nello stesso tempo il conforto nel terribile sforzo dell’autodisciplina e della continenza.
Tra i più fervidi difensori della perpetua verginità di Maria si distinse Girolamo, con i suoi scritti Adversus Elvidium de perpetua verginitate Beatae Mariae e Adversus Joviniarum.
La «verginità nel parto e dopo il parto» di Maria saranno dichiarate Dogma della Chiesa dal Concilio del Laterano del 649 a. D., sotto il vescovo di Roma Martino I.
Dalla letteratura apocrifa proviene quasi tutto quel che si crede di sapere della Vergine Maria: i nomi dei suoi genitori, Gioacchino ed Anna, la sua nascita tardiva, annunziata da un angelo, la sua educazione nel Tempio, il suo voto di verginità perpetua, in seguito al quale è affidata a Giuseppe, vecchio e vedovo, designato dal prodigio della colomba uscita dalla sua verga.
Dal Protevangelo di Giacomo, in particolare, Origene aveva appreso che i «fratelli del Signore» erano figli di Giuseppe in un precedente matrimonio.

Maria nel pensiero Cattolico Romano

Ciò che la Chiesa Cattolica Romana afferma intorno al personaggio di Maria, madre di Gesù, può essere racchiuso nei seguenti punti:
1. Maria è Madre di Dio in senso vero e proprio. È di fede (BARTMANN B. Teologia Dogmatica” Ediz. Paoline, Alba, 1963, par. 108).
2. Maria concepì e partorì suo Figlio Gesù senza danno per la sua verginità, e restò vergine anche dopo il parto. È di fede (BARTMANN, Op. cit.. par. 109).
3. Maria, dal primo istante della sua concezione, per una grazia speciale, è stata preservata pura da ogni macchia di peccato originale. È di fede (BARTMANN, Op. cit.. par. 110).
4. In grazia di un privilegio divino, Maria fu esente, durante tutta la vita, dal peccato personale. È verità prossima alla fede (BARTMANN, op. cit., par. 110 II).
5. È la corredentrice del genere umano e la mediatrice di tutte le grazie. È inoltre la madre della Chiesa (Cost. domm. Lumen Gentium, cap. VIII).
6. È stata assunta col corpo alla gloria celeste. È di fede (Acta Ap. Sedis n. 15 del 4 nov. 1950).

Maria nella Sacra Scrittura

 

  •  La Bibbia ci presenta la figura di Maria come una fanciulla vergine, la promessa sposa di Giuseppe, un uomo discendente dal re Davide (Luca 1:26,27).
  •  Il concepimento di Gesù avvenne in modo soprannaturale, per intervento diretto dello Spirito Santo; anche i segni che accompagnarono questo evento furono soprannaturali (Matteo 1:18-25).
  •  Maria non possedeva attributi straordinari che la rendessero più meritevole di altre donne di essere designata da Dio ad accogliere nel suo grembo il Salvatore Gesù. Lei stessa riconobbe la sua umile condizione (Luca 1:48), e l’angelo le disse che la «grazia di Dio» (grazia = favore immeritato) le aveva riservato questo grande onore (Luca 1:30), Nell’atteggiamento di umile sottomissione e di fede, Maria rappresenta per ogni credente un modello di condotta da imitare (Luca 1:38).
  •  Maria sposò Giuseppe il quale, per rispetto reverenziale verso quello che Maria custodiva, non ebbe con lei rapporti sessuali («non la conobbe») finché non ebbe partorito (Matteo 1:25); In seguito Maria ebbe altri figli: Gesù è infatti chiamato il «primogenito» (Luca 2:7).
  •  Alle nozze di Cana, Gesù non diede particolare importanza a Sua madre che pure era presente insieme ai suoi fratelli (Giovanni 2:4Matteo 12:46-50).
  •  Il Vangelo ci mostra altrove un atteggiamento di Maria a dir poco scettico nei riguardi di una presunta messianicità del Figlio: «…sua madre ed i suoi fratelli…, udito ciò, vennero per impadronirsi di Lui, perché dicevano: E’ fuori di sé» (Marco 3:31,21).
  •  Ciò è confermato anche da ciò che ci riferisce l’apostolo Giovanni: «…neppure i suoi fratelli credevano in lui»(Giovanni 7:5).
  •  Gli apostoli del Signore non ebbero particolari riguardi per Maria: Gesù non lasciò loro alcuna istruzione a riguardo se non un appello d’amor filiale a prendersi cura di lei (Giovanni 19:26,27).
  •  Nell’alto solaio, Maria prega insieme agli altri discepoli in attesa di ricevere il battesimo nello Spirito Santo (Atti 1:14).
  •  Nelle epistole del Nuovo Testamento non vi è alcuna allusione ad una mediazione di Maria a favore dei credenti. Ella, inoltre, non parla mai di una sua concezione immacolata: al contrario nel Magnificat parla del suo Salvatore, un vero e proprio controsenso se fosse stata senza peccato! (Luca 1:47).

In un contesto scritturale così chiaro, che non lascia spazio ad alcuna deviazione dalla verità del Vangelo, le parole di Gesù sembrano voler prevenire l’indebito culto di Maria per condannarlo (Luca 11:27. 28).

 
La famiglia di Maria

Dai racconti dei Vangeli apprendiamo dell’esistenza di una normale famiglia di cui fece parte Gesù: padre, madre, fratelli e sorelle. I nomi dei fratelli sono anche specificati: Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda. Non viene fatta menzione dei nomi delle sorelle (Matteo 13:55, 56Marco 6:3).
I fratelli e le sorelle di Gesù accompagnavano Maria; insieme si recarono a Capernaum, agli inizi del ministerio del Signore (Luca 8:19-21Giovanni 2:12).
Non ci sorprende sapere che fino alla morte di Cristo essi non credettero in Lui (Giovanni 7:4, 5; 1:11). È probabile che questa situazione spinse Gesù, alla Sua morte, ad affidare a Giovanni la cura di Maria (Giovanni 19:26,27).
Dopo la risurrezione, nella sala di sopra, la famiglia si ritrova unita con i discepoli in preghiera (Atti 1:14).
Successivamente svolsero un ministerio attivo nell’opera del Signore (1° Corinzi 9:5). Giacomo, fratello del Signore, si distinse come capo della Chiesa di Gerusalemme e scrisse l’omonima epistola (Galati 1:19; 2:9Atti 12:17;15:13).
Sono state formulate varie ipotesi circa la famiglia di Gesù, nel tentativo di giustificare la teoria della perpetua verginità di Maria. Esse, oltre che risultare prive di qualsiasi fondamento biblico, non fanno onore alla verità intorno alla figura della madre di Gesù.

Esaminiamo la più importante

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Ipotesi «i fratelli e le sorelle di Gesù sarebbero figli di Alfeo (Cleopa) e di Maria, sorella della madre del Signore – cioè cugini di Gesù».

I Vangeli parlano sempre di fratelli del Signore, mentre in greco esistono due diversi vocaboli per indicare i due gradi di parentela: adelfòs (fratello) e anepsiòs (cugino).
Altrove nel N.T. il termine cugino viene effettivamente impiegato per indicare tale grado di parentela (Colossesi 4:10).
Anche il termine parente viene impiegato numerose volte senza mai significare fratello (Marco 6:4Luca 1:36,58;Giovanni 18:26Atti 10:24Romani 9:3).
Sarebbe davvero strano che i cugini del Signore, unica eccezione in tutto il N.T., fossero chiamati con superficialità fratelli, mettendo così in dubbio la presunta verginità perpetua di Maria: a meno che la Bibbia non voglia affermare proprio che Gesù ebbe una madre tenera, virtuosa ma anche rispettosa del legittimo legame matrimoniale che la univa al suo sposo Giuseppe!
D’altro canto Giacomo, figlio d’Alfeo, era già tra i discepoli del Signore (Matteo 10:3). è dunque fuori luogo affermare che in Giovanni 7:5 si fa riferimento ai cugini di Gesù!

Considerazioni bibliche su Maria

La fede del cristiano deve essere una fede chiara, che onora Dio nel cammino di fedeltà alla Sua Parola – una fede che sa distinguere tra i salvati e il Salvatore. Infatti: – In nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati (Atti 4:12).
Maria ci insegna che il vero rapporto con Cristo si realizza nel contesto della fede vissuta nell’assemblea dei credenti. L’ultima volta che Maria è ricordata nel Nuovo Testamento è, così come è stato in precedenza menzionato, insieme agli apostoli, il giorno di Pentecoste, a Gerusalemme, in attesa di ricevere ciò che Gesù aveva promesso ai suoi (Atti 2:14). Subito dopo Maria scompare dalla scena.

Delle dozzine di dottrine insegnate dalla Chiesa cattolica romana senza il minimo di appoggio dell’autorità delle Scritture, una delle più notevoli, e certamente delle più anti-bibliche, è l’esaltazione della Vergine Maria, la madre di Gesù.
Ogni cristiano ringrazia Dio per Maria perché è stata lo strumento dell’incarnazione di Cristo, e la onoriamo come«vaso scelto» di Dio, ma attribuirle uno status al limite della divinità è idolatria e culto della creatura.

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