SCRIVERE LE PROPRIE MEMORIE

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male. (2 Corinzi 5:10)

SCRIVERE LE PROPRIE MEMORIE

Certe persone che stimano di aver giocato un ruolo importante durante la loro esistenza o che pensano che la loro testimonianza su avvenimenti nei quali sono stati coinvolti sia di grande valore per i posteri, hanno scritto in un memoriale i loro trascorsi. Ovviamente le loro azioni sono presentate sotto l’angolo visuale più lusinghiero. Allo stesso modo, gran parte delle biografie, cioè dei libri scritti per tracciare la storia di qualche personaggio importante, evitano di parlare dei lati negativi dello stesso, per mettere in rilievo tutto ciò che può essere detto alla gloria del loro eroe. Davanti a Dio non abbiamo né memorie da redigere, né biografie da far scrivere. Dei rendiconti fedeli conservano esattamente ciascuno dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni, “Io vi dico, avverte Gesù, che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio” (Matteo 12:36). Quella che pensiamo sia stata la migliore delle azioni da noi compiuta è registrata secondo il suo reale valore, e con i veri profondi motivi per cui è stata fatta. Le ragioni che ci spingono ad agire sono sempre perfettamente pure? Per questo siamo spesso condotti a dire come il salmista: “O Eterno, se Tu poni mente alle iniquità, Signore, chi potrà reggere?” (Salmo 130:3). Abbiamo bisogno della grazia e del perdono, ci occorre un Salvatore. Il credente non ha motivo di preoccuparsi dei meriti relativi a ciò che fa.

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