Che brutta FACCENDA L’ORGOGLIO!

..”..non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso.” (Fil 2:3)

Che brutta FACCENDA L’ORGOGLIO!

Esso può cominciare da una piccola ferita. Forse qualcuno ci ha offeso, ho abbiamo percepito offesa e qualcosa dentro di noi comincia a dire: “Tu non puoi fare questo a me. Non ci sto, e con ti credi di aver a che fare, non sai chi sono io!!”
O può cominciare da un piccolo fallimento. Non volendo prenderne la responsabilità guardiamo attorno per trovare qualcuno che ovviamente non fa niente di giusto per appioppargli la colpa visto che noi siamo meglio di lui e noi non sbagliamo mai.
Oppure può cominciare con un complimento innocentemente offerto da un fratello e invece di dare la gloria a Dio prendiamo il credito per noi stessi.
Le cellule cancerogene dell’orgoglio cominciano a formarsi, e noi testardamente vogliamo avere tutto al modo nostro e invece di sottometterci al volere di Dio e ai bisogni e desideri dei nostri fratelli e sorelle.
Certe volte l’orgoglio manifesta i suoi veri colori quando ci è richiesto di fare qualcosa che non vogliamo fare perché lo reputiamo “sotto la nostra dignità”.
Quando in discussione con qualcun altro, noi concludiamo che la nostra conoscenza è superiore e abbiamo grande gioia nel vincere l’argomento. Mentre è certamente giusto di parlare di quello in cui crediamo, ma l’arroganza che accompagna il “vincere” non è altro che cancro chiamato orgoglio.
Quando non siamo pronti di riconoscere che abbiamo offeso e di cercare perdono, l’orgoglio prende possesso delle nostre anime.
Quando rigettiamo un suggerimento, data la “sorgente”, una piccola cellula di cancro comincia a crescere.
Più seriamente quando guardiamo giù a quelli differenti da noi, il cancro dell’orgoglio ha già preso campo dentro di noi.
Forse la più sottile forma di cancro d’orgoglio è quando pensiamo che la nostra esperienza con Dio ci fa meglio degli altri, che non sembrano così benedetti, come se le benedizioni di Dio fossero una ricompensa della nostra bontà. “Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Co 4:7)

Carissimi, andiamo alla clinica del Signore per fare un analisi sul nostro cancro di orgoglio, e di ricevere la perfetta cura dal dottore Divino.

.."..non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso." (Fil 2:3)

Che brutta FACCENDA L'ORGOGLIO!

Esso può cominciare da una piccola ferita. Forse qualcuno ci ha offeso, ho abbiamo percepito offesa e qualcosa dentro di noi comincia a dire: "Tu non puoi fare questo a me. Non ci sto, e con ti credi di aver a che fare, non sai chi sono io!!"
O può cominciare da un piccolo fallimento. Non volendo prenderne la responsabilità guardiamo attorno per trovare qualcuno che ovviamente non fa niente di giusto per appioppargli la colpa visto che noi siamo meglio di lui e noi non sbagliamo mai.
Oppure può cominciare con un complimento innocentemente offerto da un fratello e invece di dare la gloria a Dio prendiamo il credito per noi stessi.
Le cellule cancerogene dell’orgoglio cominciano a formarsi, e noi testardamente vogliamo avere tutto al modo nostro e invece di sottometterci al volere di Dio e ai bisogni e desideri dei nostri fratelli e sorelle.
Certe volte l’orgoglio manifesta i suoi veri colori quando ci è richiesto di fare qualcosa che non vogliamo fare perché lo reputiamo "sotto la nostra dignità".
Quando in discussione con qualcun altro, noi concludiamo che la nostra conoscenza è superiore e abbiamo grande gioia nel vincere l’argomento. Mentre è certamente giusto di parlare di quello in cui crediamo, ma l’arroganza che accompagna il "vincere" non è altro che cancro chiamato orgoglio.
Quando non siamo pronti di riconoscere che abbiamo offeso e di cercare perdono, l’orgoglio prende possesso delle nostre anime.
Quando rigettiamo un suggerimento, data la "sorgente", una piccola cellula di cancro comincia a crescere.
Più seriamente quando guardiamo giù a quelli differenti da noi, il cancro dell’orgoglio ha già preso campo dentro di noi.
Forse la più sottile forma di cancro d’orgoglio è quando pensiamo che la nostra esperienza con Dio ci fa meglio degli altri, che non sembrano così benedetti, come se le benedizioni di Dio fossero una ricompensa della nostra bontà. "Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?" (1Co 4:7)

Carissimi, andiamo alla clinica del Signore per fare un analisi sul nostro cancro di orgoglio, e di ricevere la perfetta cura dal dottore Divino.

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