Mi resi conto di aver creduto in un Dio che non era l’Iddio della Bibbia

Mi chiamo Caterina e voglio raccontarvi come sono arrivata alla conoscenza di Gesù Cristo.
Ho sempre avuto timore di Dio, anche se in modo sbagliato perché non ero a conoscenza della Sua Parola. Mi sposai all’età di 17 anni e, come ogni donna, desideravo avere dei figli e nel 1972 mi nacque un maschietto. Dopo alcuni anni ebbi un’altra bambina, che però nacque morta. Nonostante credessi in Dio, non riuscivo a capacitarmi perché Dio aveva permesso questo. Davo la colpa a Dio, non solo per la perdita della bambina, ma perché io stessa ero stata sul punto di morire.

Tre giorni prima di perdere la bambina ebbi un sogno: Un uomo anziano con un bastone in mano mi stava davanti e mi disse: devi riposare tre giorni. Io gli chiesi il perché e lui mi ripeté: „Devi riposare tre giorni“, ma io non capivo il perché. Mi sentivo scoraggiata, perché nonostante andavo in chiesa a pregare i santi, non mi erano risparmiati tanti dolori.

Dopo alcuni anni mi nacque un’altra bambina, però anche essa morta. Dopo la perdita della seconda figlia, stavo così male che anche questa volta ero in pericolo di morte. I dottori infatti mi dicevano di non addormentarmi; ma io non riuscivo proprio a tenere gli occhi aperti. Appena li chiudevo vedevo accanto a me un uomo anziano con un bastone in mano ed anche lui mi diceva di non dormire. Quando per qualche attimo riaprivo gli occhi vedevo solo i dottori; li richiudevo, ed ecco di nuovo l’uomo anziano che mi ripeteva: „Non dormire“. Ma io gli dissi: „Non ce la faccio più a stare sveglia“.
A questo punto lui si arrabbiò, mi toccò col bastone e mi disse: „Se ti addormenti proprio adesso, non ti sveglierai più e a chi lascerai tuo figlio?“ Da quel momento non ricordo altro se non che mi sentivo sollevata verso il cielo, volavo, vedevo il cielo di un azzurro chiaro, un prato verde tutto riorito e io lì stavo molto bene. Quando qualcuno mi chiamava rispondevo: „Lasciatemi qui dove sono“; c’era una luce bellissima! Quando poi mi svegliai pensai che fosse lunedì, giorno in cui mi ero addormentata, ma mio marito mi disse che era giovedì. Ero stata quattro giorni su quel prato verde, tutto fiorito. Però, appena svegliatami mi domandavo di nuovo: „Perché Dio ha permesso tutto questo? Cosa ho fatto di male?“ Facevo queste riflessioni tutti i giorni e piangevo sempre.

Dopo alcuni anni ebbi un’altra bambina e questa volta andò tutto bene. All’età di due anni e mezzo però, la bambina ebbe un gravissimo incidente. Giocando cadde e sbatté il volto contro un vaso. Il vaso si ruppe e le procurò una ferita molto profonda all’altezza del naso. In quel momento il mondo sembrò crollarmi addosso. Ero sola, non capivo più niente.
Portai la bambina in ospedale. Una mia cugina, evangelica pendtecostale, mi incoraggio a cercare il Signore e a confidare solo in Lui. Mi disse di pregare, perché Egli avrebbe risposto alla mia preghiera. Io le risposi di non volere più avere niente a che fare con Dio. Anzi, volevo morire al più presto, per poter comparire davanti a Lui e chiederGli il motivo di tutte le mie disgrazie.

Il medico mi disse che la ferita era molto grave e che, se non si sarebbe rimarginata, sarebbe stata necessaria un’operazione di chirurgia plastica. Tornando a casa dall’ospedale pioveva a dirotto. Non sopportavo più questa vita, e volendo prendere una polmonite, desideravo tornare a casa a piedi e non in macchina con mio marito. Quella notte non riuscivo proprio a dormire. Nei miei pensieri davo sempre la colpa a Dio. Volevo dormirem, perché sapevo che il giorno dopo dovevo andare da mia figlia all’ospedale, però non riuscivo. Anche questa volta vidi un uomo anziano con un bastone in mano che mi batteva la mano sulla spalla per tranquillizzarmi e mi disse: „Non devi fare così!“ Io gli risposi: „Come, mia figlia con quella ferita…!“ Egli m’interruppe dicendomi: „Vedrai, tutto si rimetterà a posto“. Io ero sveglia nel letto e pregai: „Dio mio, non ce la faccio più!“ Poi però riuscii a prendere sonno e dopo un’ora mi svegliai per andare all’ospedale. Sentivo un peso sulla spalla dove l’uomo mi aveva toccata e mi ricordavo quello che lui mi aveva detto. Questo mi tranquillizzava. Ero confusa e stanca, ma quando vidi mia figlia, capii che le parole di quell’uomo avevano un senso.

La mia cugina evangelica continuava a dirmi che dovevo pregare. Io non volevo, anzi le ripetevo che volevo parlare con Dio per chiederGli il perché di tutto ciò.
Un giorno però le confidai il sogno, le tre apparizioni dell’uomo anziano e quello che lui mi aveva detto. Lei mi disse che era stato Dio a mandare quell’uomo per tranquillizzarmi (Atti 2:16-18); io dovevo solo aspettare e tutto sarebbe tornato in ordine. Queste parole mi dettero nuoa speranza e fiducia. Mia figlia guarì, e quando mi accorsi che stava meglio il peso che avevo sulla spalla (lo avevo avuto per alcuni mesi) sparì.

Incominciai a leggere la Sacra Bibbia. Un giorno vennero die Testimoni di Geova con i quali incominciai a studiare. Raccontai loro quello che mi era successo, la storia dell’uomo che mi aveva parlato. Essi però mi dissero che era stato il diavolo. Io sapevo che il diavolo non può dare pace e tranquillità alle persone. Quando lessi nel Vangelo le parole di Gesù: „Poiché chiunque chiede riceve, chi cerca trova e sarà aperto a chi picchia“ (Matteo 7:8), fui incoraggiata a cercare il Signore Gesù. Mi resi conto che quello che insegnavano i Testimoni di Geova non era conforme a quello che Cristo ed i suoi apostoli avevano insegnato e scritto nel Santo Evangelo. A questo punto non volli più avere a che fare con loro. Nel frattempo mia cugina e suo marito mi fecerò conoscere il Pastore Evangelico e sua moglie, con i quali cominciai a studiare la Parola del Signore ed in seguito a frequentare le loro riunioni di Culto. La mia vita pian piano cambiò. La Parola di Dio divenne il mio cibo quotidiano. Avevo trovato finalmente il pane della vita, l’acqua viva che disseta, Gesù Cristo morto per i nostri peccati e risuscitato per portarci in gloria. Ogni volta che leggevo, raccontavo a mio marito quello che avevo imparato.

Il Signore ha lasciato per noi delle meravigliose promesse nella Sua Parola! Nonostante ciò, noi però, come facevo io prima, ci opponiamo alla Sua volontà. Quando lessi le parole del Salmo 115 che insegna la falsità che vi è nell’adorare gli idoli, le statue che non parlano, non vedono, non sentono…, mi resi conto di aver creduto in un dio che non era l’Iddio della Bibbia. Poi nell’Evangelo di Giovanni, capitolo 14, trovai la ragione per cui prima non potevo accettare la volontà del Signore: domandavo, ma domandavo male.

Anche mio marito cominciò a leggere di nascosto la Bibbia. Ogni giorno gli raccontavo delle verità bibliche e lui, quando non ero abbastanza esauriente, mi correggeva. Così anche lui, come pure mio figlio accettò il Signore Gesù quale Salvatore della propria vitra. Anche nostra figlia, che guarì completamente ha accettato Gesù quale Salvatore personale

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