CONOSCERE DIO
“Nondimeno fra quelli che son maturi noi esponiamo una sapienza, una sapienza però non di questo secolo né de’ principi di questo secolo che stan per essere annientati” (I Corinzi 2:6)
Che cosa intendeva l’apostolo? Le persone mature o compiute non necessitano di sapienza. Sono già sagge, nessuno può insegnare loro nulla. Paolo ci fornisce un’ulteriore ragione per diffidare di coloro che assegnano ad una sapienza di stampo umano il ruolo di giudice ultimo. Il peccato non ha distrutto in alcun modo i nostri organi fisici, e neppure la percezione mentale: ha danneggiato invece la facoltà di cui parla Paolo, quella percezione spirituale mediante la quale possiamo conoscere Dio. Non possiamo vedere Dio con gli occhi: neppure la ragione può attingere alla Sua persona. Possiamo forse percepire il bisogno di una Causa prima di tutte le cose, ma non giungiamo a conoscere Dio ammettendo una necessità logica. Come posso quindi conoscere il Signore? Grazie ad un desiderio spirituale risvegliato dalla Parola di Dio e dall’azione dello Spirito Santo, tramite quella facoltà che mi faccia avere comunione con Lui, confidare nella Sua benevolenza, riposare nella Sua cura, gioire nel Suo amore e dedicarmi al Suo servizio. È una consapevolezza ben distinta, chiara, sulla quale fare pieno affidamento. Paolo stava quindi rivolgendosi a quanti avevano questa facoltà spirituale ristorata. Per parlare con la sapienza delle parole basta rivolgersi all’intelletto, mentre per raggiungere i bisogni dello spirito è necessaria la virtù dello Spirito Santo. “Ma, com’è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, e che orecchio non ha udite e che non son salite in cuor d’uomo, son quelle che Dio ha preparate per coloro che l’amano” (v. 9). È strano che questo passo sia stato comunemente associato al cielo. L’apostolo dichiara semplicemente che l’occhio non può vedere il Signore e che l’orecchio non Lo può udire: allo stesso modo l’uomo naturale non è in grado di ricevere le cose di Dio. “Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito” (v. 10). Poiché l’ambito delle cose di Dio è esclusivamente spirituale, la sapienza umana è incapace di percepirlo o di riceverlo: quindi nulla può essere d’aiuto se non lo Spirito Santo. Come la conoscenza di noi stessi deriva esclusivamente dallo spirito che è in noi, la conoscenza di Dio può essere rivelata unicamente dal Suo Santo Spirito, del Quale ci viene fatto dono.
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