ZACCHEO

Titolo


1). Gesù essendo entrato in Gerico, passava per la città
Solo Luca ricorda questo fatto interessante del ministerio terreno del Signore, ed in ciò vi è una prova in più che il Vangelo di Luca è scritto come lo Spirito Santo lo guidò indipendentemente dagli altri Evangeli di Matteo e di Marco.
È evidente da questo versetto che Gesù non rimase a lungo in Gerico. Tradotto letteralmente significa: «Essendo entrato in Gerico, Egli attraversava la città».

2). Ed ecco un uomo, detto per nome Zaccheo
Era questa la forma greca del nome ebraico Zaccai che troviamo in Esdra 2:9 e Neemia 7:14; dalle parole di Ges ù di cui al versetto 9, è fuori di dubbio che questo uomo Zaccheo era un Giudeo e non un gentile.

3). Il quale era capo dei pubblicani ed era ricco
Era appaltatore delle tasse in quel distretto di cui gli era affidata la sorveglianza di altri pubblicani. Ai nostri giorni potrebbe essere chiamato «capo delle imposte».
Doveva essere molto facoltoso, perché era in obbligo di fornire una forte cauzione al Governo Romano per ottenere il posto di appaltatore delle tasse. Senza dubbio aveva poi accresciuto il suo censo con le solite estorsioni dei pubblicani.
L’Evangelista fa menzione delle sue ricchezze per mettere il caso in contrasto con quello del giovane ricco del capitolo precedente.
La difficoltà per un ricco di essere salvato è stata messa in evidenza nel caso del giovane ricco; ora lo Spirito ci mostrerà col fatto di Zaccheo, che: «niente è impossibile a Dio».
— E cercava di vedere Gesù per sapere chi Egli era:
Nel suo cuore sentì forte il desiderio di vedere Gesù, non per curiosità ma per un bisogno pressante ed urgente. Lo aveva desiderato dal tempo che ne udì parlare.
Iddio regola circostanze, eventi, afflizioni in modo che siano adempiuti i fini della Sua grazia; «Farò camminare i ciechi per una via che non conoscono» (Isaia 42:16).
— Ma non poteva per la moltitudine, perché era piccolo di statura.

4). E, corse innanzi, e salì sopra un sicomoro per vederlo; perché Egli aveva da passare per quella via!

Questa descrizione di Zaccheo ci fa capire che egli fosse proprio piccolo.
Convinto della impossibilità di vedere Gesù, in mezzo ad una gran calca di gente, ma deciso di riuscire nel suo intento, precedette la folla sulla strada dove ben sapeva che Gesù sarebbe passato, e senza badare al ridicolo a cui si esponeva, s’arrampicò sopra un sicomoro che cresceva lungo la strada; poi nascosto fra il fogliame si rallegrò di poter presto soddisfare il suo desiderio.
5). E come Gesù fu giunto a quel luogo alzò gli occhi, lo vide e gli disse: Zaccheo,
Zaccheo sperava vedere e non essere veduto. Ma Colui che vide Natanaele sotto il fico, a molti chilometri di distanza, sapeva, per divina intuizione, tutto ciò che concerneva quel pubblicano, e, giunto vicino al suo nascondiglio, fissò gli occhi su di lui e lo chiamò per nome.
Il Signore cercava Zaccheo, non meno che Zaccheo cercasse Lui.
Zaccheo sopra di un sicomoro

Il Pastore andava dietro alla Sua pecora smarrita. E sempre così. Chiunque va in cerca di Gesù, si rende poi conto che Gesù era già in cerca di lui.
Il vedersi scoperto quando si credeva perfettamente nascosto, l’udire il suo nome pronunziato da chi non l’aveva mai veduto, doveva aver convinto Zaccheo che chi faceva questo era più di un semplice uomo.
— Scendi giù prestamente, perché oggi ho ad albergar in casa tua.
Gesù si invita da Sè in casa di Zaccheo, come un re che non ha bisogno di essere invitato, ben sapendo che quel privilegio verrebbe altamente apprezzato.
Questa è l’unica volta ricordata nei Vangeli in cui Gesù si offre di andare nella casa di qualsiasi uomo.
Il senso della parola “albergatore”, è fermarsi non solo per un pasto, ma per la notte. Nell’originale il testo ha maggiore forza di come traduce il Diodati “ho ad albergare”. Il testo greco dice “devo albergare”. Gesù doveva raggiungere, doveva riconoscere l’albergatore che Suo Padre, per un fine di misericordia, gli aveva scelto in Gerico. Quel vocabolo “devo” indica un scopo divino: amore e compassione che impongono!

6). Ed egli scese prestamente e lo ricevette con allegrezza
Precisamente a questo punto accadde la conversione di Zaccheo. Del cambiamento del suo cuore ne abbiamo una prima prova nella prontezza con cui ubbidì all’appello del Signore, scendendo dall’albero; una seconda, nella gioia con cui Lo ricevette. Anziché rifiutare, o dubitare, o fare delle difficoltà nella sua mente sulla maniera di ricevere Gesù, Zaccheo si sentì il cuore ripieno di gioia per l’occasione che gli viene offerta di avvicinarsi maggiormente al Signore; perciò ubbidisce senza ritardo, scende dall’albero e riceve il Celeste come suo ospite.

7). E tutti veduto ciò, mormoravano
Non è probabile che questo “tutti” includeva solo i Farisei e i loro fautori in quella folla.
L’odio per i pubblicani era nutrito da tutte le classi della popolazione. È dunque supportabile che il mormorio di questo istante fosse generale come la lode in quel momento prima.
— Dicendo: Egli è andato ad albergare in casa di un uomo peccatore.
Come abbiamo già notato al verso 5 la parola usata da questi mormoratori indica la loro convinzione che Gesù era andato a “passare la notte” nella casa del pubblicano. L’epiteto “peccatore” che viene dato a Zaccheo, si riferiva all’ufficio che copriva, come pure al suo carattere malvagio.
Se costui fosse stato un gentile, la turbe scatenata avrebbe certo aggiunto questo al rimprovero fatto al Signore di entrare in casa di un peccatore.
La missione di Gesù era specialmente diretta “alle pecore perdute della casa d’Israele”, e non leggiamo mai nei Vangeli che sia andato sulla traccia di un gentile.

8). E Zaccheo, presentatosi al Signore gli disse: Signore
Queste parole non furono dette mentre erano per via, ma al tempo che erano in casa e seduti a mensa, ed era circondato dagli altri invitati.
Non Lo chiamò Rabbì o Maestro; ma con fede, riverenza ed affetto gli da il titolo di Signore. In presenza di tutti, riconoscendoLo così come Padrone e Dio, come l’autore del grande cambiamento avvenuto in lui.
— Io dono la metà di tutti i miei beni ai poveri; e, se ho frodato qualcuno, io gli restituisco a quattro doppi.
Quale prova più forte si potrebbe desiderare che «le cose vecchie sono passate, e tutte le cose sono fatte nuove»(2 Cor. 5:17).
Ecco un uomo cupido di guadagno che si spoglia dei suoi beni per nutrire i poveri, un disonesto che si offre spontaneamente a fare piena restituzione a tutti quelli cui ha fatto torto con le sue frodi e le sue estorsioni. Questa sua risoluzione egli la dichiara con gioia ed umiltà, perché «lo possedeva l’amore di Cristo» (2 Cor. 5:14).
Per un uomo il cui unico scopo in vita era stato ammassare tesori per se stesso, il dare la metà dei suoi beni ai poveri, era una cosa senza esempio in tutti quei tempi…
Fra i giudei, chi dava la quinta parte del suo reddito per opere pie si stimava che avesse raggiunto la perfezione in quanto all’elemosine; ma Zaccheo ne dava la metà.

9). E Gesù gli disse:
Gesù parlò per confortare ed incoraggiare Zaccheo, ma fece ciò mediante la Sua intimidazione indirizzata anche ai convitati ed alle altre persone presenti.
— Oggi è avvenuto salvezza a questa casa:
Con queste parole il Signore suggella il cambiamento del cuore operato in Zaccheo, poiché senza di quello non v’è salvezza per tutti quelli che Lo ricevono con fede (Giov. 1:14), ed a motivo della fede salutare di Zaccheo Egli dichiarò che la salvezza era entrata in quel giorno in quella casa.
— Poiché anche costui sia figliuolo d’Abramo.
Questa espressione venne usata da Gesù in risposta alle parole schernitrici dei farisei contro i pubblicani ed i peccatori, quali indegni della Vita Eterna. Il Signore dichiara che Zaccheo, per quanto lo disprezzi l’orgoglio fariseo, è pur sempre un figliuolo di Abramo per naturale discendenza, e come tale aveva diritto quanto chiunque di loro al Regno di Dio. Oltre a ciò, Zaccheo era figlio di Abramo, in quanto alla fede e in quanto all’opera. Di più: ora, egli era uno con lui non solo per il sangue, ma pure per la fede.

10). Perciocché il figliuolo dell’uomo è venuto per cercare e per salvare ciò che era perduto.
Alla fine il Signore Gesù si difende dai mormorii eccitati contro di Lui a riguardo del Suo entrare nella casa di un pubblicano. Con questo atto curava l’adempimento della Sua missione come Messia; poiché se i pubblicani erano, a giudizio loro, non solo scomunicati ma dannati per sempre, Egli era venuto nel mondo proprio per cercare e salvare ciò che era perduto. Quel che è avvenuto poi di Zaccheo ci è ignoto.
É come la storia segreta di ogni anima redente che è nota solo a Dio.

Riflessioni

1. Questo fa nascere una preziosa speranza nel cuore anche ai più grandi peccatori.
A parere umano, nessuno aveva meno probabilità di Zaccheo di divenire partecipe della grazia divina; egli era ricco, uso a commettere estorsioni, mal disposto alla vita religiosa a motivo del modo in cui lo trattavano i suoi correligionari; ma Gesù lo cercò e lo trovò; ed è meraviglioso il cambiamento che si operò in lui.
Vediamo “il cammello passare per la crune dell’ago”, il ricco entrare nel Regno di Dio, il cupido esattore trasformato in un cristiano generoso!
2. Mentre Zaccheo cercava di vedere Gesù, non pensava probabilmente di divenire Suo discepolo ed una nuova creatura.
Quel suo desiderio e i mezzi con cui si accinse per ottenerlo, furono come delle “corde umane” (Osea 11:4), che lo attirarono dove l’occhio e la voce amorevole di Gesù poterono giungere fino a lui.
3. Molti nutrirono pregiudizi infondati verso le conversioni istantanee, benché ne abbiamo un esempio notevole, come nei casi del ladrone morente e il carceriere di Filippi. Eppure se si considera qual è la natura della conversione, essa non può essere stata preparata gradatamente. La nuova nascita, il passaggio dalla morte alla vita dell’anima, l’arrendersi finalmente a Lui col cuore, tutto questo è istantaneo.
La vera conversione si distingue da impressioni anche profonde, ma pur sempre passeggere, prodotte in noi dalla grazia divina, mediante il cambiamento completo che essa opera nella vita interna, nella conversazione, e nella condotta di colui che vi è andato soggetto. Di Zaccheo avaro e mondano fece un cristiano generoso, pieno d’amore verso il prossimo, perché sentiva di essere stato amato il primo da Dio; di Zaccheo ingiusto e oppressore Egli fa un uomo scrupoloso e amorevole.
4. Dal modo in cui il Signore Gesù ci descrive la Sua missione, veniamo a sapere che la condizione dell’uomo quaggiù è, per natura, quella di un essere perduto. Ogni uomo non generato, è un uomo perduto; ha perduto il suo Dio, l’anima sua, la sua felicità, la sua eccellenza, la sua libertà, la sua forza. Ma gloria a Dio, ci viene detto anche che il grande scopo della venuta di Gesù in questo mondo, fu di cercare e salvare i peccatori perduti.
G. D.

da: FEDE VIVA 7/88

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