Iraq: Marchiati, scacciati o obbligati a convertirsi
Middle East Concern, un’associazione che ha sede a Londra e che si occupa dei diritti dei cristiani in Medio Oriente, ha riferito che i militanti islamici dell’ISIS che controllano Mosul hanno convocato i leader cristiani rimasti nella zona a partecipare ad una riunione indetta per giovedì 17 luglio scorso. In tale riunione, i militanti islamici volevano annunciare che le leggi islamiche sarebbero state applicate, da quel momento in poi, anche a coloro che non sono musulmani.
Ankawa.com, un sito in lingua araba, che mostra particolare attenzione alle questioni riguardanti i cristiani nella regione, ha riferito che l’argomento della riunione indetta dai fondamentalisti sunniti che fanno capo all’ISIS, era quello diimporre ai cristiani la scelta fra il pagare una tassa alla leadership della comunità musulmana e il convertirsi all’islam.
L’ISIS ha infatti iniziato semplicemente ad identificarsi con lo Stato islamico.
I leader cristiani naturalmente non si sono presentati alla riunione. Poco dopo però, alcuni veicoli muniti di altoparlanti sono passati attraverso Mosul e hanno annunciato che tutti i cristiani avevano tempo fino a mezzogiorno di venerdì 18 per lasciare la città o sarebbero stati uccisi.
Molti dei cristiani che erano rimasti nella zona sono dovuti fuggire e, oltre alla loro casa e alla maggior parte dei beni in essa contenuta, hanno dovuto lasciare ogni loro avere (macchine, soldi, oro, telefonini etc..) ai checkpoint organizzati dall’ISIS. L’unica cosa che hanno potuto portare con sé sono stati i vestiti che indossavano.
Inoltre, durante il fine settimana scorso, i militanti islamici hanno provveduto amarchiare tutte le case appartenenti alla comunità cristiana con una “N” (indicante la parola “nasara”, seguace del Nazareno, ossia cristiano) e con la scritta “Proprietà dello Stato Islamico” (questa frase si trova anche sulle case delle altre minoranze).
Ogni cristiano rimasto nella zona di Mosul si trova ora in grande pericolo.
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