GESU’: IL FIGLIO DI DIO

947359_529498300444427_632219714_n Il titolo «Figlio di Dio» riferito a Gesù, non è usato solo dall’angelo Gabriele (Lc 1:35), ma anche da diverse altre persone (Mt 14:33; Mc 15:39; Gv 1:49; 11 :27). Egli lo accetta ma è molto prudente nell’applicarlo direttamente a se stesso, per non essere lapidato. Nonostante questo, la Bibbia rivela in tanti modi diversi la sua relazione speciale con il Padre.

Nel momento del suo battesimo, per esempio, il Padre lo riconosce come proprio Figlio (Mt 3:17) e lo stesso avviene alla trasfigurazione (17:5).

La relazione tra Padre e Figlio è unica. Cristo è l’unico essere dell’universo a goderne, perché è il solo ad avere la medesima natura del Padre. In quanto credenti, ci è stato concesso il privilegio di diventare figli di Dio. Ma Gesù lo è sempre stato, e sempre lo sarà.

Cosa dicono i seguenti testi circa fa perfetta unità tra Padre e Figlio? Leggili:

Matteo 11:27: Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo.

Giovanni 3:35: Il Padre ama il Figlio, e gli ha dato ogni cosa in mano.

Giovanni 5:17: Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero».

Giovanni 10:30: «Io e il Padre siamo uno».

La perfetta unità tra Gesù e il Padre comprende una piena e reciproca conoscenza l’uno dell’altro: un’unità di intenti, di pensieri e di obiettivi. Ma c’è ,dell’altro: un’unità di natura.

Il Padre e il Figlio sono due persone («Io e il Padre») ma della medesima natura («siamo uno»), una realtà enfatizzata dall’uso del pronome neutro «uno» (cfr. 1Cor 3:8).

Dobbiamo però essere consapevoli del fatto che, Cristo, vissuto come un uomo, mentre si trova sulla terra, subordina volontariamente se stesso al Padre (Fil 2:6 8). Questa limitazione è funzionale, ma non fa parte della sua essenza. Gesù subordina se stesso per uno scopo ben preciso. Sapendo ciò, comprendiamo meglio le sue parole: «Il Figlio non può da se stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre» (Gv 5:19); «perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (v. 30). Da questa prospettiva funzionale, Gesù dice «il Padre è maggiore di me» (14:28).

Gesù è pienamente Dio e pienamente uomo. Cosa svela questa straordinaria verità relativa allo stretto legame tra terra e cielo? Quale consolazione ci offre la consapevolezza di questa vicinanza?

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