PROVE E TENTAZIONI
Il primo capitolo della lettera di Giacomo presenta il grande argomento della lettera: lo sviluppo di un carattere cristiano completo in seno ad un sistema senza vita.
“Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza (o pazienza).
E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti”. (Giacomo 1:2-4). Giacomo ci incoraggia a rallegrarci nelle prove, diventando queste un’occasione per sviluppare una vita di pietà. Egli dice che esse sono una specie di test per valutare la realtà della nostra fede. In secondo luogo, sono il mezzo di cui Dio si serve per produrre la pazienza. Se la pazienza compie totalmente la sua opera si arriverà ad una vita cristiana equilibrata, nella quale la nostra volontà sarà tenuta a freno e quella di Dio sarà compiuta. La pazienza ci insegna che separati da Dio non possiamo fare nulla. “E’ bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore”. (Lamentazioni3:26).
Anche se la nostra volontà è sottomessa a Dio e se desideriamo veramente ubbidirgli, può succedere che nelle nostre prove manchiamo di saggezza per agire secondo la Sua volontà: “ Se qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che la dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.” (v.5) “Chieda a Dio”, dice Giacomo. Egli è la nostra risorsa. Potremmo chiedere agli uomini, ma il loro consiglio può non essere buono, potrebbe darlo a malincuore, o tradire la nostra fiducia. Con Dio non corriamo questi pericoli. Egli da liberamente, senza rimproverarci per la nostra poca saggezza e le nostre debolezze. “Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare, agitata dal vento e spinte qua e la. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie”. (v. 6-8).
Uno stato di bisogno che ci porta a ricorrere a Dio diventa un’occasione per sviluppare la nostra fede, perciò dobbiamo non soltanto domandare a Dio, ma a farlo con fede senza dubitare. Dubitare che Dio risponda a suo tempo e a modo suo, proverebbe che dentro di noi siamo come un’onda del mare , agitata dal vento in balia dei venti.
Quando preghiamo non guardiamo le difficoltà delle circostanze, ma, con una fede semplice, guardiamo al Signore Gesù il solo che può calmare le acque. Solo Lui è in grado di darci la sapienza per agire secondo la sua volontà.
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