Cristologia: la manifestazione dell’amore di Cristo
Cristologia: la manifestazione dell’amore di Cristo
L’amore verso il Padre è dimostrato:
1.Con l’obbedienza perfetta.
Giov. 15:10 – « Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; com’io ho osservato i comandamenti del Padre mio, e dimoro nel suo amore ».
Vedere Giovanni 6:38; 10:15-17; 10:18; Fil. 2:8; Matteo 26:39, 42; Salmo 40:8; Giov. 4:34; Luca 2:49.
Gesù richiese l’obbedienza dei Suoi discepoli come una prova del loro amore per Lui dicendo:
« Colui che ha i miei comandamenti li osserva, egli mi ama ». Perciò quello che serviva a provare il loro amore per Lui, serviva anche a provare il Suo amore per il Padre. Ed il Suo amore superò la prova.
2. Col fare ciò che è gradito al Padre.
Giov.8:29 – <E Colui che mi ha mandato, è meco; Egli non mi ha lasciato solo, perché fo del continuo le cose che gli piacciono ». L’amore di Gesù per il Padre lo fece andare al di là degli ordini espliciti del Padre, e lo spinse a fare quelle cose che Egli sapeva essere gradite al Padre, sebbene esse non avessero mai trovato espressione in decreti o in leggi.
3. Col ricercare la Sua gloria.
Giov. 17:1, 4 – « Queste cose disse Gesù; poi levati gli occhi al cielo disse: Padre: l’ora è venuta; glorifica il tuo Figliuolo, affinché il Figliuolo glorifichi te… Io ti ho glorificato sulla terra avendo compiuto l’opera che tu mi ha data a fare ».Vedere Giov. 7:18; Giov. 8:50.
Ben pochi uomini, se mai ce ne sono, dedicano loro stessi alla gloria degli altri. Essi in genere ricercano il loro bene, la fama ed il guadagno. Ma Gesù dedicò Se stesso a ricercare la gloria del Suo Padre. Tutte queste cose, ed altre ancora, Egli sacrificò per raggiungere quell’unico e grande scopo.
L’amore verso gli uomini è dimosfrato:
1. Dal fatto che Egli venne a cercarli e a salvarli.
Luca 19:10 – « Poiché il Figliuol dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perito ».
Quando il Principe di Galles andò in America diversi anni fa, si fecero molte congetture sullo scopo della sua venuta, ma non c’è nessun mistero e non è necessario fare nessuna congettura per comprendere perché Gesù lasciò la gloria, che aveva presso il Padre e venne in questo mondo che era divenuto estraneo a Dio a causa del peccato. Il Suo scopo fu reso noto a tutti, esso era: « Cercare e salvare ciò che era perduto ».
2. Dai fatto che Egli veglia sempre su di loro.
Giov. 9:35 – « Gesù udì che l’avevan cacciato fuori, e trovatolo, disse: Credi tu nel Figliuol di Dio? ». Vedere Giov. 4:3, 4, 6, 7,10; Marco 2:45.
Mai per un solo attimo Gesù Cristo perse di vista lo scopo della Sua grande missione. Come i geologi sono sempre alla ricerca di nuovi minerali, i botanici di esemplari di nuovi fiori e gli ornitologi di rare specie di uccelli, cosi Gesù Cristo fu sempre vigile nel ricercare gli uomini.
4. Dal fatto che li segue.
Luca 15:4 – « Chi è fra di voi, l’uomo, che, avendo cento pecore, se ne perde una, non lasci le novantanove nel deserta e non vada dietro alla perduta finché non l’abbia ritrovata? ».Vedere Giov. 4:1, 4, 7.
L’interesse di Gesù per i perduti non era passivo, ma attivo.
Vi era molta polvere sui Suoi piedi, e molto sudore sulla Sua fronte. Egli non risparmiò alcuna fatica per trovare gli oggetti del Suo amore redentore.
5. Dal fatto che provò gioia e soddisfazione nell’attirarli a Sé.
Giov. 4:32-34 – « Ma Egli disse loro: Io ho un cibo da mangiare che voi non sapete. Perciò i discepoli si dicevano l’un l’altro: Forse qualcuno gli ha portato da mangiare? Gesù disse loro: il mio cibo è di far la volontà di Colui che mi ha mandato e di compiere l’opera sua ».Confrontare con Marco 3:20, 21.
Il carattere degli uomini si può giudicare da ciò in cui essi trovano maggiore gioia. Nell’applicare questo metodo di prova a Gesù Cristo, noi scopriamo che la sua più grande soddisfazione si trovava appunto nel guadagnare i perduti a Sé. Questo lo distingue da tutti gli altri uomini e dimostra che Egli possedeva un carattere unico al mondo.
6. Dal fatto che Egli gioiva grandemente quando li trovava.
Luca 15:4-7 – « Chi è l’uomo fra voi, che, avendo cento pecore se ne perde una, non lasci le novantanove nel deserto e non vada dietro alla perduta finché non l’abbia trovata? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa chiama assieme gli amici e i vicini e dice loro: Rallegratevi meco, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Io vi dico che vi sarà in cielo maggior allegrezza per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento ».
« Come un pastore si rallegra di aver ritrovato la pecora che si era smarrita; come la donna gioisce di aver ritrovato la moneta perduta; come il cercatore d’oro esulta nel vedere la grande pepita d’oro che estrae dalla roccia; come il mercante di perle si rallegra di aver scoperto una perla di gran valore, così, ed in misura infinitamente maggiore, Gesù gioisce quando trova un’anima perduta.
7. Dal fatto che si affligge grandemente per quelli che rifiutano di essere salvati.
Matteo 23:37 – « Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi fighuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto ».
Vedere Giov. 5:40; Luca 19:41-42.
Gli uomini soffrono afflizione per vari motivi: delusioni, avversità, tribolazioni, fatiche… Questo non si avverava per Gesù. La Sua sorgente di dolore stava nel rifiuto, da parte degli uomini, di essere salvati dai peccati. Nessuna donna si afflisse mai per i suoi gioielli rubati, nessuna madre si addolorò mai per la morte del figlio, quanto Gesù si addolora a causa degli uomini che rifiutano di essere salvati. Nessuna parola può descrivere l’agonia che trafigge il cuore di Gesù, quando gli uomini non vogliono venire da Lui per avere vita.
8. Dal fatto che donò gioiosamente la Sua vita per salvarli.
Matteo 20:23 – « Appunto come il Figliuolo dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la vita sua come prezzo di riscatto per molti ».Vedere Giov. 10:11.
La suprema espressione di amore non è nei doni o nel servizio, ma nel sacrificio, e in particolare il sacrificio della vita.
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