Cristologia: la resurrezione di Gesù Cristo

Cristologia: la resurrezione di Gesù Cristo

 

« La resurrezione di Cristo fu necessaria perché si potesse credere in Lui come Salvatore. Un Dio morente e crocifisso, un sal­vatore del mondo che non poteva salvarsi da solo, sarebbe univer­salmente respinto e a ragione, come un orribile paradosso e un ‘as­surdità. Se la resurrezione non avesse seguito la crocifissione, lo scherno dei Giudei sarebbe rimasto come un argomento irrefutabile contro di Lui. “Egli non può salvare se stesso; scenda giù di croce e noi crederemo in Lui”. Altrimenti è certo che quello che fu uno dei casi più bassi di debolezza e di mortalità umana non avrebbe potuto essere una dimostrazione di deità. Il salvare è un effetto della potenza e di una potenza tale che vince fino a raggiungere una completa vittoria. Ma è espressamente affermato che “Cristo fu crocifisso per la debolezza “. La morte era troppo difficile per la Sua umanità e portò via le spoglie di essa per un certo tempo. Cosicché, mentre Cristo era nella tomba, gli uomini avrebbero tanto potuto attendere che una persona incatenata si liberasse e si met­tesse a testa di un esercito, quanto immaginare che un corpo morto irrimediabilmente potesse trionfare sul peccato e sulla morte che così potentemente trionfa sui vivi. Il discorso dei due discepoli che andavano ad Emmaus e che non si attendevano la resurrezione era assolutamente razionale e significativo. Essi dicevano: “Noi spe­ravamo che fosse Lui che avrebbe riscattato Israele “. E così chiaramente sottintendevano che a causa della sua morte, la loro fi­ducia era caduta a terra insieme con Lui. Infatti essi non potevano immaginare che un cadavere senza fiato avrebbe potuto schiacciare le aquile romane e liberare gli Ebrei dalla loro schiavitù. Tale era la redenzione che anche i discepoli (finché non furono maggior­mente illuminati) si ripromettevano di ottenere dal loro Messia. Ma l’argomento si reggerebbe ancora più fortemente contro l’idea di una redenzione spirituale supponendo che Cristo fosse rimasto nel Suo stato di morte dato che tale redenzione è in se stessa molto più difficile. Difatti come avrebbe potuto spezzare il regno delle tenebre e calpestare “principati, podestà, dominatori di questo mondo di tenebre e forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi ce­lesti ” uno che era caduto come sacrificio per la malvagità degli uomini mortali ed era rimasto prigioniero nelle parti più basse della terra, ridotto a una condizione non solo al di sotto di quella che gli uomini possono invidiare, ma al di sotto di quella in cui essi stessi si trovano?

 

1. Il fatto della resurrezione.

 

2 Tim. 2:8 – « Ricordati di Gesù Cristo, risorto d’infra i morti, pro­genie di Davide, secondo il mio Vangelo ».

Vedi anche Matt. 28:6; Marco 16:6; Luca 24:6.

La resurrezione è uno degli avvenimenti storici meglio provati. E’ sostenuta e appoggiata da prove tali che difficilmente si trovano a sostegno di relativamente pochi altri fatti storici.

 

2. Le prove della resurrezione.

(1) La tomba vuota.

Luca 24:3 – « Ma essendo entrate, non trovarono il corpo del Signor Gesù ».

Vedi anche Giov. 20:1-8.

« .. .Due elementi interessanti sono connessi con la questione della resurrezione.

Primo, il corpo risorto lasciò la tomba prima che la pietra fosse stata rotolata. Non fu necessario che la porta fosse aperta prima che il Signore della Vita uscisse dalla tomba… La pietra fu rotolata non tanto per permettere al Signore di uscire, quanto per permettere alle donne ed ai discepoli di entrarvi. Perché entrarvi? Per avere una prova del fatto della resurrezione. L’angelo ingiunse loro di entrare, richiamando specialmente la loro attenzione sul luogo in cui il Signore giaceva. E che cosa si poteva osservare in quel banco di pietra? I panni usati per avvolgere il cadavere erano lì, e da quello che capiamo, la loro posizione dimostrava che il corpo era uscito da essi senza smuoverli…

« Quindi non vi fu nessun lasso di tempo, neppure il più breve, in cui dopo che la tomba fu aperta, i testimoni, rappresentanti sia i nemici che gli amici del Signore, non potessero essere presenti per verificare i fatti. Sia le guardie. da una parte, che le donne dal­l’ altra videro la tomba aprirsi. Non è possibile confutare ciò che accadde e dubitare di ciò che conteneva la tomba. Il corpo era in essa quando la pietra fu sigillata e non c’era più quando il suggello fu tolto. I pannolini erano là e parlavano il loro linguaggio eloquente a conferma delle parole dell’angelo.

« Durante quei momenti straordinari e pieni di eccitazione c’era continuamente qualche elemento appropriato ad evitare che la verità fosse distorta… « Notiamo poi la tomba vuota nell’evangelo di Marco e di Luca. Ambedue questi racconti si occupano dell’interno della tomba e particolarmente del luogo in cui il corpo era stato messo a giacere.

In Marco l’angelo dirige particolarmente l’attenzione sul luogo in cui il Signore era stato collocato.

Nel racconto di Luca leggiamo:

“ Ma essendo entrate, non trovarono il corpo di Gesù… Ma Pietro, levatosi corse al sepolcro; ed essendosi chinato a guardare vide le sole lenzuola “. Le donne erano perplesse e Pietro si meravigliava di ciò che avevano visto. In uesto modo tutti e quattro gli evangelisti riconoscono il significato della evidenza della resurrezione pre­sentata nella tomba.

Le donne di Galilea videro chiaramente l’evi­denza della Sua resurrezione. Si crede che quando essi si avvicina­rono alla tomba la videro aperta; e quando entrarono nella tomba esse videro l’evidenza data dai panni mortuari, e cioè che il corpo non era stato rimosso con violenza. Al contrario si trovarono di fronte alla prova che il corpo aveva lasciate intatte in maniera so­vrannaturale le fascie che lo avvolgevano. Anche il panno che co­priva la testa rimaneva nella sua forma originale. Era solamente caduto all’indietro, da solo, quando non fu più a contatto con il corpo di Gesù al momento del suo cambiamento da corpo morto a corpo risuscitato… »

(2) Le apparizioni del Signore risuscitato.

 

Atti 1:1-3 – « Nel mio primo libro, o Teofilo parlai di tutto quel che Gesù prese e a fare e ad insegnare, fino al giorno che fu as­sunto in cielo, dopo aver dato per lo Spirito Santo dei coman­damenti agli apostoli che aveva scelto. Ai quali anche, dopo ch’ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi veder da loro per quaranta giorni, e ragionando delle cose relative al regno di Dio ».

a. A Maria (come Consolatore).

Giov. 20:16 – « Gesù le disse: Maria! Ella, rivoltasi gli disse in ebraico: Rabbunì! che vuol dire: Maestro! ».

b. Alle donne (come Colui che ridona la gioia).

Matteo 28:5, 8, 9 – «Ma l’angelo prese a dire alle donne: Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. E quelle, andatesene prestamente dal sepolcro con spavento ed allegrezza grande, corsero ad annunziar la cosa ai suoi disce­poli. Quand’ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: Vi saluto! Ed esse, accostatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono ».

c. A Simon Pietro (come Colui che riabilita l’anima).

Luca 24:34 – « I quali dicevano: Il signore è veramente risuscitato ed è apparso a Simone ».

Confronta con Salmo 23:3 e Marco 16:7.

« Perché ” e a Pietro “? Non era Pietro un discepolo. Certa­mente, anzi forse aveva una certa preminenza sugli altri. Allora perché “e a Pietro”? Non c’è una spiegazione nel testo, ma la riflessione ci fa comprendere che fu una dimostrazione di amore per il discepolo scoraggiato e disperato che aveva per tre volte rinnegato il suo Signore ».

d. Ai due discepoli sulla via di Emmaus (come maestro pieno di simpatia).

Luca 24:13, 14, 25-27, 30-32 – « Ed ecco, due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio nominato Emmaus, di­stante da Gerusalemme sessanta stadi; e discorrevano tra loro di tutte le cose che erano accadute. Allora Gesù disse loro: O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i pro-feti hanno dette! Non bisognava egli che il Cristo soffrisse queste cose ed entrasse quindi nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano. E quando si fu messo a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse, e spezzatolo lo dette loro. E gli occhi loro furono aperti, e lo riconobbero; ma egli spari d’innanzi a loro.

Ed essi dissero l’uno all’altro: Non ardeva il cuor nostro in noi mentr’egli ci parlava per la via,

mentre ci spiegava le Scritture?».

Senza dubbio Gesù voleva confortarli e certamente vi riuscì. Ma Egli aveva anche un’altra cosa più profonda e più essen7~iale da fare. Questi uomini erano tristi non come Maria Maddalena, in maniera personale, poiché avevano perduto il loro Signore, ma per una mancanza di fede, credendo di aver perduto il loro Messia. « Noi speravamo che fosse Lui che avrebbe riscattato Israele ». La cura per loro non era una dimostrazione di tenerezza personale come fu il caso di fare con Maria, ma una migliore comprensione delle Scritture.

e. Ai discepoli nell’alto solaio (come Colui che dona la pace).

Giov. 20:19 – « Or la sera di quello stesso giorno, ch’era il primo della settimana, ed essendo, per timor de’ Giudei, serrate le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, Gesù venne e si presentò quivi in mezzo, e disse loro: Pace a voi! ».

Gesù espresse una delle Sue ultime volontà poco prima di andare sulla croce. Lasciò un legato ai Suoi discepoli: un legato di pace. Egli disse: « Io vi lascio pace. Vi dò la mia pace ». Ma essi non potevano venire in possesso della loro eredità fino a dopo la morte del testatore; ma ecco che Egli risorse per essere colui che amministrava la pace; per questo, innanzi tutto, si recò da loro per donare loro ciò che aveva lasciato in testamento: la Sua pace.

i. A Tommaso (come Colui che conferma la fede).

Giov. 20:26-29 – « E otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuo­vo in casa, e Torna era con loro. Venne Gesù, a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: Pace a voi! Poi disse a

Torna: Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; e porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma cre­dente. Torna gli rispose e disse: Signor mio e Dio mio! Gesù gli disse: Perché m’hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non han veduto, e hanno creduto! ».

Vedi anche Luca 24:10, 11.

Tommaso non credeva, suscitato volle soddisfarlo. solo la deità del Signore quando fu convinto della adorò.

Quando Gesù morì sulla croce, a quanto sembra, svanì anche la fede dei Suoi discepoli. Il loro amore e la loro devozione esi­stevano ancora, ma si trattava di amore per uno che avevano per­duto e devozione alla Sua memoria; tali sentimenti si esprimevano per mezzo di atti di amore rivolti alle Sue spoglie mortali. Giuseppe di Arimatea e Nicodemo seppellirono nella tomba nuova non sola­mente il corpo di Gesù di Nazaret, ma anche la fede dei Suoi se­guaci; la fede che essi manifestarono dopo è in se stessa una forte prova della realtà della resurrezione del Signore Gesù. Non c’è altra maniera per giustificarla. Come è risorta la loro fede se non è uscita dalla tomba insieme col Signore risorto? Essi non potevano andare a rubarla mentre le guardie dormivano. Essi la dovevano ottenere per mezzo di prove tangibili, ed in tale ma­niera la ottennero.

g. A Giovanni e a Pietro (come Colui che si occupa della vita di tutti i giorni).

Giov. 21:5-7 – « Allora Gesù disse loro: Fighuoli, avete voi del pe­sce? Essi gli risposero: No. Ed egli disse loro: Gettate la rete dal lato destro della barca, e ne troverete. Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero de’ pesci. Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: E’ il Signore! E Simon Pietro, udito ch’era il Signore, si cinse il camiciotto, perché era nudo, e si gettò nel mare ».

La resurrezione di Cristo ce lo restituisce perché sia il no­stro compagno nelle ordinarie attività della vita, nella fatica di guadagnare e di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno. Egli è risu­scitato per essere l’amico giornaliero nei lavori più prosaici della nostra vita terrena.

h. A tutti i discepoli riuniti (come Colui che ha autorità ed è capo).

I Cor. 15:4-7 – «… Che fu seppellito; che risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, de’ quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo; poi a tutti gli Apostoli ».

Vedi anche Matteo 28:18-20.

Dopo essere risuscitato, Cristo prende il Suo posto di Capo della Chiesa, alla quale Egli ha dato vita, possedendo tutta l’auto­rità per dirigerla e controllarla. La Sua resurrezione è una prova completa di questo Suo diritto. « Dio lo ha risuscitato dai morti».

Il cambiamento prodotto nei discepoli.

Giov. 7:3-5 – «Perciò i suoi fratelli gli dissero: Partiti di qua e vattene in Giudea, affinché i tuoi discepoli veggano anch’essi le opere che tu fai. Poiché niuno fa cosa alcuna in segreto quando cerca d’esser riconosciuto pubblicamente. Se tu fai co­deste cose, palesati al mondo. Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui ».

Vedi anche Gal. 1:19; Atti 3:14.

Al momento della crocifissione di Cristo troviamo tutti gli apo­stoli pieni di confusione e di completa disperazione. Vediamo Pie­tro, il più focoso dei discepoli, che rinnega il suo Signore tre volte con giuramenti e maledizioni; ma pochi giorni dopo vediamo lo stesso uomo, pieno di un coraggio che nulla avrebbe potuto scrol­lare. Lo vediamo in piedi davanti all’assemblea che aveva con­dannato Gesù a morte e lo sentiamo esclamare: « Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risu­scitato dai morti; in virtù d’esso quest’uomo comparisce guarito, in presenza vostra » (Atti 4:10). « Più tardi udiamo Pietro e gli apostoli rispondere all’ordine di non parlare più di Gesù, dicendo:

“Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. L’Iddio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al le­gno. Esso ha Iddio esaltato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele e remissione dei peccati. E noi siamo testimoni di questecose” (Atti 5:29-32). Do­veva essere accaduto qualche cosa di straordinario per determi­nare una trasformazione morale così radicale e notevole. Solo la resurrezione e l’avere visto il Signore risuscitato può spiegarla ».

Il cambiamento deI giorno di riposo e di adorazione.

 

Atti 20:7 – « E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionar con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte ».

I Cor. 16:2 – «Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci sian più collette da fare».

Il Dr. Brooks nel suo « Risuscitò Gesù ? » dice: « Innanzi tut­to, abbiamo il giorno del Signore che risale per mezzo di una linea ininterrotta di testimoni e di scrittori al periodo della croci­fissione e non di un passo anteriormente ad essa. I pagani non riconoscevano quel giorno, e neppure lo riconoscono adesso. Ma è ammesso che tutti gli apostoli e i primi cristiani erano Giudei. Come accadde allora che, senza precedenti, senza nessun coman­do, e anche senza nessun esempio, davanti a tutte le loro comu­nità, ai capi religiosi, e alle abitudini di secoli, cominciarono ad osservare il primo giorno della settimana anziché il settimo, come giorno speciale dedicato all’adorazione pubblica e in comune? E che essi lo fecero è assolutamente certo. E’ pienamente provato dalla testimonianza degli scrittori pagani e cristiani. Plinio, nella sua lettera all’Imperatore Traiano, dice: “I Cristiani affermano che tutta la loro colpa o errore consiste nell’essere abituati a riu­nirsi in un giorno stabilito, per cantare inni a Cristo come a Dio, per legarsi in un sacramento, non per uno scopo malvagio, ma per non commettere mai frode, furto o adulterio; per non rompere mai la loro parola o rifiutare di mantenere un impegno preso. Dopo essersi riuniti hanno l’abitudine di separarsi per riunirsi più tardi per consumare insieme un innocente pasto”. « Che cosa significhi “giorno stabilito” si capisce chiaramen­te dalle parole di Giustino martire, che scrisse non molto tempo do­po quanto segue: “Nel giorno chiamato Domenica vi è la riunione di tutti coloro che vivono sia nelle città che nelle campagne; al­lora vengono lette le memorie e gli scritti degli apostoli”. Fra le altre ragioni che egli porta per giustificare questa pratica, egli dice che così si faceva poiché Gesù Cristo, nostro Salvatore, era risu­scitato dai morti in tale giorno.

Barsadane, uno scrittore eretico dello stesso periodo, nella sua lettera all’Imperatore Marco Aure­lio Antonio, dice: “Ecco, ovunque ci troviamo noi che ci chiamia­mo dal nome del Messia, Cristiani, nel primo giorno della setti­mana ci riuniamo insieme “. Dioniso, vescovo di Corinto, Melito, vescovo di Sardi, Ireneo, vescovo di Lione, e altri scrittori, per la stessa ragione dicono che intorno alla celebrazione settimanale del­la resurrezione di Cristo, non esiste alcuna diversità.

(6)La testimonianza di Cristo stesso.

Apoc. 1:18 – « E il Vivente; e fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades».

 

3. I risultati della resurrezione.

 

(1) E’ l’adempimento delle promesse fatte da Dio ai padri.

Atti 13:32-33 – « E noi vi rechiamo la buona novella che la pro­messa fatta ai padri, Iddio l’ha adempiuta per noi, loro fi­gliuoli, risuscitando Gesù, siccome anche è scritto nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliuolo, oggi Io ti ho generato ».

Domanda: Quale fu la promessa fatta ai padri di cui la re­surrezione di Cristo è compimento?

Risposta: Atti 3:25 – « Voi siete i figliuoli de’ profeti, e del patto che Dio fece coi vostri padri, dicendo ad Abramo: E nella tua progenie tut­te le nazioni della terra saranno benedette ».

Genesi 22:18 – « E tutte le nazioni della terra saranno be­nedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla mia voce ».

Vedi anche Gen. 26:4; Gen. 12:3; Gal. 3:16; Gen. 3:15.

Gesù Cristo risuscitato è la progenie in cui tutte le nazioni saranno benedette, poiché Egli allontanerà le loro iniquità. Inoltre, la resurrezione è la sostanza della promessa fatta ai padri.

Atti 26:6-8 – « E ora son chiamato in giudizio per la speranza del­la promessa fatta da Dio ai nostri padri; della qual promessa le nostre dodici tribù, che servono con fervore a Dio notte e giorno, sperano di vedere il compimento. E per questa spe­ranza, o re, io sono accusato dai Giudei! Perché mai si giu­dica da voi cosa incredibile che Dio risusciti i morti? ».

Gesù risuscitato, primogenito di coloro che dormono, è il com­pimento di questa promessa fatta ai padri. La Sua resurrezione è veramente la garanzia dell’adempimento di tutte le promesse di Dio.

Essa dimostra con potenza che Egli è il Figliuolo di Dio, e perciò che le promesse della Bibbia, di cui Egli fa fede (Luca 24:44), sono la vera Parola di Dio.

(3) E’ una prova della giustificazione provvidenziale dei credenti.

Rom. 4:23-25 – « Or non per lui soltanto sta scritto che questo gli fu messo in conto di giustizia, ma anche per noi ai quali sarà così messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha ri­suscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a cagione delle nostre offese, ed è risuscitato a cagione della nostra giustificazione ».

(4) Per mezzo di essa i credenti nascono ad una speranza viva.

I Piet. 1:3, 4 – « Benedetto sia l’Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella Sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ad una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, im­macolata e immarcescibile, conservata ne’ cieli per voi ».

La resurrezione di Cristo è la verità che, resa vivente nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, risulta nella nuova na­scita in una speranza viva, ed in un’eredità incorruttibile e sem­pre splendente

Vedi ( Rom. 10:9). Per mezzo della fede in un Cristo risuscitato, Cristo che « è la nostra speranza »

(1 Tim. 1:1) comincia a vivere in noi. La resurrezione di Cristo è anche il solido fondamento su cui possiamo costruire la nostra speranza per il futuro.

(5) Da’ al credente la possibilità di partecipare al sacerdozio eterno di Cristo.

Eb.7:22-25 – « E’ di tanto più eccellente del primo il patto del quale Gesù è divenuto garante. Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché per la morte erano impediti di durare; ma questi, perché dimora in eterno, ha un sacer­dozio che non si trasmette; ond’è che può anche salvar appie­no quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro ».

Vedi anche I Giov. 2:1; Giov. 11:42; Rom. 8:34.

(6) Da’ un’idea della misura della potenza di Dio messa a disposi­zione del credente.

Ef.i 19-20 – « E qual sia verso noi che crediamo, l’immensità della sua potenza. La qual potente efficacia della sua forza Egli ha spiegata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece se­dere alla propria destra ne’ luoghi celesti ».

(7) Fa sì che il credente possa portare frutto per Dio.

Rom. 7:4 – « Così, fratelli miei, anche voi siete divenuti morti alla legge mediante il corpo di Cristo, per appartenere ad un al­tro, cioè a colui che è risuscitato dai morti, e questo affinché portiamo del frutto a Dio ».

(8)Avvalora la promessa di un futuro giudizio fatta da Dio.

Atti 17:31 – « Perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo che Egli ha sta­bilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti ».

Gesù Cristo afferma che Dio avrebbe giudicato il mondo per mezzo di Lui (Giov. 5:22, 27-29):

« Il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figliuolo. E gli ha dato autorità di giudi­care perché è il Figliuolo dell’uomo. Non vi meravigliate di que­sto; poiché l’ora viene in cui tutti quelli che son nei sepolcri udran­no la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene in resurrezione di vita; e quelli che hanno operato male in resur­rezione di giudizio».

Risuscitando Cristo dai morti, Dio ha posto i1 Suo suggello su questa affermazione. Se gli uomini chiedono come si possa sapere che il giorno del giudizio sta per venire, giorno in cui Cristo giu­dicherà il mondo con giustizia, si può a ragione rispondere: « Per­ché Cristo è risuscitato dai morti ». Il fatto certo della resurre­zione di Cristo nel passato indica con certezza la venuta del giudi­zio futuro. Il credere in un giorno di giudizio non è dovuto ad una fantasia di teologi, ma è un fatto positivo e una fede basata su un fatto provato.

(9) Fornisce una base solidissima alla fede delta nostra resurrezio­ne futura.

2 Cor. 4:14 – « Sapendo che Colui che risuscitò il Signor Gesù, risu­sciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparir con voi alla sua presenza ».

Vedi anche 1 Tess. 4:14.

« Come la primizia dei raccolti mietuti sulle colline e nelle pianure della Palestina veniva subito portata nel tempio, ed agitata davanti al Signore, quale garanzia che ogni spiga di grano cresciu­ta in Palestina sarebbe stata mietuta e raccolta felicemente, così la resurrezione di Cristo è la dimostrazione che noi, suo popolo, saremo risuscitati… Proprio come il sepolcro di Cristo divenne un sepolcro vuoto, altrettanto certamente i sepolcri dei Suoi diverran­no vuoti; come Egli si levò e innalzò un canto di vita e di immortalità, così i Suoi usciranno dalla tomba. Il profeta Isaia così si esprime: “Svegliatevi e giubilate, o voi che abitate nella polvere! Poiché la tua rugiada è come la rugiada dell’aurora, e la terra ridarà la vita alle ombre. Rivivano i tuoi morti! Risorgano i miei cadaveri!”.

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