Cristologia-L’umanità di Cristo

Cristologia: l’umanità di Gesù Cristo

 

Gesù Cristo fu il figlio dell’uomo, come Egli Stesso proclamò di essere. Come tale Egli è il rappresentante di tutta l’umanità. In Lui convergono tutte le linee della nostra comune umanità.

« Egli fu il Figlio dell’Uomo” poiché fu il solo a realizzare tutto ciò che era contenuto nell’idea di uomo, come secondo Ada­mo, capo e rappresentante della razza umana. L’unico vero e per­fetto fiore, che mai si sia sviluppato dalla radice dell’umanità. At­tribuendosi questo titolo, Cristo testimoniò contro gli errori diame­tralmente contrastanti riguardo alla Sua persona, sia quello degli Ebioniti, dandogli esclusivamen­te il titolo di “Figliuolo di Davide”, sia quello degli Gnostici, che negano la realtà della natura umana che Egli portava» .

«Cristo è nella razza umana e appartiene alla razza umana, è nato di donna e vissuto come membro dell’umanità soggetto alle condizioni umane. » (Bu­shnell).

La Sua umanità è dimostrata:

1. Dalla sua parentela umana.

Nella Sua nascita, Gesù Cristo si sottomise alle condizioni di una vita umana, in un corpo umano; Egli diventò il seme dell’uma­nità per mezzo di una nascita umana.

(1) Fatto di donna Gal.4:4 – «Ma quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò il Suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge ».

Matt. 1:18 – « Or la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe; e prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo ».

Vedere Matt. 2:11; 12:47; Giov. 2:1; Ebr. 10:5.

A questo punto è appropriato parlare della nascita di Gesù da Maria Vergine. Tratteremo alcune obiezioni correnti.

Obiezione 1. I resoconti della nascita da Maria Vergine in Matteo e Luca furono aggiunti secoli dopo che i Vangeli furono scritti.

Risposta: « I capitoli in Matteo e Luca, nei quali è ricordata la nascita di Gesù furono trovati in tutti i manoscritti non mutilati del Nuovo Testamento. Esistono molti manoscritti, ma in nessuno sono omessi questi capitoli, che si trovano in tutte le versioni e traduzioni dei manoscritti riconosciuti come autentici» (Sutton).

«E’ ‘vero che gli Ebioniti, come furono comunemente chiamati, possedevano un Vangelo basato su Matteo, nel quale mancavano i capitoli sulla natività. Ma questo non era il vero Vangelo di Matteo: nel migliore dei casi era una forma mutilata e corrotta di esso. Il Vangelo autentico, come attestano i manoscritti, ha conte­nuto sempre questi capitoli » (Orr).

« Nessuna copia del Vangelo di Matteo e di Luca ha mai omes­so questi capitoli. Esistono migliaia e migliaia di manoscritti, ed anche molte versioni del Nuovo Testamento che risalgono alla me­tà del secondo secolo dell’era Cristiana, ma tutti indistintamente contengono e sempre hanno contenuto i racconti della nascita di Maria Vergine, proprio come li abbiamo oggi nelle nostre Bib­bie » (Gray).

Si sa che il Credo degli Apostoli è esistito nella prima parte del II secolo e da esso diciamo: nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria.

Nei 60 anni seguenti la morte di Cristo, i Suoi seguaci scrive­vano e parlavano intorno alla Sua Nascita. Ignazio di Antiochia, discepolo degli Apostoli, disse: “La verginità e la gravidanza di Maria furono nascoste dal principe di questo mondo… Io dò glo­ria a Gesù Cristo l’Iddio, il quale vi ha accordato tale saggezza; poiché io ho capito che voi siete certi e ferma­mente persuasi, come se toccaste veramente il nostro Signore, che Egli è della razza di Davide secondo la carne, per volontà e po­tenza divina, veramente nato da una Vergine e battezzato da Giovanni”

Obiezione 2. Vi sono delle contraddizioni tra i resoconti di Matteo e Luca della nascita di Gesù in relazione alla presentazione delle genealogie.

Risposta: Matteo racconta la storia dal punto di vista di Giu­seppe, Luca la racconta dal punto di vista di Maria; e ciò che uno omette, l’altro lo aggiunge in modo che uno è il complemento dell’altro. Luca entra più nei particolari che non Matteo, poiche’ Maria conosceva più a fondo di Giuseppe il sacro mistero. Entrambi, tuttavia, concordano nel dire che Gesù nacque da una Vergine.

Molti hanno detto che vi è una contraddizione nella genealogia di Luca 3:23. L’obiezione a questo passo è che, nientre Matteo dice che Giuseppe fu il figlio di Giacobbe, Luca dice che era figlio di Eh. In che modo poteva egli essere figlio di Giacobbe e di Eli? «Egli non poteva essere per generazione naturale figlio di Giacobbe e di Eli. Ma in Luca non è detto che Eli generò Giuseppe, e cosi la spiegazione naturale è che Giuseppe era genero di Eli, il quale era, come Giuseppe stesso, discendente di Davide. Che, in quel caso, fosse chiamato figlio di Eli, sarebbe in accordo con l’usanza ebrai­ca » (Scofield).

Sia Luca che Matteo fanno attenzione a non dire che Gesù era figlio naturale di Giuseppe. Matteo fa una perifrasi per evitare que­sta idea (« Giacobbe generò Giuseppe, marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, il quale fu chiamato il Cristo »), mentre Luca inseri­sce la clausola « essendo figlio, come si stimava, di Giuseppe». Così abbiamo visto che l’obiezione sul fatto che il nome di Giuseppe appare nella genealogia come padre di Gesù, senza esserlo, è con­futata.

Obiezione 3. La nascita di Cristo da Maria Vergine è così im­portante che Egli ne avrebbe fatto un soggetto di rivelazione Lui stesso, se fosse stato un fatto storico.

Risposta: Riguardo al silenzio del Nostro Signore nei confronti della Sua nascita da Maria Vergine, è pericoloso speculare su ciò che Egli avrebbe o non avrebbe dovuto dire. Giovanni dice che il suo libro contiene soltanto una piccola parte della parola e delle azioni del Signore; e Cristo stesso affermò ai Suoi discepoli che aveva molte altre cose da dire loro, ma che essi non potevano comprenderle ancora. Se questa obiezione fondata sui silenzio di Gesù si deve prendere in considerazione, dobbiamo però notare il fatto che il nostro Signore, il quale era senza dubbio un membro ideale della famiglia di Giuseppe, per quanto vediamo dalle Scrit­ture, non si riferì mai a Giuseppe come Suo Padre, mentre invece si riferì a Maria come a Sua Madre (Giov. 19:26).

Se la storia della Sua nascita fosse stata falsa, Cristo certa­mente l’avrebbe negata, poiché essa avrebbe gettato cattiva luce sul buon nome di Sua Madre. Questa obiezione non dovrebbe ave-re alcun peso. E dovrebbe essere sufficiente pensare che l’episodio della nascita di Cristo da Maria Vergine era conosciuto al tempo del nostro Signore. Elisabetta, madre di Giovanni Battista, lo co­nosceva (Luca 1:39-45) e gradualmente divenne di comune possesso di tutti i discepoli. Un fatto così stupendo e glorioso non poteva restare a lungo nascosto.

Obiezione 4. Il silenzio di Giovanni, Marco e Paolo riguardo alla nascita dalla Vergine non si può spiegare.

Risposta: Una mortale eresia era sorta ai giorni di Giovanni:

” Si negava che Gesù fosse venuto in carne”, e Giovanni scrisse il suo vangelo per confutarla. Con un segno di penna, Giovanni incomincia a tracciare la divina discesa del nostro Signore risalendo prima di Adamo, prima ancora che le stdle del mattino cantassero insieme, prima che i mondi fossero fatti e gli ordini fossero formati, nell’eternità, e dice: ” Nel principio la Parola era”, il Logos, l’Agente attivo dell’Iddio Altissimo. Giovanni afferma nel primo versetto l’eternità di Cristo, la Sua unità con Dio, e la Sua Deità, e prosegue mostrando attraverso tutto il suo Vangelo la gloria, l’autorità e la potenza dell’Eterno Figlio di Dio. Tutto il libro presume una nascita miracolosa.

« L’obiezione su cui si insiste maggiormente è il silenzio intorno alla nascita miracolosa nei rimanenti Vangeli, ed in altre parti del Nuovo Testamento. Questo, si dice, prova in maniera decisiva che la nascita da Maria Vergine non era conosciuta negli ambienti Cristiani primitivi, e che fu una leggenda di origine posteriore. Riguardo ai Vangeli di Marco e Giovanni l’obiezione applicherebbe se il proposito di questi Vangeli fosse quello di narrare, come gli altri fanno, le circostanze della natività. Ma questo evidentemente non era il loro scopo. Sia Marco che Giovanni sapevano che Gesù aveva avuto una nascita umana, un’infanzia e una giovinezza, sapevano che Sua madre era chiamata Maria,ma di proposito deliberato non ci dicono nulla intorno a ciò. Marco incomincia il suo Vangelo con l’ingresso di Cristo nel ministerio pubblico, e non dice nulla del periodo precedente;specialmente di come Gesù venne ad essere chiamato “Figlio di Dio” (Marco 1:1). Giovanni nomina la divina venuta di Gesù e ci dice che la “Parola fu fatta carne” (Giov. 1:14); ma egli non dice come questo miracolo fosse avvenuto. Questo non era nel suo piano.

Egli conosceva la tradizione della chiesa su questo soggetto: aveva nelle mani i Vangeli che narravano la nascita dalla Vergine, ed ammette senz’altro come vero il loro insegnamento.

Parlare di contraddizione in un caso simile è fuori questione.

Lo scopo di Paolo quando scrisse fu particolarmente quello di rendere chiari i fatti dell’espiazione, della resurrezione e della seconda venuta di Cristo; di conseguenza egli sorvola su tutti gli episodi della vita di Gesù. Sarebbe logico dire anche che Paolo non credeva ai miracoli del nostro Signore, così come non poneva fede nella Sua nascita miracolosa, dato che egli tace su entrambi i fatti. Paolo sapeva che il maggior sostegno alla nascita miracolosa si trova nella resurrezione, perciò fondò il suo insegnamento sul carattere perfetto, sulla mediazione, sulla vita di resurrezione sull’intercessione, sulla presenza spirituale e sulla potenza di Cristo, come si vede nella Sua chiesa che si spande ovunque. Tutti questi

fatti presupponevano l’incarnazione. Che Paolo considerasse come certa la nascita miracolosa è chiaramente mostrato dai seguenti passi: Fil. 2:7; Rom. 8:3; Gal. 4:4-5.

Obiezione 5. I discepoli erano divisi nella loro credenza riguardo alla nascita miracolosa di Cristo, alcuni ritenendolo il figlio di Dio. Se non erano d’accordo neanche tra loro, perché dovrebbe essere questo un soggetto di così grande importanza al giorno di oggi?

Risposta: Questa obiezione è basata sui seguenti passi delle Scritture: Matt. 13:55: <Non è questo il figlio del falegname?>. Queste parole furono pronunciate dai Giudei che, vedendo le opere meravigliose del Signore, non riuscivano a comprenderle su un piano naturale, e perciò fecero quella domanda. Qui non vi è nessuna prova che dimostri che i discepoli seguissero simili tradizioni. Giov. 1:45: « Filippo trovò Natanaele e gli disse: Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge, ed i profeti: Gesù, figliuolo di Giuseppe, da Nazareth». Questa citazione riporta le parole di Filippo, il quale aveva appena deciso di diventare un discepolo del Signore. Prima di quel momento egli non aveva sentito parlare dell’incarnazione, quindi queste parole non possono sostenere ltaffermazione che i discepoli del Signore credevano che Gesù fosse il figlio di Giuseppe. Giov. 6:42: « E dicevano: non ècostui Gesù, il figliuol di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? ». Queste parole furono dette dai Giudei, i quali non erano discepoli, e furono causate dal grande discorso del Signore sul « pane della vita ». Per questo i Giudei increduli mormorarono contro di lui « perché aveva detto: Io sono il pane che è disceso dal cielo » e dicevano: « Non è costui il figliuol di Giuseppe? ». Il nostro Signore disse che l’incredulità non può accettare la realtà dell’incarnazione, poiché questa verità è incomprensibile a tutti, eccetto a quelli che sono i figli della fede. Giudicando da questi passi, non vi è alcun motivo per pensare che vi sia stata tra i discepoli l’idea che il Signore fosse figlio naturale di Giuseppe.

Obiezione 6. La nascita di Maria Vergine, derivata dai miti pagani degli dei incarnati, fu adottata dai discepoli per magnificare Gesù.

Risposta: Gli antichi miti pagani sostenevano che gli dei potevano venire sulla terra e incarnarsi negli uomini. Una simile concezione è forse la più abbietta e rivoltante che troviamo nella letteratura, antica e moderna. Un Dio pagano scende in una famiglia pura e onesta, ne prende per sé la moglie o la figlia, secondo le voglie della sua depravazione, ed il risultato di una simile unione è un superuomo, un uomo-dio, un eroe. Tuttavia, nessuno scrittore pagano sostenne che qualcuno dei suoi eroi fosse nato da una Vergine. Essi dichiararono che i loro eroi, come Alessandro e Cesare, e altri, erano figli di dei.

Tertulliano, un ministro della chiesa primitiva, dimostrò ai pa­gani dei suoi giorni che i loro miti erano semplicemente ridicoli e che non vi era nessun rapporto tra le loro favole nauseanti e le nar­razioni del Vangelo riguardo alla nascita miracolosa di Gesù. I nostri oppositori replicano che i seguaci di Budda, di Zoroastro e di altri, dichiararono che i loro maestri nacquero da una vergine. A questo il Dr. Orr replica: « Nessuno scrittore pagano di nota, per almeno 200 anni dopo il tempo di Budda, dichiarò che egli fosse nato da una vergine. Tutti gli studiosi di storia sanno che nella vita di questi antichi capi religiosi non si è mai trovato nulla che potesse convin­cere una persona seria ed equilibrata che essi fossero nati in modo soprannaturale; anzi le persone intelligenti e colte di quei tempi non accettarono simili favole come vere. Inoltre le predizioni mes­sianiche che si trovano nel Vecchio Testamento e che sono adempiuto nella vità di Gesù, costituiscono una prova ulteriore in merito. Niente di simile si può dire di Budda e Maometto, e di qualche altro fondatore di una religione pagana. I Profeti, molti secoli prima della nascita di Cristo, ne predissero il luogo di nascita, le sofferenze e l’espiazione per il peccato. Perciò l’argomentazione basata sui miti pagani per confutare la nascita miracolosa di Cristo cadde già dal principio.

Altre argomentazioni a sostegno della nascita miracolosa di Gesù Cristo, sono basate sulle dichiarazioni contenute nel « Figlio della Vergine » di John Champion.

L’ispirazione delle Scritture è in gioco se esse falliscono nel presentare la questione vitale della natura e della persona di Cristo.

In breve, non è in gioco soltanto la dottrina della nascita dalla Vergine, ma sono in gioco anche tutte le dottrine basate sulla rive­lazione degli Scritti Sacri. Dall’esito dipende l’attendibilità della rivelazione di tutta la parola di Dio. E’ bene che l’autorità delle Scritture sia stata stabilita da secoli. La religione senza autorità non può fare di più di quanto possa fare lo stato. Non possiamo respingere la rivelazione piena di autorità dello Spirito Santo sulle importantissime questioni di chi fosse Gesù Cristo, di come Egli sia venuto e quale sia stata la natura della Sua persona, senza ‘ninare la fede nella veridicità delle Scritture nei riguardi della nostra personale relazione con Dio.

Se l’ispirazione non ebbe sufficiente influenza e controllo per impedire a Matteo e a Luca di riferire degli errori come se fossero verità, in una questione di così grande importanza, l’ispirazione perde il vero elemento che la rende tale. Questo vorrebbe dire che la fede nella veridicità della Bibbia su certe questioni di vitale importanza è perduta e che la battaglia del naturalismo è vinta. Il nostro Signore dice: « Le Scritture non possono essere annullate ». Gli archeologi affermano che pochi scritti antichi si avvicinano alla Bibbia per attendibilità; ed essi, naturalmente, si riferiscono a questioni che hanno poco o nulla a che fare con l’attendibilità della Bibbia come autorità quanto alla relazione di Dio con l’uomo e dell’uomo con Dio.

Il Nuovo Testa­mento non è meno ispirato del Vecchio. Questo anche i nemici lo debbono asserire. Allora il Nuovo Testamento non può essere de­molito senza disgregare la fortezza dell’autorità di Cristo che èveramente simile a Lui stesso, e cioè uguale ieri, oggi, e sempre.

 

L’argomentazione basata sulla consoneità appoggia la fede in queste narrazioni.

Una concezione soprannaturale è consone alla nascita di una Persona soprannaturale. Gesù Cristo è l’unica manifestazione del soprannaturale nel mondo del naturale. Il miracolo della nascita dalla Vergine si accorda con la natura miracolosa della Sua persona. Soltanto dei mezzi soprannaturali di incarnazione sembrano essere sufficienti per introdurre nel mondo una persona divina preesistentq. Così Moffat traduce il racconto di Luca. « Come può essere questo?

disse Maria all’angelo. Io non ho marito. E l’angelo rispon­dendo le disse: Lo Spirito Santo verrà su dite e la potenza dell’Al­tissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò ancora ciò che nascerà sarà chiamato Santo, Figliolo di Dio ». La narrazione della nascita dalla Vergine è in perfetta armonia con l’intera catena degli avve­nimenti e delle circostanze naturali e soprannaturali in relazione con la venuta di Cristo. Essa si adatta magnificament~ all’Annuncia­zione, al salmo di Elisabetta, al cantico di Maria, al canto degli angeli, alla visita dei pastori, all’arrivo dei Magi d’Oriente, alla stella che li guidava, all’adorazione di Simeone e di Anna nel tempio, al tentativo fatto da Erode di uccidere il Bambino profetizzato, per mezzo di una strage generale dei fanciulli allora in vita, alla fuga in Egitto e Così via. Tutta questa animazione fuori del naturale, per non parlare di tutto quanto accadde prima e dopo la Pentecoste, è più adatta ad una nascita dalla Vergine che non ad una nascita comune.

L’argomentazione basata sulla psicologia e sulla biologia sostiene la verità della nascita dalla Vergine.

Si sa molto bene che le nostre anime e i nostri corpi provengono dai nostri genitori. La natura psichica del bambino, visibile per mezzo del suo corpo, porta vari segni che dimostrano la provenienza dai genitori. Ma l’eredità non si ferma a questo punto. La persona­lità è generata, ed è formata da anima e corpo. Il resto è spirito. Secondo la legge biologica, ogni tipo di vita produce un essere della sua specie. Quando è possibile che due tipi si uniscono per generare, il frutto della loro unione reca la natura dei due: La nascita dalla Vergine unisce nel suo frutto il divino e l’umano, il naturale ed il soprannaturale. Quanto sia impossibile che possa avvenire un’incarnazione di una persona preesistente contemporaneamente con la concezione di questa stessa persona per mezzo di un padre umano possiamo vederlo quando ricordiamo che mai un padre ed una madre umani hanno generato una creatura senza che fosse creata una nuova personalità. La concezione miracolosa è coerente con la legge di ereditarietà sia dei fattori naturali che di quelli soprannaturali che l’hanno determinata. L’incarnazione di una persona divina in una persona umana, per mezzo di due genitori umani, significherebbe che un essere potrebbe avere due personalità. Biologicamente è impossibile sostenere che il figlio di Maria e di un padre umano fosse uno con l’eterno Figlio di Dio. Dobbiamo prendere una posizione: o che non vi era nessun preesistente Figliuolo di Dio, o che non vi fu nessun intervento di padre umano quando Gesù nacque. Se Dio, il Figliuolo, era sempre esistito prima dell’incarnazione, chi era dunque questa seconda persona, generata da Maria e un padre umano? Se non crediamo al racconto della Bibbia, non vi è nessun punto di arresto logico, biologico o psicologico, a meno che non si voglia accettare l’errore di una duplice personalità Cristo.

L’argomentazione basata sulla deità di Cristo e sulla Trinità sostiene la verità della nascita dallaVergine.

Abbiamo visto che le nature delle due vite dei genitori, uniscono nella concezione dell’embrione, determinano la natura o le nature che essi hanno generato. Solo ciò che è generato dal divino e dall’uomo può essere considerato come divino e umano.

Maria e Giuseppe ebbero altri figli dopo la nascita di Gesù . Se la nascita dalla Vergine non fosse vera, Giacomo, Josè,Giuda, Simone e le loro sorelle avrebbero in maniera generica la stessa personalità di Gesù. I genitori umani e divini del nostro Signore determinano per sempre lo status della sua persona. Con un padre umano, Egli sarebbe genericamente simile a tutti noi, e quindi non ci sarebbe ragione di stimare la Sua divinità personale maggiore della divinità di noi tutti.

La Trinità è una dottrina che forza i cristiani a scegliere di credere in essa, piuttosto che una dottrina scelta da loro e il potere sovrumano e l’opera della persona di Gesù Cristo costringono ad accettarla. Così noi concludiamo logicamente che il carattere di Cristo e la Sua nascita si controbilanciano a vicenda, e che i mezzi usati per entrare nella vita umana differiscono necessariamente dai nostri, così come Egli differisce da noi nella persona,nell’opera, nella posizione e in potenza. Se Cristo non è un essere soprannaturale, non esiste una seconda persona nella Trinità, e se non vi è una seconda persona nella Trinità, quest’ultima cessa di essere tale. Se la catena si spezza qui, gli altri anelli non hanno alcun valore.

L’argomentazione basata sulla redenzione sostiene la verità della nascita dalla Vergine. Se si vuole avere una visione equilibrata dell’opera espiatoria di Cristo, è necessario avere un altrettanto equilibrato e giusto modo di considerare la Sua nascita. Meno vediamo la Deità di Cristo nella Sua nascita soprannaturale, e meno di tale deità noi vediamo nella Sua morte espiatoria. Se perdiamo di vista il Cristo storico dei Vangeli e la Sua nascita miracolosa quale viene ricordata, non rimane neppure l’ombra del divino nella nostra redenzione.

Di questo testimonia l’esperienza di milioni di persone che sono state rigenerate attraverso la fede in Cristo.Il rifiuto della nascita dalla Vergine è usualmente avanzato da coloro che non hanno esperimentato la rigenerazione per mezzo dello Spirito di Dio, e che non credono in essa. Se uno è nato dallo Spirito di Dio, ciò lo pone nella posizione di accettare il sovrannaturale della Parola di Dio, perché egli è in se stesso e nella sua propria esperienza un testi­mone di esso. L’aver avuto una esperienza soprannaturale e per mezzo di essa l’essere entrato spiritualmente in relazione con Dio, prepara uno al resto della rivelazione divina che è al disopra ed oltre la mente naturale.

Noi crediamo nella nascita dalla Vergine perché nessuna delle obbiezioni finora sorte contro di essa, è sufficiente, soddisfacente e conclusiva. Infatti, nessuna obbiezione accettabile e positiva èstata e può essere fatta. Il carico delle prove sta a quelli che negano un fatto comunemente accettato e che 19 secoli di storia affermano come vero.

(2) Fatto del seme di Davide.

Rom. 1.3,4-“…. e che concerne il Suo Figliuolo, nato dal seme di Davide secondo la carne”.

Vedere Atti 13:22-23; Luca 1:31-33. Pensiamo che questa sia una questione importante e degna di un esame più approfondito di quanto non le sia generalmente ac­cordato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *