Discernimento biblico

(Distinguere il vero dal falso) I Tessalonicesi 5:16-22

Il discernimento è un processo che ci permette di fare delle distinzioni accurate nella nostra valutazione della verità; chi è in grado di discernere sa come discriminare la verità dall’errore. La parola discriminazione ha una connotazione negativa ma il suo significato vuol dire semplicemente “tracciare una distinzione chiara”. Nella società odierna fare delle distinzioni è un’azione non gradita, c’è la tendenza a non valutare le cose e ad accettare tutto; facilmente e superficialmente si crede ad ogni cosa senza riflettere o investigare prima a fondo per vedere se ciò è vero o falso. Il discernimento biblico esorta a giudicare ogni cosa e a fare delle valutazioni, certamente senza insinuare, diffamare, né essere contenziosi.
Le lingue originali della Scrittura usano specificamente il termine discriminazione, che viene tradotto spesso nell’Antico Testamento, quindi in Ebraico discernimento, comprensione, capacità, implica dunque il concetto di fare delle distinzioni. Nel Nuovo Testamento, discernere, nel greco, ha il significato di “fare una distinzione” o “differenziare”, “separare una realtà da un’altra”, quindi il “mettere le cose nella giusta prospettiva” prima di esprimere un parere o fare una decisione. Più che mai il credente deve sviluppare questa capacità di discernere per non cadere nelle insidie del diavolo, per rifiutare le false dottrine e per respingere tutti i tentativi subdoli del nemico che vorrebbe distogliere il credente dal Signore e turbare la compattezza della chiesa.

    Cosa minaccia un vero discernimento biblico?

Oggigiorno nei vari ambienti religiosi non si incoraggia i credenti a pensare in maniera biblica, ad usare la mente per capire e conservare chiare convinzioni dottrinali. Ci vuole precisione nella comprensione della Scrittura e non una libera interpretazione di essa basata su opinioni personali e vedute individuali. C’è un pericolo di relativismo che aggredisce la chiesa, il concetto di adattare tutto del cristianesimo ai modelli, ai metodi e alle maniere dei nostri tempi. Il discernimento scompare quando non esistono più degli assoluti, quando non c’è una sana dottrina a cui paragonare ogni cosa. Il relativismo moderno combatte un cristianesimo intelligente e dottrinale, e ne promuove uno psicologico, epidermico, mistico che si basa più sull’esperienza che sulla verità della Parola scritta.

Una seconda considerazione è che non si contrasta più il falso. Pochi sono disponibili a insegnare e dire ciò ch’è giusto e ciò che non lo è. Si cade sempre più in un buonismo politico che afferma: nessuno ha veramente ragione e nessuno ha veramente torto. Non esiste una vera distinzione tra il vero e il falso e in realtà neanche si crede che ci sia. Una predicazione biblica precisa, per alcuni, può offendere, tende ad essere troppo categorica. Il relativismo cristiano non accetta l’insegnamento biblico in termini di “bianco e nero” preferisce piuttosto un realtà “colorata” che permette a tutti una vita con più opzioni che possono soddisfare meglio i propri gusti e le proprie esigenze personali.
La tendenza di rompere con le posizioni dottrinali del passato e il voler distinguersi da ciò ch’è stato insegnato fino ad ora non è positiva. Dove non c’e continuità nell’insegnamento si perde la capacita di discernere e ci si apre all’inganno. Paolo incoraggiava Timoteo non ad innovare l’insegnamento biblico ma a conservarlo e a tramandarlo I Timoteo 1:5; 2:2; cfr. Giuda 3.

Il testo di I Tessalonicesi 5:21-22 ci indica TRE ASPETTI FONDAMENTALI per quanto riguarda il discernere:

  1. Esaminare (giudicare) ogni cosa;
  2. Ritenete il bene;
  3. Astenetevi da ogni specie di male.
    I. Esaminare (giudicare) ogni cosa

L’elenco che esiste nel testo parla degli obblighi che ogni credente ha; sono dei comandamenti basilari importanti per un salutare cammino cristiano. Così come ognuno è chiamato ad essere gioioso, a pregare, a rendere grazie, dare spazio allo Spirito Santo, apprezzare le profezie [nel Nuovo Testamento è indice della proclamazione della verità divina, quindi accogliere nel cuore la predicazione dell’Evangelo], così il credente deve anche esaminare ogni cosa.
Il discernimento non è solo un dovere pastorale o riservato agli anziani di una comunità ma viene imposto ad ogni credente. Il discernimento è presentato qui come un attento esame. La necessità di analizzare, valutare o mettere alla prova determinate situazioni e affermazioni. In altre parole bisogna verificare l’autenticità di tutto ciò che ascoltiamo prima di convalidarne la veridicità. Dio non vuole che i suoi figli siano dei creduloni ma desidera che si attengano alla verità della Scrittura e siano in grado di capire quando una dottrina, un insegnamento, una consuetudine o un atteggiamento sia contrario ai principi dell’Evangelo.

La Bibbia denuncia alcune forme di giudicare.

  • Usare due pesi e due misure o l’ipocrisia Matteo 7:2-5.
  • Essa esorta contro l’esprimere un giudizio sulle motivazioni o i sentimenti di una persona in quanto non è possibile all’uomo conoscere i pensieri del cuore di un altro individuo Ebrei 4:2.
  • Esprimere un giudizio con l’intento di condannare, screditare e disprezzare non è consono al comportamento cristiano, Matteo 5:7.

Tuttavia la Bibbia insegna una forma corretta di giudicare anzi richiede che si faccia.

  • Gesù lo disse Giovanni 7:24.
  • Giudicare o valutare, verificare, esaminare le parole o gli insegnamenti che si ricevono e che si ascoltano I Corinzi 10:15.
  • Esiste una forma di giudizio anche nei confronti degli altri, in casi dove c’è una situazione di peccato palese, che non riguarda “quelli di fuori” (i non credenti), ma “quelli di dentro”, (i credenti) I Corinzi 5:12-13. In questa situazione subentra la disciplina della chiesa, e l’applicazione è riservata a chi ha la specifica responsabilità.
  • Un’altra forma di giudizio sancita dalla Scrittura è quella di esaminare e giudicare noi stessi I Corinzi 11:31.

Nell’esaminare ogni cosa il credente dimostra il desiderio di conoscere ciò che è vero, onesto, e corretto. La sua valutazione si basa su un quadro completo e obiettivo della situazione senza giungere a delle conclusioni frettolose. Bisogna essere premurosi nell’esaminare per vedere come stanno realmente le cose Atti 17:11. I credenti di Berea investigarono le Scritture per vagliare il parlare di Paolo non perché sospettosi o superbi ma perché sinceramente desideravano conoscere la verità.
I Tessalonicesi, anche se avevano accolto la Parola loro annunciata come divina, facilmente dimenticavano ciò che Paolo aveva detto quando era insieme a loro e si lasciavano influenzare e dissuadere da varie situazioni e insegnamenti errati I Tessalonicesi 3:1-5; II Tessalonicesi 2:1-2.
Quando si è privi della capacità di discernere ogni vento nuovo di dottrina ci si spinge in una direzione nuova, come anche ogni informazione ricevuta ci fa continuamente cambiare parere. Prima di arrivare a certe conclusioni occorre saper mettere ogni cosa nella giusta prospettiva.

II. Ritenete il bene

Dobbiamo definire l’idea di “bene” o “buono” presente qui nel testo. A volte una cosa è considerata buona se è piacevole, bella a vedersi o attraente nell’esteriore. Una valutazione in questo senso può essere in realtà semplicemente un parere personale o influenzata dalle proprie concupiscenze carnali. Il bene qui nel testo non si riferisce necessariamente a ciò che piace, quanto a ciò ch’è vero, reale, autentico quindi affidabile ed in perfetto accordo con la Parola di Dio: questo è buono.
Il credente è attratto dal bene e possiede una predisposizione a ciò che è buono (vero). I suoi pensieri sono indirizzati verso le cose vere e a quelle in cui c’è qualche virtù Filippesi 4:8. Paolo scrivendo ai Romani evidenzia la necessità di accogliere il bene ma di respingere il male Romani 12:9.
Ritenere il bene esprime l’idea di difendere la verità senza dare spazio al falso. Custodire sane parole e giusti insegnamenti, conservare la Scrittura nel cuore II Timoteo 1:13-14.
Un altro aspetto importante risiede nell’attaccamento alla sana dottrina, perseverare nella verità II Tessalonicesi; IGiovanni 2:19. Non è possibile coltivare discernimento biblico se si è indifferenti verso tutta la verità dell’Evangelo. Quando si è disposti ad accantonare la verità della Scrittura, per esempio, per promuovere l’unità, si rischia di mettere in discussione l’autenticità e l’ispirazione della Bibbia.
Avere fede non significa accettare passivamente tutto ciò che viene insegnato ma credere fermamente in ciò che è vero. Il discernimento è in pericolo quando si dà poco conto alla verità o se ciò viene messo in secondo piano.
Un sano discernimento non ci condurrà a possedere una fede stimolata unicamente dai sentimenti, dalle emozioni, o dalle parole umane. I sentimenti, le emozioni, le esperienze, e le parole diventano “buoni” solo dopo averli giudicati alla Luce della verità della Parola. È pericoloso credere in qualcosa solo perché ha prodotto una certa esperienza spirituale intensa o perché abbiamo percepito una forte emozione o perché c’è piaciuto un certo ragionamento. Il discernimento biblico non ritiene ciò che necessariamente piace o che sia piacevole, ma ritiene ciò ch’è vero.

Astenetevi da ogni specie di male

Il termine tradotto con la parola astenetevi significa “tenersi alla larga”. Il nostro discernimento sarà offuscato se abbiamo troppo contatto con il male (falsità, comportamenti iniqui). Dio non vuole che diventiamo esperti in falsa dottrina cercando di capire in fondo e in ogni dettaglio gli errori, neanche investigare o diventare troppo familiari con dei comportamenti e delle azioni inique. Siamo esortati a conoscere il vero così bene che possiamo in un attimo distinguere il falso e non viceversa. Romani 16:19.
Le nostre scelte sono influenzate da ciò che ci circonda e da ciò che ascoltiamo, ecco perché è importante coltivare il cuore con la Parola di Dio, con discorsi che edificano schivando dispute e ragionamenti vani II Timoteo 2:14-17a.
Tenersi alla larga significa evitare quelle situazioni o affermazioni poche chiare o dubbiose. Ogni eresia contiene qualche elemento di verità e tuttavia risulta squilibrata. Non diamo per scontato che tutto quello che vediamo o sentiamo anche nell’ambito cristiano evangelico pentecostale sia la verità. Impariamo a conoscere personalmente la verità della Parola di Dio. C’è il rischio di cadere nella trappola del cavallo di Troia, non dimentichiamo che Satana si traveste da angelo di luce.
Il discernimento biblico non si lascia attrarre dal “grigio” o dall’ambiguità, cerca la chiarezza, si diletta nella verità, in ciò che è buono e sta alla larga da ogni specie di male.

 

 Discernimento biblico
   Studio n. 2

La ricerca del discernimento biblico

    Osea 6:6

    Consideriamo quali sono i passi necessari nella ricerca del discernimento biblico. Gli aspetti che prenderemo in esame sono:

    • Desiderare
    • Pregare
    • Seguire dei buoni esempi
    • Dipendere dallo Spirito Santo
    • Studiare la Bibbia

    I. Desiderare

    Come spesso accade, quando si cerca qualcosa nella vita, occorre che ci sia il desiderio. La stessa cosa vale per il discernimento, bisogna innanzi tutto volerlo Proverbi 2:3-6.
    Sarà impossibile acquisire discernimento se non esiste nessuna volontà di crescita o il pensiero di voler maturare. Quando ci si accontenta di lasciarsi governare dai propri sentimenti o, come nel caso di chi non conosce l’Evangelo, di una semplice tradizione religiosa, non ci si potrà difendere dagli errori dottrinali o dall’intraprendere delle vie sbagliate.
    Il desiderio di maturare consiste in un’alta opinione della Scrittura legata ad un entusiasmo prorompente di assimilarla quanto più possibile e correttamente. La volontà di Dio è che prendiamo dimestichezza con la Sua Parola II Timoteo 2:15.

      II. Pregare

    Una conseguenza naturale del desiderio è la preghiera che diventa l’espressione del sentimento del cuore verso Dio. Salomone, poiché desiderava sapienza e discernimento, chiese in preghiera di averli. I Re 3:1-12.
    La richiesta del re era priva di qualsiasi sentimento egoistico. Chiese “Sapienza per fare del bene al popolo”.Sapienza e discernimento dunque, non per un vanto personale ma per sapere come piacere al Signore e per essere di benedizione ad altri.
    Dio onorerà questi tipi di sentimenti, le nostre motivazioni sono importanti agli occhi del Signore (cfr. Giacomo 4:1-3). Dio promette di concedere discernimento (saggezza) a chi lo chiede Giacomo 1:5.

      III. Seguire dei buoni esempi

    Esiste la necessità di buoni esempi e il sapere circondare la propria vita con persone che hanno dato prova di saggezza e sapienza nel tempo. Purtroppo, anche negli ambienti evangelici assistiamo ad una maggiore ricerca di celebrità, invece di esempi di persone mature nella fede, uomini e donne che hanno pagato un prezzo per difendere la verità e predicare l’evangelo. Paolo esorta i filippesi a stimare uomini come Timoteo ed Epafrodito Filippesi2:19-30.

      IV. Dipendere dallo Spirito Santo

    Si è parlato dell’importanza di seguire dei buoni esempi, ma per quanto questo sia utile la nostra guida per eccellenza rimane lo Spirito Santo I Corinzi 2:11-15. Egli ammaestra il credente. Come credenti abbiamo bisogno di essere ammaestrati, proprio come i bambini quando vanno a scuola. Non comprendiamo molte cose e spesso siamo lenti nell’apprendere, abbiamo, però, un insegnante fedele: lo Spirito Santo (Giovanni 14:2 6).
    L’opera dello Spirito Santo, in qualità di Insegnante in realtà è la continuazione dell’opera di Cristo. Il Signore è il grande Maestro, ma lo Spirito Santo è il Suo rappresentante sulla terra per tutto il periodo in cui Gesù sarà personalmente assente dai Suoi Giovanni 14:1 6.
    Egli è un Insegnante perfetto (Cfr. Giovanni 14:26; I Corinzi 2:13; I Giovanni 2:20, 27) e sempre presente (Cfr.Salmo 139:7-13Giovanni 14:17). Come lo Spirito Santo ricordava ai primi credenti la verità rivelata loro da Cristo, così Egli ci illumina intorno alle verità contenute nella Scrittura; ci ammaestra per mezzo della Parola di Dio che Egli stesso ispirò.

    V. Studiare la Bibbia

      Salmo 119:9-11

      Inizialmente potrebbe sembrare superfluo ribadire la necessità dello studio della Parola di Dio. Ogni cristiano nato di nuovo conosce la sua importanza. Ahimè, la realtà delle cose non rispecchia tutto questo! Si scopre nella pratica, che tanti cristiani credenti sanno poco della Bibbia e per questo hanno una scarsa capacità di discernimento; il risultato: scelte sconvolgenti con ripercussioni traumatiche e drammatiche.
      Di conseguenza ci chiediamo: Come si è potuto arrivare a tutto questo, perché questa o quell’altra cosa sono successe? Chiediamoci prima di tutto come è il nostro rapporto con la parola di Dio? Se non c’è o se è superficiale avremo la risposta per rispondere agli interrogativi precedenti.

          A.

      La Bibbia è la base

      Nell’Antico Testamento i sacerdoti utilizzavano L’Urim (si) e il Tummim (no) per regolare e guidare le scelte (cfr,Esodo 28:30Numeri 27:21Proverbi 16:33). I giudei erano familiari con il tirare a sorte, i discepoli usarono questo metodo per rimpiazzare Giuda Iscariota Atti 1:23-26.
      Una volta stabilita la chiesa e l’insegnamento ad essa rivelato avvenne un cambiamento di metodo. Ebrei 1:1-2illustra che la volontà di Dio ci giunge tramite il Suo Figlio Gesù, la Parola fatta carne. La Scrittura si basa su tre aspetti fondamentali per poterci aiutare a scegliere bene:

      • 1. I comandamenti, le proibizioni e gli ordini espliciti.
      • Dieci comandamenti
      • L’insegnamento di Cristo
      • Le esortazioni degli apostoli

      Dove Dio chiaramente si esprime occorre semplicemente ubbidire e mettere in pratica, qui c’è poco su cui riflettere o decidere.

      • 2. Principi esposti da applicare alla nostra vita

      Non si tratta dunque di dichiarazioni specifiche che tutti debbono eseguire alla lettera ma il trasmettere principi da applicare nelle varie situazioni della vita.
      Matteo 19:16-30 qui Cristo chiede al giovane ricco di vendere tutto quello che ha e dare il ricavato ai poveri, ciò non significa che questo è il metodo per diventare cristiani o seguaci di Cristo. Invece ci è rivelato un principio da applicare praticamente, far di Gesù il Signore di tutto, dare a Lui il primato nella nostra vita.

      • 3. Racconti biografici nella Scrittura.

      In base alle esperienze fatte dai credenti nella Bibbia possiamo comprendere dai loro comportamenti, dalle reazioni e dalle scelte, in che modo noi dobbiamo agire.

       

          B.

      Consigli pratici nello studio della Bibbia

       

      Possiamo iniziare stando al culto, seguendo la lettura del brano scelto da chi predica con attenzione e attraverso la Bibbia aperta. Essere presenti alla maggior parte dei culti o studi possibili, così saremo continuamente ammaestrati ed esposti al contenuto della Scrittura.
      È importante dunque non lasciarsi distrarre, la scelta del posto dove ti siedi potrebbe contribuire a seguire meglio il culto. Non fa male prendere pure qualche appunto su ciò che si ascolta, magari una nota su cui riflettere in un secondo momento.

      • 2. Lettura sistematica della Bibbia

      Non affrontiamo la lettura come se fosse una specie di lotteria, ma scegliamo di leggere dei libri secondo filo logico, è importante seguire il discorso completo di un libro. Magari si potrebbe alternare nella nostra lettura, la mattina l’Antico testamento, la sera il Nuovo.
      Un altro metodo è studiare per temi, leggere quei passi che affrontano un argomento particolare, per questo potrebbero essere necessarie una buona chiave biblica o concordanza biblica.
      Lessi della pratica di un servo di Dio che leggeva gli stessi capitoli una volta al giorno per 30 giorni di seguito, così riusciva a focalizzare anche in senso visivo dove alcuni argomenti erano scritti. Qualcuno lo elogiava sulla sua conoscenza di certi libri e lui rispondeva, “non è questione di essere intelligente o meno, se dopo averlo letto 30 volte non riesco a sapere certe cose sono proprio una frana”. È utile anche l’esercizio di memorizzare porzioni della Scrittura.

      • 3. Una lettura tranquilla e coinvolgente

      Non bisogna sostenere un ritmo di lettura troppo frenetico o pesante. Non bisogna leggere la Scrittura come se qualcuno ti stia correndo dietro o come se stai correndo in una gara.
      È importante essere tranquilli quando leggiamo la bibbia, nel senso di non trattarla come un panino mangiato per strada o un caffè bevuto al banco di qualche bar. La Bibbia è cibo e per mangiare bene e per digerire bene ci vuole una pausa. “Fermatevi e riconoscete che io sono L’Eterno”. Fa male cibarsi di “Fastfood” e lo stesso vale nell’ambito spirituale.
      La mente deve essere sveglia e ben concentrata. Prima di consumare il nostro pasto ci fermiamo e preghiamo per la benedizione di Dio, lo stesso vale per il nostro approccio alla mensa del Signore. È bello applicare qui le parole che Dio disse a Mosé di fronte al pruno ardente Esodo 3:5. La lettura va “consumata” con preghiera, chiedendo al Signore di spiegare al nostro cuore ciò che leggiamo, proprio come se chiedessimo ad un autore qualsiasi di darci delle spiegazioni su certe sue affermazioni.

      • 4. Ubbidienza

      La conoscenza acquisita dalla lettura risulterà inefficace, e non si trasformerà in discernimento, se non è accompagnata dall’obbedienza. Non possiamo rallegrarci solo nel sapere le cose di Dio o conoscere la verità, la vera salvezza e salute dell’anima è nel mettere in pratica la Parola dell’Eterno Proverbi 4:22.
      Non vogliamo ingannare noi stessi con un falso senso di sicurezza, cioè credere che basta una conoscenza intellettuale di Dio, Giacomo ci esorta a riguardo 1:22.

       

       Discernimento biblico
         Studio n. 3

      Lo sviuppo del discernimento biblico

        I Corinzi 13:11

        Per sviluppare un discernimento biblico bisogna crescere nella grazia. La grazia di Dio ci fa lasciare uno stato cristiano infantile per diventare degli uomini completi Efesini 4:13; CoIossesi 4:12. Per quanto riguardo l’argomento del discernimento, significa “crescere nei nostri ragionamenti”, i quali produrranno le giuste scelte Tito 2:11-12.Credo che sia indispensabile avere una mente sobria. Il fulcro dello studio saranno gli aspetti di una mente sobriaTito 2:1-6; II Tim 1:3.

        • 1. Sensati
          Bisogna essere sensati e ponderati, e non avventati e sconsiderati. Avere una mente sobria significa far funzionare la nostra mente, impiegare la ragione e le capacità intellettive che ci distinguono dagli animali. Dio ci ha creati con la capacità di pensare, la Bibbia afferma che, a differenza delle bestie, all’uomo è stato dato intendimento e intelligenza, Salmo 32:9. Gli animali sono stati creati per agire in base al loro istinto l’uomo invece per comportarsi seguendo scelte intelligenti.
          Occorre imparare a non pensare solo a ciò che vediamo, che colpisce i nostri sensi o ha qualche effetto sulla nostra immaginazione. Dobbiamo imparare a pensare sulle basi delle cause, delle conseguenze, del perché di certe cose; avendo il desiderio di scoprire la verità.
          Tanti inciampano e vanno a sbattere perché sono insensati e avventati. Dio ci chiama a porre ben mente alla nostra vita, c’invita a ragionare e discutere con Lui Isaia 1:18, ad avere un dialogo ragionevole e una discussione intelligente Michea 6:1-3. L’ecclesiaste è giunto ad una conclusione finale sulle priorità della vita quando si è dato alla riflessione dopo un “discorso fatto tra sé e sé” Ecc. 12:13.
        • 2. Seri
          La serietà, in contrasto alla frivolezza e alla leggerezza. Non è un impedimento alla gioia o ad avere un senso d’umorismo. La gioia del Signore è la nostra forza e senza questa allegrezza non saremmo credenti. L’allegrezza è utile al momento giusto, nel luogo opportuno e nella giusta misura Proverbi 17:22 (versione Diodati: come una medicina). La medicina è un rimedio, si prende all’occasione, non può essere assunta in dosi eccessive.
          Dobbiamo evitare il superfluo, le parole sciocche per non cadere nelle buffonerie e nell’indecenza. Quella stessa medicina che fa del bene se usata impropriamente potrebbe farci del male. Dobbiamo stare attenti che una filosofia di vita troppo “allegra” e “libera” non ci conduca alla disavvedutezza e alla superficialità.
        • 3. Cauti
          Occorre la prudenza, essere cauti e non irragionevoli e caparbi. Agire con accortezza, guardare davanti, dietro, sotto, sopra prima di fare un passo. Davide curava il suo cammino con la speranza e il desiderio che Dio gli venisse incontro Salmo 101:2; ecco il risultato di questa sua prudenza I Samuele 18:14.
          Coloro che riescono a governare sé stessi saranno guidati da Dio. Chi invece preferisce vagare e vagabondare senza nessuna direzione o criterio sarà lasciato a sé. Chi non si lascia consigliare non potrà essere aiutato Proverbi 1:5,7b.
        • 4. Umili
          L’umiltà e la modestia fanno parte importante di una mente sobria I Pietro 5:5; Romani 12:3. Non pensare mai di avere smesso d’imparare, c’è sempre qualcosa che possiamo apprendere I Corinzi 8:2. Lasciarsi attrarre da un’apparenza umile, da contorni umili evitando il “fascino” della stravaganza e della pomposità.
        • 5. Contenti
          È importante essere soddisfatti e contenti di ciò che abbiamo nella vita I Timoteo 6:6-9; Proverbi 15:16Eccl. 5:12.Con questa mentalità e con questo modo di ragionare, sarà più facile adattarsi a qualsiasi circostanza della vita senza pretese o capricci. Ringrazieremo Dio di quello che abbiamo e non ci lamenteremo di ciò che non abbiamo.
          Dio ci comanda di aspirare alle cose semplici Romani 12:16. È interessante considerare le ambizioni modeste e semplici che Giacobbe aveva, un patriarca della fede, mentre era ancora all’inizio della sua vita Genesi 28:20,21.
        • 6. Casti
          Il senso della riservatezza e il pudore. La Scrittura esorta, in particolare i giovani maschi, di fuggire gli appetiti giovanili II Tim. 2:22; Galati 5.19. Chiedere al Signore un cuore puro, una mente pura e una coscienza sempre sensibile alla convinzione dello Spirito Santo e all’insegnamento della Parola. Davide pregava chiedendo a Dio di allontanare i suoi occhi dalle vanità Salmo 119:37.
        • 7. Temperati
          Temperati e disposti all’abnegazione, sapersi controllare e non lasciarsi andare senza freno II Timoteo 1:3. Paolo accenna che negli ultimi tempi gli uomini saranno amanti dei piaceri anziché di Dio.
          Ricordiamoci che il corpo fu creato per essere un servo dell’anima e non l’anima per servire le “voglie” del corpo o della carne. Il corpo dunque va trattato come un servo e messo in sottomissione; I Corinzi 9:25-27.
          Essere disposti a soffrire e sopportare anche le afflizioni, rinunciare alle comodità se fosse necessario II Tim 2:3.Una mente ben disciplinata per non offuscare i nostri giudizi.
        • 8. Mansueti
          Mansueti e miti in opposizione a delle reazioni violente. Alcuni giovani sono propensi ad essere “caldi” e furiosi. Non sopportano essere feriti e offesi, specialmente nel proprio orgoglio, facilmente studiano come vendicarsi. Si risponde con facilità, si cerca la parola spiritosa, piace prendere in giro.
          Bisogna frenare l’ira e non lasciarsi provocare né provocare, è meglio cercare come calmare le situazioni e non come renderle più turbolente Proverbi 15:1.
          Più di uno s’è trovato nei guai perché non ha saputo controllare il proprio temperamento e perché s’è dato alla vendetta Simeone e Levi erano così; Genesi 49:5-7. Assomigliamo a Gesù, il mansueto e l’umile di cuore.
        • 9. Composti
          Sapere contenersi ed essere composti e non titubanti e instabili. Un cuore deciso è sinonimo di una mente sobria. Una persona che non vive nell’ambiguità ma cerca chiarezza e coerenza.
          Avere idee e obbiettivi chiari, sapere prendere delle posizioni senza vacillare né farsi spostare Giacomo 1:6,8. Una persona posata con i piedi ben appoggiati per terra.

         Discernimento biblico
           Studio n. 4

        Discernere la volontà di Dio

          Efesini 5:15-17

          Sicuramente è successo a tanti di noi si chiederci: Qual ’è la volontà di Dio per la mia vita? A volte questa domanda è stata fatta, legata strettamente a delle cose molte personali e individuali. Chi sposare, che lavoro fare, dove andare ad abitare?… e così via. In molti casi si pensa che solo in queste cose specifiche bisogna chiedere a Dio quale sia la Sua volontà per noi. Spesso pensiamo anche che Dio ci deve rispondere in maniera clamorosa, una voce dal cielo, un sogno durante la notte o altre manifestazioni drammatiche.
          Nessuno mette in dubbio il modo sovrano che Dio sceglie di usare, però è importante che non dimentichiamo di cercare la Sua volontà generale per la nostra vita, quei principi morali e spirituali chiaramente rivelati nella Scrittura che formano il nostro carattere, gusti, pensieri e che infine condizionano il nostro modo di ragionare e quindi scegliere e discernere ciò che è buono da ciò che è male.
          Più che rivelarci qual è la sua volontà per noi in maniera spettacolare, Dio ha fatto si che mediante la sua Parola Egli ci aiutasse a comprendere e cercare di capire qual sia la sua volontà. Egli ci vuole dare intelligenza, sapienza e discernimento spirituale v.17; questa infatti è stata la preghiera di Paolo per credenti di Colosse 1:9. Dio ha una volontà per la nostra vita, ed Egli ce la rivelerà se ci mettiamo nel posto giusto per riceverla.
          Questo processo ha delle tappe che non dobbiamo bruciare ma che possiamo scoprire e realizzare nella nostra vita. Cominciamo dunque nel vedere cosa Dio ha specificamente rivelato nella Bibbia, così non dipendiamo dal nostro discernimento o dai sentimenti ma riconosciamo Dio in tutte le nostre vie e come conseguenza naturale Egli appianerà i nostri sentieri facendo cooperare tutte le cose al bene per coloro che lo amano e che sono chiamati secondo il Suo proponimento.

          • I. La volontà di Dio è che tu sii salvato
            La prima cosa che dobbiamo comprendere della volontà di Dio lo scopriamo leggendo due testi della Scrittura II Pietro 3:8-9; I Timoteo 2:3-4. Dio vuole che gli uomini siano salvati, che decidano di appartenere a Lui. Non si può pretendere che Dio guidi la vita di un uomo quando non è stato soddisfatto il primo requisito della salvezza. La volontà di Dio inizia a schiarirsi per chi riconosce la Signoria di Cristo nella propria vita.
            Dio guida i suoi Giovanni 10:4. Chi non ha Cristo nella propria vita è un estraneo per Dio. Marco 3:31-35. Gesù ha affermato che chiunque fa la sua volontà è sua madre e i suoi fratelli, cioè hanno una relazione con lui. Quindi possiamo dire la stessa cosa in senso opposto: chiunque ha una relazione con Lui farà la sua volontà, se non hai ancora questa relazione non potrai realizzare la volontà di Dio.
            Il primo passo importante per camminare sul sentiero della volontà di Dio è essere salvati. Se non avete dato la vostra vita a Gesù non potete aspettarvi nulla da Dio, non è obbligato a prendersi cura di voi.
            Questo naturalmente ci porta ad affermare un’altra verità: se è importante per voi conoscere Cristo come Salvatore è altresì importante sapere che una volta che siete salvati Dio vuole che facciate sapere di questa necessità ad altri, parlare ad altri di Gesù. Matteo 28:19-20. È inutile rimanere fermi, sognando, riflettendo, occorre agire e parlare ai propri vicini di Cristo. Quando ci muoviamo sarà il Signore ad aprire le porte, indicare i posti e darci le persone a cui parlare.
            Dio ha tanto desiderato che gli uomini fossero salvati che ha mandato il suo Figlio per morire sulla croce come prezzo di riscatto. Ha mostrato così qual è la sua volontà: che l’uomo sia salvato e che si adoperi per la salvezza degli altri.
          • II. La volontà di Dio è che tu sia ripieno di Spirito Santo. Galati 5:16-26: Romani 8:14Efesini 5:18-21.
            Tutti i credenti hanno lo Spirito Santo, nel momento in cui sono stati salvati Egli è venuto a dimorare nella nostra vita. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a Lui Romani 8:9.
            È importante però sottolineare che una cosa è possedere lo Spirito ed è un’altra cosa essere riempiti di Spirito (Spirito Santo residente/ Spirito Santo regnante).
            Rispondiamo ad una domanda: Lo Spirito Santo è stato mai in grado di rivestirci con la sua potenza, di riempire la nostra mente, i nostri cuori, i nostri sentimenti e le nostre attitudini alfine di farci assomigliare e diventare come Gesù? Ci siamo arresi del tutto allo Spirito Santo?
            Certamente il battessimo nello Spirito Santo fa parte del processo di una vita ripiena di Spirito Santo ma non può rimanere un fattore isolato ed unico. Una persona non battezzata nello Spirito Santo può essere più “piena” (certamente non ha raggiunto la pienezza senza aver sperimentato la promessa del Padre) di chi dice di avere sperimentato il battesimo. Chi manifesta il frutto deve cercare la potenza, chi è stato rivestito di potenza non deve tralasciare il frutto.
            I testi che abbiamo letto all’inizio spiegano e descrivono ciò che la presenza dello Spirito Santo produce. Se il vino porta alla dissolutezza e quindi ha un’influenza negativa e distruttiva sulle azioni, sui ragionamenti, sui sentimenti e sul comportamento di un uomo, lo Spirito Santo per certo avrà un’influenza positiva. Per alcuni la vita dello Spirito è soltanto da considerare come una realtà trascendente e soprannaturale. È indispensabile ricordare che tutto questo deve essere accompagnato da una vita concreta, Gesù non solo guariva e operava il miracoloso ma viveva una vita dettata da principi morali. Solo manifestazioni di potenti operazioni non sono garanzia di una vita davvero ripiena di Spirito Santo o del fatto che una persona stia facendo la volontà di Dio Matteo 7:21-23.
            Possiamo fare affidamento soltanto sul parlare in altre lingue come dimostrazione di una vita vissuta nella pienezza dello Spirito Santo I Corinzi 13:1-7. L’equilibrio si trova nel cap. 14 verso 1. Crediamo negli interventi soprannaturali di Dio senza dimenticare che il mondo ha bisogno di vedere Gesù in noi. Colleghiamo la pienezza dello Spirito con la pienezza della Parola di Cristo. Chi sta dietro la Parola? Lo Spirito Santo ha ispirato la Scrittura, è stato mandato per guidarci in tutta la verità e riportare a memoria tutte le parole di Gesù. A lui sta rendere reale nei nostri cuori la Parola. L’autorità del credente è nella Parola, e la verità della Scrittura ci dà forza, libertà e vittoria.

          Notiamo quanto sia simile, per non dire identico, il passo di Colossesi 3:16 con Efesini 5:18.

           

          1. Cantando salmeggiando di cuore
          2. Ringraziando Dio per ogni cosa
          3. Sottomissione gli uni verso gli altri
          4. Moglie sottomesse ai mariti
          5. Mariti che amano le mogli
          6. Figli ubbidienti ai genitori
          7. Padri che non irritano i figli
          8. Servi ubbidienti ai padroni come al Signore
          9. Padroni equi, corretti nei confronti dei loro servi

          La mente che è concentrata su Cristo sarà dominata dallo Spirito Santo. Avere la mente di Cristo è sinonimo di conoscere la Scrittura, se si è ripieni della Parola si è ripieni dello Spirito di Cristo.

          • III. La volontà di Dio è che vi santifichiate I Tessalonicesi 4:1-7.
            Tessalonica era una città priva di qualsiasi forma di moralità. Le pratiche religiose (pagane) stesse esaltavano l’immoralità, la fornicazione, atti osceni ed impuri. La società era senza scrupoli, senza freno, ognuno si tuffava liberamente in ogni sorta d’eccessiva indulgenza nei confronti delle passioni disordinate.
            I credenti dovevano contrastare questa realtà con una vita casta che esprimeva moderazione, sobrietà, equilibrio e pudore. La volontà di Dio rimane ancora la santificazione individuale e personale di ogni credente non dimenticando che senza la santificazione nessuno vedrà Dio. Il nostro corpo è incluso nella volontà di Dio Romani 12.1-2. Questi versi fanno comprendere in maniera molto ovvia come la purezza della vita produce la comprensione e la realizzazione della volontà di Dio per la nostra vita.
            Non dimentichiamo che Gesù per poter compiere la volontà di Dio aveva bisogno di un corpo Ebrei 10:5-7. La sua esistenza è stata uno strumento nelle mani di Dio per acquistare a nostro favore la salvezza eterna.
            Non è possibile fare appieno né conoscere la volontà di Dio dettagliatamente se prestiamo i nostri corpi all’immoralità, alle stravaganze del lusso e agli eccessi dei desideri umani Romani 6:13. È essenziale decidere quali sentimenti e quali desideri vogliamo che governino la nostra vita, quali pensieri lasciare circolare nella nostra menteFilippesi 4:8.
            Paolo nello scrivere ai Tessalonicesi ricorda anche quanto sia importante mostrare questa purezza di condotta verso gli altri chiamando in causa lo sfruttamento negli affari v. 6. In altre parole non bisogna avvantaggiarsi delle persone. Alcuni calpestano altri per ottenere quel che vogliono, similmente come alcuni usano altri sessualmente per gratificare i propri desideri.
            Come può Dio guidare, dirigere o rivelare il suo piano a chi non è disposto ad ubbidire alla chiamata di Dio alla purezza, come è possibile bramare la direzione di Dio nella nostra vita se disprezziamo i suoi principi e i suoi precetti chiaramente esposti per noi? v. 8.
            Un giovane entrando nel ministerio ha ricevuto questo consiglio da parte di un pastore più anziano di lui e che credo può essere applicato alla vita di ogni credente. “In base alla tua purezza così sarà il tuo successo nelle vie di Dio. Non è un grande talento; non sono le grande idee che Dio usa; è la grande somiglianza a Gesù Cristo. Un uomo santo è un’arma potente nelle mani di Dio” II Timoteo 2:21.
          • IV. La volontà di Dio è che siate sottomessi I Pietro 2:11-17, Romani 13:1-7.
            Il mondo ai tempi di Gesù come anche ai tempi di Paolo e Pietro era molto diverso di quello in cui viviamo noi. La democrazia, la libertà e l’equità fra i popoli erano termini poco conosciuti. La schiavitù umana era divampante, si dice che ogni uomo libero possedeva come media tre schiavi, le leggi sulla difesa dei diritti umani non esistevano e la pressione fiscale, cioè le tasse, era opprimente e davvero sproporzionata e ingiusta. La distribuzione dei beni e delle ricchezze comuni era molto meno equilibrata di oggi.
            Nonostante questo contesto governativo così infelice, la Scrittura, in passi come quelli che abbiamo letto ed altri ancora, esortava i credenti di quell’epoca a mostrare sottomissione, rispetto e onore verso i propri governanti. Paolo sottolinea che la volontà di Dio è che preghiamo per loro I Timoteo 2:1-3.
            Gesù diceva: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare”. In un’altra occasione egli riconosce la posizione di autorità che i farisei rivestivano e incoraggiava il popolo, non a ribellarsi a loro ma semplicemente a non seguire il loro stile di vita Matteo 23:2-3.
            Credo che sia opportuno anche menzionare il comportamento che Davide aveva nei confronti di Saul, pur avendo la possibilità di ucciderlo e prendere il suo posto sul trono d’Israele, non ha toccato l’unto di Dio e non ha scelto la strada della violenza e dell’omicidio per adempiere la promessa di Dio per la sua vita.
            Sia Pietro che Paolo sapevano bene che le autorità, cercavano la prima opportunità di criticare i cristiani e trovare una scusa per perseguitare maggiormente loro. A motivo di questo pericolo i credenti dovevano vivere una vita esemplare, essere cittadini modelli i quali non dovevano fermentare sentimenti di insurrezione e ribellione come facevano gli ebrei, ma cercare la pace e impegnarsi per conservare la serenità civile.
            I credenti debbono essere impegnati nel pregare per coloro che li governano e usare la preghiera come arma per aprire le strade verso la realizzazione della libertà religiosa e il suo mantenimento. D’altronde l’unica cosa che la chiesa del Signore desidera da un governo è essere lasciati in pace per poter servire Dio liberamente Geremia 29:7; I Timoteo 2:1-4.

            La Bibbia insegna contro lo di spirito di insubordinazione e di ribellione, questi tipi di sentimenti nei confronti delle autorità non ci debbono essere. Lo Spirito di Cristo non è arrogante e litigioso ma è invece mansueto, sottomesso e conciliante. Non bisogna mai rispondere al male con male, ma vincere il male con il bene Tito 3:1-2. Vi è solo un caso in cui il comando di ubbidire alle autorità può essere violato: quando il governo o una legge ci chiede di fare o non fare chiaramente qualcosa che Dio ci ha proibito di fare o che ci ha ordinato di fare.
            In altre parole dove esiste un’inconfondibile conflitto tra le leggi e la Scrittura. Però è importante sottolineare che l’atto di disubbidienza non è accompagnato dal disprezzo o dall’arroganza, c’è sempre un attitudine di sottomissione e riverenza e anche la disponibilità di accettare le conseguenze, nel caso dei credenti, la persecuzione e il martirio.
            Il comportamento di Daniele ci offre un buon esempio sia per quando non si può ubbidire ma anche su quale deve essere l’attitudine da mantenere nei confronti delle autorità.
            Daniele 1:8-16. Se notate l’appello di Daniele verso il maggiordomo era caratterizzato da uno spirito di sottomissione e riverenza, egli chiede permesso e per una prova di 10 giorni. Daniele cercò una via pacifica e conciliante senza però scendere a compromessi né diventare litigioso per poter ubbidire a Dio anziché agli ordini del re.
            Daniele 6 è un testo che mette in risalto la grande stima che Daniele godeva e la sua irreprensibilità v. 4-5.Certamente la posizione che aveva non fu conquistata mediante intrighi politici e possiamo dire che neanche era una posizione da lui ricercata è stato Dio ha volerlo in quel posto. Essendo dunque per volontà di Dio, l’unica cosa che Daniele doveva fare era rimanere fedele al Signore e Dio lo avrebbe mantenuto in quell’incarico secondo i suoi disegni. Il profeta continua la sua preghiera e umilmente accetta le conseguenze per la sua fedeltà a Dio. La mattina quando il re arriva alla fossa, Daniele usa parole di rispetto e dichiara la liberazione concessa dall’Eterno v. 21.
            Per fare la volontà di Dio bisogna sviluppare uno spirito di collaborazione e sottomissione. Essere sottomessi gli uni agli altri, in casa, in chiesa, a lavoro e verso le autorità.

          • V. La volontà di Dio è che soffriate I Pietro 3:17; 4:19; 5:10.
            Il soffrire fa parte del processo di maturazione del credente. La capacità di accettare le sofferenze per la causa dell’Evangelo ci permette di essere coraggiosi e franchi nel proclamare il messaggio di Cristo. Se gli apostoli non fossero stati disposti a soffrire avrebbero potuto compiere la volontà di Dio per la loro vita? La volontà di Dio per Gesù era che Egli subisse la morte della croce, e se non fosse stato disponibile a bere quel calice? Volete fare la volontà di Dio, allora chiedetevi se siete disposti a soffrire come soldati di Cristo II Timoteo 2:3; 3:12. Nelle prove e nelle difficoltà, Dio vuole che il credente conservi un cuore grato senza abbandonarsi all’ammarezza, al lamento e all’ira I Tessalonicesi 5:18.
          • Conclusione
            Quando i vari aspetti menzionati sono presenti nella nostra vita possiamo credere che Dio ha il controllo dei desideri del nostro cuore. Non credo che ci sia modo migliore per Dio guidare la nostra vita se non tramite i nostri desideriSalmo 37:4-5. Se segui il desiderio del tuo cuore, e qualcosa non è chiaro aspetta, perché Dio chiarirà ogni cosa.
            È impossibile sterzare un mezzo se rimane fermo, quando un’automobile si avvia allora è più facile guidarla. Un episodio in Atti 16 della vita di Paolo ci offre un esempio. Seguì i desideri del suo cuore, quello di evangelizzare ma fu sensibile alle circostanze intorno a Lui. Offrendo noi stessi in sacrifico vivente a Dio, quindi arrendendo tutto a Lui, scopriremo e conosceremo la Sua buona, gradita e perfetta volontà Romani 12:1-2.



           

           

           Discernimento biblico
             Appendice:

            Discernere nelle aree “grigie” della vita

          Qualcuno potrebbe dire che la Bibbia non èesplicita su tutto e non affronta specificamente ogni possibile decisione che potreste fare nella vita. È vero, ma ci offre dei principi per aiutarci a gestire la libertà cristiana di cui godiamo. Consideriamo un elenco di domande da farci prima di prendere delle decisioni in quelle aree dove la Bibbia non si è espressa chiaramente.

          Ci sarà qualche beneficio spirituale? I Corinzi 10:23
          Una cosa utile, che aiuta, da cui si può trarre qualche vantaggio, esprime il concetto di edificazione. Quindi una determinata cosa contribuirà ad una crescita spirituale o c’è pericolo che la freni?

          Condurrà ad una schiavitù, creerà qualche legame? I Corinzi 6:12
          Considera bene se qualche comportamento può produrre qualche forma di legame, non permettere che tu diventi schiavo di qualcosa o di qualcuno. Siamo servi di Cristo e di Lui solo.

          Guasterà il tempio di Dio? I Corinzi 6:19-20
          Non fare qualcosa che possa danneggiare il tuo corpo o portare vergogna ad esso. Il corpo è lo strumento che abbiamo con cui glorificare Dio Romani 6:13. Come scegliamo di usare il nostro corpo dovrebbe sempre riflettere la nostra preoccupazione di onorare Cristo Gesù.

          Farò inciampare qualcun altro? I Corinzi 8:8-9
          Questo è il principio dell’amore Romani 13:10. Se tu sei consapevole che la tua libertà è per un tuo fratello un motivo di caduta, devi amare abbastanza l’altra persona da privarti di quella legittima libertà, continuare a farlo è peccato. Nella nostra società egocentrica questo sembra un principio impossibile ma è biblico. Non è possibile che la mia libertà sia causa di peccato per un altro credente I Corinzi 8:12-13.

          Contribuirà al progresso dell’evangelo? I Corinzi 10:32-33
          Ciò che ci permettiamo di fare o non fare ha sempre un’influenza sulla nostra testimonianza, il mondo ci osserva. Le decisioni che facciamo nel campo della libertà cristiana debbono sempre pesare l’effetto che ciò potrebbe avere sulla conquista di altri a Cristo. Il nome di Dio sarà innalzato o disonorato.

          Violerebbe la mia coscienza? Romani 14:23.
          Non mettiamo a tacere la nostra coscienza, se ci turba ascoltiamola e non facciamo quella determinate cosa. È importante tenerla pulita così da non impedire il nostro rapporto con Dio.

          Recherà gloria a Dio? I Corinzi 10:31.
          L’obbiettivo del credente è quello di glorificare il suo Signore e Salvatore. Gesù visse per glorificare il Padre Giovanni 17:4.

          NEL GODERE LA LIBERTÀ CRISTIANA CHE ABBIAMO IN GESÙ, PONIAMOCI QUESTE SEMPLICI DOMANDE QUANDO AFFRONTIAMO DELLE “AREE GRIGIE” COSÌ CHE LA LIBERTÀ NON DIVENTI UN’OCCASIONE PER LA CARNE.

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