Camerun, attacchi a cristiani in zone di confine
VERONA – Da tempo i territori di confine del Camerun sono testimoni di rapimenti di stranieri: turisti, lavoratori temporanei, volontari e quindi spesso missionari cristiani. Molti rapimenti si sono conclusi con il pagamento di un riscatto. L’ennesimo rapimento è avvenuto durante un attacco a Kamouna, paesino a sette chilometri da Bargaram, dove è stato rapito il pastore Jean Marcel Kesvere, nato in Camerun. Purtroppo questa volta, il pastore, 45 anni, è stato ritrovato morto, la sera del 28 luglio nascosto da un cespuglio, lasciando nello sgomento la moglie, i suoi otto figli e la chiesa che guidava da più di due anni. Lo stesso gruppo fondamentalista islamico nigeriano, Boko Haram, colpevole dell’omicidio, è responsabile di atti di violenza angoscianti come il rapimento di circa 200 ragazze della scuola di Chibok in Nigeria.
I governi del Niger, Ciad, Camerun e Nigeria hanno preso l’impegno di istituire una forza congiunta per combattere il gruppo Boko Haram che sempre più sta allargando la sua influenza in tutte le zone di confine.
«Il Camerun non compare nella WWList 2014 – fa rilevare Porte Aperte (l’organizzazione internazionale cristiana evangelica a sostegno della Chiesa perseguitata) – ma confina con due Stati, la Nigeria e la Repubblica Centrafricana, dove i cristiani sperimentano frequentemente la persecuzione. Sarà necessario, nei prossimi mesi, monitorare attentamente l’evolversi della situazione». [ss]
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