Il messaggio del brano di oggi consiste nell’esortazione a intercedere, ovvero, a pregare gli uni per gli altri; l’imperativo è seguito dall’esempio del profeta Elia la cui intercessione fu effettivamente di grande giovamento.
Il comando ad intercedere è un esercizio di fede ancora più nobile della preghiera per sé stessi, per quanto essa sia pure importante. La preghiera per noi stessi potrebbe, infatti, comportare un sentimento egoistico, mentre l’intercessione per gli altri è molto più svincolata da questo rischio. Quando i nostri pensieri sono occupati dai bisogni altrui e il nostro spirito si eleva a Dio per loro, la mente non può fissarsi su noi stessi. Questo è uno dei motivi per cui una simile pratica è quanto mai positiva per la nostra vita spirituale. Ma le benedizioni che ne conseguono rappresentano un beneficio innanzitutto per gli altri.
Nella Chiesa del Signore l’intercessione è concepita per essere reciproca, ossia: mentre io intercedo per un altro, egli stesso o qualche altro credente, intercederà per me. Questo ci ricorda che abbiamo tutti bisogno delle preghiere altrui. Un ministerio di intercessione non ci rende però meno bisognosi, né deve indurci a inorgoglirci.
Gli esempi forniti dalla Parola di Dio sono sempre di grande incoraggiamento. Tra i tanti, il Signore Gesù rappresenta, ovviamente, l’esempio perfetto di intercessione. Egli intercedette persino per quanti Lo stavano crocifiggendo. Consideriamo la notte che trascorse in preghiera, completamente da solo. Anche Elia, un uomo come noi, seppe vincere in preghiera. Così anche noi potremmo vincere, se sapremo pregare con fervore e insistere con perseveranza.
Dobbiamo pregare l’uno per l’altro, in modo che possiamo essere guariti nello spirito, nella mente e nel corpo. Quando la Chiesa sarà veramente risvegliata, allora si manifesteranno potenti risposte alle nostre preghiere.

Altri riferimenti biblici: Giac. 5:16; Gen. 18:27, 28; Luca 23:34; Matteo 5:44; Giov. 17:9; Gai. 6:2

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