PROFONDE FERITE E UNA PROFONDA GUARIGIONE-testimonianza Wanda
Mi chiamo Wanda e sono nata a Gravina di Bari 37 anni fa.
Vengo da una famiglia povera, senza padre, con due fratelli, due sorelle e mia
madre; perché senza padre? Perché i miei genitori erano divorziati e quindi non ho
visto mio padre da due anni in poi; solo raramente veniva, era alcolizzato ed è morto
nel 1996 da solo in un monastero, solo senza nessuno al suo capezzale; ho sofferto
tanto quando l’ho saputo anche se non m’ha dato mai amore paterna; dopo tutto lui
mi ha messo in vita, e ho desiderato sempre averlo vicino.(ho pianto molto per
questo). Con mia madre invece ho avuto un’esperienza negativa, perché avevo
sempre botte da lei con le mani, con bastoni di legno, di ferro insomma avevo il mio
corpo sempre pieno di lesioni dalla testa ai piedi.
Il mio travaglio inizia a due anni a quell’età stavo annegando dentro ad una vasca
piena d’acqua che mia madre lasciò sul balcone dopo aver finito il bucato e andò a
lavare le scale: stavo sola in casa e giocavo con l’acqua, persi l’equilibrio e me ne
andai di testa in giù e i piedi in aria. Nel salire mia madre non mi trovava, infine mi
vide nella vasca: ero tutta livida, chiamò una vicina di casa e mi salvò all’ultimo
minuto.
A tre anni mia madre era in crisi economica, non sapeva cosa darci da mangiare
prese tutte e cinque noi figli apri la bombola del gas e si mise a raccontare delle
storie, perché si voleva suicidare con tutti noi, ma grazie a Dio sempre la vicina di
casa sentì odore di gas ,intuì e venne in nostro aiuto. Così venni salvata per la
seconda volta.
A quattro anni un vicino di casa sapendo che mia madre non stava mai in casa,
perché lavorava e ci lasciava soli mi invitò a casa sua a prendere delle caramelle:
invece mi violentò e dopo mi minacciò con la pistola di non dirlo a nessuno. Nel
frattempo eravamo sempre poveri e non avevamo niente da mangiare, così mia
madre andava tutti i giorni a cercare qualcosa dal Comune e conobbe lì un uomo che
venne a casa a vedere la situazione: nel fare il sopraluogo vide che non avevamo
veramente niente in casa; diede del denaro a mio fratello maggiore per comprare un
pezzo di pane; noi lo mangiammo in un attimo, così da quel giorno quest’uomo “che
si chiama Michele ed adesso è il mio patrigno” veniva ogni giorno a casa; nel
frequentarci si innamorò di mia madre e si misero insieme. Ma quest’uomo era un
maniaco fino a 9 anni ha abusato di me e di mia sorella minore di due anni senza che
mia madre sospettasse nulla.
A otto anni ci siamo trasferiti a Modugno e qui ho frequentato la chiesa cattolica e la
C.L. ma dentro di me ero sempre frustata, triste, non parlavo con nessuno; mio
fratello mi rimproverava, mi diceva di parlare, di reagire, ma io mi chiudevo sempre
dentro di me.
Mia madre continuava a picchiarmi selvaggiamente ed un giorno le ferite sul mio
corpo erano più evidenti del solito, tanto che anche a scuola tutti se ne accorsero:
tutto questo mi portava a chiudermi sempre di più in me stessa.
Mia madre non veniva mai a scuola neanche per prendere le pagelle: vedevo gli altri
miei amici con i propri genitori ed io invece sola, mi rattristavo e piangevo e dentro di
me cresceva sempre più un vuoto e una grande tristezza. Negli anni a venire ho
sempre cercato qualcosa o qualcuno che riempisse quel vuoto, ma tutto è stato
inutile.
A 14 anni ho trovato un uomo che mi faceva la corte, era più grande di me di 15 anni,
ma non li dimostrava. Era sposato con due figli: con lui sono stata 5 o 6 mesi, per poi
ritrovarmi nuovamente da sola.
Così la mia vita vagava nel vuoto e nella ricerca di qualcuno o qualcosa che mi
desse amore, senza avere però mai risposta.
A 17 anni conobbi il mio attuale marito. La mia vita matrimoniale non andava bene
perché c’erano molti diverbi tra di noi e molta freddezza, anche perché non avevamo
figli.
A 20 anni entrai in una chiesa evangelica: ho sentito subito pace dentro di me così
ho incominciato a frequentarla, ma questo non ha cambiato la mia vita. A 29 anni
grazie a Dio ho avuto una bambina e questo lieto evento ha fatto si che fra me e mio
marito tornasse l’amore e l’affetto. Ma tutto questo è durato poco. Dio però
continuava a tenermi per mano.
Un giorno, mentre passeggiavamo per la piazza di Modugno, ci siamo fermati ad
ascoltare un culto all’aperto. Il predicatore in quel momento poneva agli ascoltanti
una domanda: “Dove stai andando? Qual è il tuo destino? In quale direzione sta
andando la tua anima?” Queste parole, unitamente all’intera predicazione, hanno
fermato i nostri passi: eravamo lontano da Dio, destinazione: inferno!
Io e mio marito ci siamo avvicinati nuovamente al Signore. Di lì a poco, presi la
decisione di accettare Gesù nella mia vita come personale Salvatore. Mi umiliai,
chiesi a Dio perdono dei miei peccati ed anche mio marito fece la stessa cosa. Da
quel giorno il Dio vivente e vero ha operato in modo glorioso nella mia vita. Ho avuto
un altro figlio, Dio mi ha donato una casa, frequento una bellissima comunità
Evangelica a Modugno (Bari) delle A.D.I. e il mio pastore è il fratello Mimmo
Modugno. Sono felice, la mia famiglia è felice. Le mie profonde ferite ora sono
guarite, perché Cristo vi ha versato sopra l’olio del Suo Spirito. Ora voglio fare
sempre di più la volontà di Dio.
La mia preghiera è quella di conoscere sempre più il Signore,perché senza di Lui non
si può vivere.
Il Signore ti benedica.
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