“Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE». In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa.” (Giobbe 1:21, 22)
Dio regna sul caos e ri-crea. Egli rimuove il vecchio e fa sorgere l’alba di qualcosa di nuovo. La fede ha a che fare con l’evidenza; la nostra fede è messa a dura prova quando siamo colti di sorpresa da situazioni che non ci aspettavamo. Cosa fai quando quando le tue più luminose speranze svaniscono improvvisamente, quando la fede è messa alla prova da un devastante ciclo di eventi? Continui a confidare nella Sua opera? O cerchi di trovare un accordo con Lui, tratteggiando col dire: “Finché le cose vanno bene Ti seguirò”? Alcuni pensano: “Dio non può farmi questo e come potrà essere il mio rifugio se agisce in questo modo?” Ti allontani, quindi, dal Signore in cerca di conforto altrove e di un altro rifugio? Forse, addirittura, ti volgi indietro alle cose che ti tenevano schiavo? Non ci vuole niente a tornare in Egitto, e se tu vuoi andarci, và pure. Può essere vero che l’unica via di fuga per alleviare il dolore, che restituisca il benessere e il sollievo sia il cedere al peccato e alle vecchie dipendenze. Il Signore diventa un nemico e il faraone l’alleato.
Le situazioni PERMESSE da Dio sono per mettere alla prova la consistenza della fede del cristiano. Il cristiano può benissimo affrontare la prova ribellandosi, e vantarsi di riuscire a superarle con le proprie forze; può scoraggiarsi e rinunciare alla lotta, e dubitare dell’amore di Dio nei suoi confronti; può protestare e lagnarsi dei propri problemi. Giacomo dovette esortare i suoi fratelli dicendo: “Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate” (Giacomo 1:3). Quindi, voi che vi definite cristiani, esultate, non ribellatevi, non perdetevi d’animo. I problemi non sono nemici decisi ad annientarvi, ma amici che vengono ad aiutarvi a sviluppare il vostro carattere. Senza le prove non potremmo mai sviluppare la capacità di sopportazione, ed esse sono il prezzo del progresso. Sono le tentazioni che provengono dall’intimo e che conducono al peccato. È sbagliato dire soltanto che le circostanze avverse e le malattie sono una conseguenza del peccato. Giobbe perse tutto e si ammalò nonostante fosse un uomo giusto, perché Dio stesso diede in potere del nemico tutto ciò che possedeva e la sua stessa vita. Sapete cosa disse il Signore a Satana dopo che il Suo servo perse tutto? “Egli si mantiene nella sua integrità, benché tu MI abbia incitato contro di lui per rovinarlo SENZA ALCUN MOTIVO” (Giobbe 2:3). Giobbe non conobbe mai le ragioni della sua sofferenza, e mette una mano sulla propria bocca e tace. La silenziosa reazione di Giobbe non faceva altro che mettere in evidenza l’importanza di confidare nei disegni di Dio nel mezzo della sofferenza, dal momento che essa è guidata dalla perfetta sapienza e sovranità di Dio. È questa la vera risposta al problema della sofferenza. Non è possibile dire che la fede è poca o molta, Giobbe non aveva questo modo di pensare. La vera fede è indistruttibile, e sei tu a decidere se continuare ad avere fede in Dio oppure ribellarti. Sei tu a decidere se smettere di fidarti di Dio o se affidare semplicemente la tua prova a un Creatore sovrano e sapiente. Dio vuole proprio questo: che tu impari ad affidarti a Lui , sempre! I disegni di Dio non possiamo saperli, ma dobbiamo riporre in Lui la nostra fiducia, senza stare a formulare così tante domande e vani ragionamenti, come gli amici di Giobbe. La vera sapienza è trovare pace nella sovranità di Dio, e la pace si ottiene mediante la sottomissione al volere di Dio. Ogni sofferenza e prova risponde sempre al disegno divino. Hai perso un lavoro? Hai perso qualche tuo familiare? Hai una malattia? Non ti preoccupare e non ti lamentare, Dio lo sà.
Altri casi di sofferenze senza un motivo e permesse da Dio sono: “I suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» Gesù rispose: «Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui.” (Giovanni 9:2,3); “Epafrodito…perché è per l’opera di Cristo che egli è stato molto vicino alla morte” (Filippesi 2:30); Paolo:
“E perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.” (2Corinzi 12:7, 8, 9); “Trofimo l’ho lasciato ammalato a Mileto” (2 Timoteo 4:20). Non è vero che la risposta negativa a una richiesta di guarigione denoti una mancanza di fede. Trofimo e Paolo non furono guariti, eppure la loro fede era forte e operosa. La guarigione è descritta come un atto di pietà divina, non un diritto dell’uomo.
Impara a confidare in Dio… sempre, ed Egli ti benedirà.
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