IL GIUSTO EQUILIBRIO
“…procacciate la perfezione, siate consolati,…” (II Corinzi 13:11)
Uno sguardo alle due esortazioni è sufficiente a farci comprendere come esse appaiono contraddittorie. Procacciate la perfezione: è un’espressione che ci fa sentire sfiduciati: subito sentiamo di essere lontani dal nostro ideale umano e, ahimè, assai più lontani da quello divino. Procacciate la perfezione: è come se qualcuno ci prendesse per mano e ci indicasse qualche cima ripida e scivolosa, che solo poche guide esperte di montagna hanno scalato. Non abbiamo forse sentito dire che coloro che raggiungono la vetta corrono il grave rischio di poter scivolare di nuovo giù a grande velocità? Ma noi dobbiamo salire lassù, e restarci! A cosa serve soltanto provarci? Siate consolati: ah! Questa è una prospettiva completamente diversa. È come se ci venisse detto: “Non agitarti, non temere. Se non sei ciò che vorresti essere, devi essere grato per quello che sei. Certamente potresti essere migliore, ma è altrettanto vero che potresti essere peggiore: quindi è meglio mediare, trovare degli equilibri”. Come possono conciliarsi queste due esortazioni? Come si può mantenere l’aspirazione a essere perfetti in mezzo a così tanti insuccessi? E, ancora, è possibile aspirare alla perfezione, visti i nostri fallimenti, nutrendo allo stesso tempo una fiducia serena? Questo è l’adempimento sublime della fede cristiana. Alcuni sistemi religiosi hanno detto: “Procacciate la perfezione”, ma attraverso l’agonia, il tormento e processi interminabili di penitenze. Essi hanno tralasciato, inoltre, la seconda esortazione: “Siate consolati”. Molti sistemi filosofici hanno dichiarato “siate consolati”, volendo dire, con questo: “Mangiamo, beviamo, perché domani morremo”: non hanno fatto posto alle parole “procacciate la perfezione”. Soltanto la dottrina di Gesù Cristo fa conciliare questi due principi. Egli sta nel nostro mezzo, e con la destra della Sua giustizia ci addita un traguardo elevato, esortandoci in modo veemente: “Procacciate la perfezione”. Non esiste un vero riposo senza la giusta tensione in direzione di questo obiettivo. Con la mano sinistra del Suo amore, Gesù ci abbraccia, mentre dice: “Anima sii consolata, perché Io sono venuto per farti raggiungere la perfezione”.
Lascia un commento