IL PEGNO DELLA NOSTRA LIBERAZIONE

“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito su nel deserto, per esser tentato dal diavolo” (Matteo 4:1)

Meditazione di oggi

Gesù deve essere stato fortemente tentato di proclamare la Sua natura soprannaturale e i Suoi titoli divini, per ribadire ciò che era stato dichiarato a Suo riguardo. Se l’avesse fatto? Il rapporto con i Suoi poveri fratelli si sarebbe interrotto per sempre. Dimostrandosi Figlio di Dio Egli avrebbe cessato di essere Figlio dell’uomo. Non sarebbe stata un’umiliazione per il fiero principe dell’inferno essere vinto dall’Onnipotente: egli desiderava combattere contro il Redentore divino, e un’eventuale sconfitta sarebbe stata sopportabile. “Vengo a te che sei Figlio di Dio”, disse Lucifero. Gesù rispose: “È scritto: Non di pane soltanto vivrà l’uomo”. In altre parole: “Io vengo a te come uomo, capo e rappresentante della stirpe sulla quale hai vinto”. Il vero Uomo si scontrò con il tentatore utilizzando la potenza di cui dispongono tutti gli uomini. La spada con la quale Gesù affrontò il combattimento è quella dello Spirito: la Parola di Dio, l’arma affilata con cui anche noi possiamo provvedere alla nostra difesa. Gesù affrontò quella battaglia come Uomo per noi uomini, e riportò la grande vittoria che è pegno della nostra liberazione. Il nostro Salvatore fu tentato in tutte le cose esattamente come noi. Egli ha sperimentato in questo modo il nostro bisogno e la forza del nemico, ed è quindi in grado di soccorrere quanti sono tentati. Nella solitudine e nella morsa della tentazione sperimentiamo la dolce compassione da parte di Gesù, che è stato oggetto degli attacchi del tentatore. La Sua presenza è più vicina e costante perché Egli ha già sperimentato l’astuzia e l’audacia del nostro nemico. Gesù è sempre vigilante, pronto a interporre lo scudo della Sua liberazione tra noi e i fieri dardi del maligno.

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