“Al tempo della raccolta mandò a quei vignaiuoli un servo per ricevere da loro la sua parte dei frutti della vigna. Ma essi lo presero, lo picchiarono e lo rimandarono a mani vuote.”; “Rendete… a Dio quel che è di Dio” (Marco 12:2, 17)

Sicuri di voler fare TUTTA la volontà di Dio? Siete sicuri di voler vivere SOLO per il vostro Signore e Padrone? Meditate su questa meditazione, prima di rispondere “Amen, si sono sicuro”, e poi date la risposta.
L’uomo vuole essere dio a sé stesso, libero, senza nessun padrone che gli dica quel che deve essere e ciò che deve fare.
Paradossalmente vale anche per chi ritiene di essere un cristiano. Dio mette ciascuno di noi in una vigna per prendersene cura, per servire il Padrone e portarGli il frutto al tempo della raccolta. Ma succede che ciò che il Signore ci dà in possesso diveniamo posseduti, ossia dipendiamo da esso, e facciamo tutto solo per i nostri interessi, ribellandoci al nostro Padrone e espropriamo ciò che ci ha DONATO, cioè priviamo a Dio ciò che Gli appartiene, e lo utilizziamo per noi stessi, per il successo e per i nostri fini. Di conseguenza, rifiutiamo di consegnare la parte che Gli spetta, ribellandoci di ascoltare la Sua parola che ci viene portata dai Suoi servi, che ci vuole portare a considerare l’ordine, la legalità, il diritto inviolabile alla proprietà privata, non tenendo conto dei diritti di proprietà che Dio ha su ciascuno di noi, pretendendo di fare a meno di Lui godendo allegramente dei beni senza voler avere nessuna responsabilità nei Suoi confronti. (Questo vale anche per i TALENTI, che tanto veneriamo perché grazie ad essi troviamo un’identità, possiamo essere riconosciuti dagli altri, e possiamo avere successo).
Noi non solo non serviamo più il Signore rendendoGli la gloria che Gli è dovuta con l’ubbidienza, ma giungiamo persino a respingere e uccidere i Suoi servi e Gesù Cristo.
Noi siamo Sue creature e a Lui apparteniamo. Siamo stati creati per essere in comunione con Lui e per servirLo. Egli ne ha pieno diritto. Siamo noi che non abbiamo diritto a gestirci la vita come ci pare e piace… Se pretendiamo di farlo, se nonostante la pazienza di Dio, nonostante tutti i richiami che ci fa in mille modi, ancora persistiamo nella nostra ribellione e maltrattiamo persino i Suoi fedeli servitori, credete forse che avremo sorte migliore di quei malvagi vignaioli? Derubiamo Dio di ciò che Gli è giustamente dovuto.
In questa parabola è come se Gesù dicesse: “Non vi fate illusioni: la ribellione umana alla legittima sovranità di Dio verrà punita”.
Dichiarare di appartenere alla Sua chiesa e poi ignorarlo, trascurarlo, sottovalutarlo, un’anima a cui è stata rivolta l’offerta grazia e d’amore di Cristo, e che ciò nonostante Lo trascura è certamente in condizione di irrimediabile perdizione, qualunque siano le “buone opere” che compie, qualunque qualità od apparenza di virtù di cui si fregia.
Il cristiano è cittadino del cielo, quindi È TENUTO A UBBIDIRE A DIO. L’uomo che porta l’immagine di Dio, appartiene a Dio, e deve riconoscere il diritto prioritario di Dio sulla sua vita.
Una vita degna di essere vissuta ha il suo centro l’interesse per Dio, e per il cristiano nulla sarà più importante di Dio.
Non sarebbe assolutamente ragionevole che l’infinita bellezza ed eccellenza dovrebbe essere stimata ed amata? Che la suprema autorità dovesse essere ubbidita, ed il Suo alto carattere riverito? Non sarebbe ragionevole che la più sorprendente manifestazione di amore e misericordia incontrasse il più affezionato ritorno di gratitudine da chi è così tanto beneficato?
“Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua e con tutta la forza tua” (Marco 12:30). Segui l’esempio della vedova che fece con i suoi due spiccioli, che erano tutto quanto ella aveva per vivere. È comunque sorprendertene il fatto che riusciamo ad apprezzare l’atto della vedova e a essere d’accordo con l’affermazione di Gesù senza, tuttavia, imitare l’esempio che questa donna ci dà! Se veramente credessimo a ciò che diciamo di credere, faremmo esattamente come fece lei. TUTTO APPARTIENE AL SIGNORE, ED EGLI È DEGNO DI RICEVERE TUTTO E CHE TUTTO GLI È DOVUTO. Vivere per fede significa proprio dare tutto ora e confidare in Lui per il futuro. Non ha Dio promesso di darsi cura per quanti cercano prima il regno di Dio e la Sua giustizia? (Matteo 6:33) Troppo radicale? Troppo rivoluzionario? La Sua Parola è radicale, è rivoluzionaria.
Cosa rispondi, ora, alle prime due domande?

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