ROZZA CROCE-George Bennard (1873-1958)
Titolo originale The Old Rugged Cross. Fu scritto tra il 1912 e il 1913 da George Bennard (1873-1958). Bennard, nativo di Youngstown, Ohio, crebbe a Lucas, nello stato dell’Iowa. Qui, durante una riunione di risveglio tenuta dall’Esercito della Salvezza, prese la sua decisione per Cristo. Con la scomparsa del padre, morto per un incidente sul lavoro, le responsabilità paterne ricaddero sul sedicenne George, unico maschio della famiglia. Dovette perciò andare a lavorare nella miniera di carbone al posto del padre, per aiutare la madre e le sue quattro sorelle, sebbene desiderasse diventare un evangelista.
Più tardi, si trasferì a Chicago, dove si sposò e a 24 anni divenne ministro di culto, dopo essersi ″arruolato″ nell’Esercito della Salvezza di Rock Island, Illinois. Otto anni dopo divenne membro della Chiesa Metodista, che lo ordinò evangelista. Nel 1910 però George diede le dimissioni, mettendosi a svolgere in proprio il ministero che aveva sempre desiderato, l’evangelista itinerante.
Nel 1912 alcune vicende personali lo portarono a riflettere più da vicino sul significato della croce e delle parole dell’apostolo Paolo sulla comunione con le sofferenze di Cristo. Nel considerare queste realtà, realizzò che la croce non è un semplice simbolo religioso, ma l’essenza stessa del Vangelo. È proprio George Bennard a raccontarci gli avvenimenti che lo spinsero a comporre l’inno: «Giovanni 3:16 è sempre stato uno dei miei versetti preferiti». Più lo ripetevo e, anziché apparirmi obsoleto e perdere il suo valore, più diveniva reale nella mia vita, acquistando un significato ancora più profondo. Pareva recare in sé una persistente visione della croce, non una croce bella a vedersi, decorativa, ma una croce grezza, disadorna, una croce simbolo di ignominia, macchiata del sangue che l’Unigenito Figlio di Dio aveva sparso per me. Un giorno, mentre rivivevo per l’ennesima volta questa scena nella mia mente, volli scriverci su le parole di un inno. In realtà, la melodia sorse nel mio cuore in pochi minuti; quanto al testo, le uniche parole che riuscii a scrivere di getto furono cara, antica, rozza croce, nient’altro. Per diversi mesi dopo cercai di occuparmene, perfezionando pian piano la melodia e le parole, ma il risultato non mi dava soddisfazione. Il ritornello era pronto, ma le strofe sembrava non volessero proprio uscir fuori. In quel periodo, stavo tenendo delle riunioni in diverse comunità, tra cui le chiese consorelle di Sawyer, nel Wisconsin e quella metodista di una cittadina chiamata Pokagan, nella parte sudoccidentale del Michigan. In entrambe le congregazioni cantai la parte terminata dell’inno e i fedeli sembravano rispondere favorevolmente; io invece non ne ero contento. Dopo la riunione svoltasi a Pokagan, tenni alcuni culti evangelistici anche nello stato di New York, nel corso dei quali fui maggiormente guidato a considerare più nell’intimo il tema della croce. Ad ogni riunione molti venivano a Cristo, reclamando l’opera completa di Cristo al Calvario quale loro diritto per la vita eterna. Il Signore mi stava mostrando in molti modi il vero significato del suo amore largito al Calvario.
L’emozionante esperienza di questi incontri rimarcò in me a tal punto l’importanza della croce, che quando ritornai ad Albion, misi nuovamente mano al testo dell’inno che cercavo di ultimare ormai da mesi. Sedetti così al tavolo da cucina della canonica[1] e fui immediatamente in grado di riscrivere le strofe del canto con estrema facilità. Poi chiamai mia moglie,[2] presi la chitarra e cantai per lei l’inno finalmente messo a punto. Ne fu entusiasta! Dopo, mandai il manoscritto a Charles H. Gabriel[3], a Chicago, chiedendogli di aggiungergli gli accordi. Quando Gabriel mi rispedì il manoscritto, accluse una nota nella quale diceva: ″Sentirai certamente parlare di questo inno!″».
George Bennard si recò successivamente a casa dei coniugi Botswick, suoi amici, dove eseguì l’inno, accompagnandosi con la chitarra. I Bostwick furono così trascinati dall’esecuzione che dissero: «Dio ti ha ispirato un canto che non passerà mai! Ci ha toccato i cuori come nessun altro inno ha mai fatto!» e si offrirono di pagare le spese per pubblicarlo. George, imbarazzato da quelle osservazioni, peraltro molto apprezzate, rispose: «Mi rendo conto, invece, di non potermi attribuire alcun merito per la composizione di questo inno, perché, vedete, in realtà non l’ho scritto io: sono stato semplicemente lo strumento che Dio ha usato».
L’inno fu cantato la prima volta in pubblico il 7 giugno del 1913, durante una riunione speciale tenutasi a Pokagon, nel Michigan, da un coro di 5 coristi.
The Old Rugged Cross fu presto notato anche da Homer Rodeheaver, solista, suonatore di trombone e responsabile del coro che cantava con l’evangelista itinerante Billy Sunday.
Durante le riunioni evangelistiche di Sunday, Rodeheaver cantò spesso quest’inno, contribuendo a spargerne la fama; la sua casa editrice, la Rodeheaver Company di Winona Lake, comprò da Bennard i diritti d’autore per 500 dollari. Più tardi il copyright fu rinnovato e gli furono corrisposti altri 5000 dollari.[4]
Per quarant’anni successivi alla composizione di The Old Rugged Cross, Bennard proseguì la sua attività evangelistica fino a qualche mese prima della sua morte, avvenuta il 9 ottobre del 1958. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Reed City, nel Michigan, con la sua seconda moglie, Hannah Adinah Dahlstrom.[5]
The Old Rugged Cross fu eseguito all’organo anche al funerale dell’autore: Bennard scrisse oltre 300 inni, ma nessuno raggiunse mai la popolarità di The Old Rugged Cross.
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