2 Pietro 1:3 Ricorderemo tutti quando siamo stati ripieni di Spirito.
Ricordo ancora le lacrime ed il grido del mio cuore al Signore. Mi ricordo l’incredibile visione di Cristo che ricevetti. E ricordo la passione per Gesù che mi derivò da quell’esperienza.
Lo Spirito Santo da allora fu mio amico e consolatore.
Ho letto tutto ciò che la Scrittura dice a proposito dello Spirito Santo, dalla Genesi all’Apocalisse.
Sappiamo sul bisogno di essere ripieni di Spirito, sul fatto che
il nostro corpo è il tempio dello Spirito. E credo che lo Spirito abbia parlato attraverso di me alla sua chiesa.
Eppure, in seguito, ci siamo ritrovati a pregare: “Signore, ho veramente ricevuto il tuo Spirito Santo?
Conosco veramente quest’incredibile potenza che vive in me?
Oppure lo Spirito è soltanto una dottrina per me?
E lo sto in qualche modo ignorando?
Gli sto chiedendo di fare per me ciò per cui lui è venuto?
Sto ancora facendo da me le cose che lui è venuto a fare?”.
Conosco la storia di un agricoltore che lavorò nel suo piccolo appezzamento di terreno per tutta la vita.
Per decenni arò il terreno sassoso, vivendo in povertà ed infine morendo scontento.
Alla sua morte, …
Lo stesso vale per lo Spirito Santo.
Molti di noi vivono ignorando ciò che hanno, la potenza che risiede in noi.
Alcuni cristiani vivono tutta la vita pensando di avere lo Spirito Santo, ma non lo
hanno veramente ricevuto in pienezza e potenza.
Egli non sta realizzando in loro l’opera eterna che è stato mandato a compiere.
Non sto parlando di manifestazioni.
Spesso alcuni credenti cercano lo Spirito solo quando sono nei guai e lo vogliono vedere manifestato. Sperano che venga e spazzi via i loro problemi.
Ma Pietro dice che questa non è la verità sullo Spirito. Secondo Lui, noi abbiamo un tesoro dentro di noi: “La Sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù” (2 Pietro 1:3).
Al fiume Giordano, Giovanni il Battista disse ai Farisei: “Io battezzo in acqua; tra di voi è presente Uno che voi non conoscete” (Giovanni 1:26).
Quei capi religiosi videro Gesù nella carne, e Lo udirono parlare.
Ma non compresero Chi fosse.
Non conobbero la Sua potenza e la Sua gloria.
Allo stesso modo, Gesù chiese al Suo discepolo Filippo: “Da tanto tempo sono con voi e tu non Mi hai conosciuto, Filippo?” (14:9).
Voglio porvi la stessa domanda: da quanto tempo potete testimoniare di essere stati riempiti di Spirito Santo?
Nella chiesa di oggi sembra mancare qualcosa.
Sappiamo tutti che i cristiani del primo secolo affrontarono grandi afflizioni.
Sopportarono prove durissime, tempi difficili, persecuzioni estreme.
Ma non si arresero .
Paolo dice che la chiesa di Tessalonica sopportò la perdita delle case e dei possedimenti, tutto ciò che avevano. Eppure questi credenti non furono scossi dall’esperienza. Egli attribuisce la loro forza alla potenza dello Spirito Santo. Questi credenti erano stati “molto afflitti”, eppure possedevano la vera gioia. Sopportarono le difficoltà e le sofferenze come nessun altro gruppo di quei tempi.
Vissero sotto pressioni che io e te neanche immaginiamo.
Sicuramente i loro matrimoni furono messi alla prova durante quei momenti difficili.
Il diavolo sarà venuto contro quelle famiglie nella loro debolezza, provocando problemi di ogni genere. Ma i pastori ed i santi di quella chiesa non mollarono.
Non si lamentarono delle circostanze.
E non si lagnarono delle prove di Dio. Al contrario, gioirono nel corpo dei credenti. E Paolo disse loro: “Voi siete sulla bocca di tutti! La vostra gioia durante
le difficoltà ha strabiliato e toccato tutti, vicini e lontani”.
Questi cristiani avevano veramente ricevuto lo Spirito Santo.
Io mi chiedo: cosa sapevano della potenza dello Spirito, che così pochi cristiani oggi sembrano conoscere?
Cosa ci manca?
Dov’è la gioia dello Spirito Santo in questi nostri tempi di afflizione e tribolazione?
In tutti i miei anni di ministero, non ho mai visto così tanti credenti sotto tale afflizione. Non c’è mai stato un periodo come questo, in cui famiglie si trovano di fronte a crisi finanziarie, lotte familiari, disperazione per i figli ribelli.
Proprio in questo momento, pastori in tutto il mondo sono disillusi.
Sono esausti dal lavoro e appesantiti perché vedono poco frutto.
Le loro mogli e le famiglie sono esaurite.
Questi uomini stanno lasciando a centinaia in ogni nazione.
Un responsabile di una grande denominazione pentecostale di recente mi ha detto: “Pastori stanno lasciando a destra e a sinistra, e le chiese chiudono a dozzine”. Tutto ciò provoca stress in famiglia e al lavoro, e la gente è sopraffatto alla disperazione.
Come pastore, sono assolutamente sconcertato nel vedere quanti problemi stanno affrontando i cristiani.
I padri e i mariti sono demoralizzati perché il lavoro è incerto oppure sono sottopagati. Non riescono a sostenere la famiglia.
Guardando tutti questi problemi, tutte queste difficoltà, non possiamo che metterci in ginocchio. Giorno dopo giorno, gridiamo a Dio: “Signore, quale messaggio possiamo offrire? Cosa possiamo predicare per portare guarigione ed incoraggiamento ai credenti afflitti?”.
Sentiamo il dolore, ma sappiamo di non poter semplicemente offrire dei palliativi.
Ci rifiutiamo di dare un messaggio annacquato di simpatia umana, dicendo: “Non siate abbattuti. Il sole sorgerà presto”.
No, c’è bisogno di qualcos’altro oltre alla pietà o un discorsetto.
La Parola di Dio deve essere proclamata, dando potenza di resistere ad ogni sorta di prove.
Il diavolo sta imponendo i suoi piani sulla nostra società.
“E’ guerra aperta contro gli eletti di Dio. Il nemico sta soggiogando la fede dei santi, facendogli perdere la fiducia in Dio. Moltitudini di credenti sono diventati stagnanti nella fede. Ed altri sono già stati sopraffatti. La loro fede è affondata. Sono diventati così scoraggiati, da mollare tutto. La cosa più tragica di tutte è che satana sembra aver sconfitto la chiesa. Ha mandato uno spirito di morte sulla casa di Dio, e così moltitudini gridano: «Non riesco a trovare una chiesa dove lo
Spirito sia all’opera. Ovunque guardo, non c’è fuoco né convinzione. È morta»”.
Il nostro Dio ci ha mandato il suo Spirito Santo, la cui potenza è maggiore delle forze dell’inferno: “Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo” (1 Giovanni 4:4).
In noi vive lo Spirito dell’Iddio Onnipotente e il Suo Cristo.
Paolo dichiara che la potenza dello Spirito Santo è all’opera in noi. In altre parole, proprio in questo momento lo Spirito Santo vive in noi.
Come opera in noi lo Spirito in mezzo ai momenti difficili?
La Sua potenza opera soltanto se Lo accogliamo come nostro portatore di pesi.
Lo Spirito Santo ci è stato dato proprio per questo motivo: per portare i nostri pesi e le nostre preoccupazioni.
Allora, come possiamo dire di averlo ricevuto se non gli abbiamo affidato tutti i nostri pesi?
Pensateci: lo Spirito Santo non è lì assiso in gloria, ma abita qui in noi. E sta aspettando ansiosamente di prendere il controllo di ogni situazione nelle nostre vite, comprese le nostre afflizioni.
Così, se continuiamo ad avere paura, se siamo disperati, se mormoriamo, se ci facciamo sopraffare dall’ansia, allora non Lo abbiamo ricevuto come nostro consolatore, aiuto, guida, soccorritore e forza.
Forse obietterai: “Lo Spirito Santo ci è stato dato per darci la potenza di essere testimoni di Cristo”.
È vero, ma cosa comprende la nostra testimonianza?
Significa solo pregare per le persone?
No, la testimonianza al mondo è il cristiano che ha dato ogni peso allo Spirito Santo.
Come i Tessalonicesi, questo credente vede problemi sovrastanti tutto attorno, eppure ha la gioia del Signore. Confida nello Spirito di Dio per ottenere il conforto e la guida in ogni afflizione. Ed ha una testimonianza potente da dare al mondo perduto, perché è gioioso nonostante sia circondato dalle tenebre. La sua vita dice al mondo: “Questa persona ha visto la luce”.
Un cristiano così ha veramente “ricevuto” lo Spirito Santo, perché permette allo Spirito di provvedere tutto ciò di cui ha bisogno per vincere.
Un credente afflitto non è una testimonianza.
Considerate l’esempio della vita di Paolo.
Paolo, guardando la sua triste situazione – afflizioni, problemi, fame, persecuzione, freddo, nudità, imprigionamento, una spina nella carne, preoccupazioni ed ansietà per le chiese, attentati e complotti contro la sua vita – poteva dire solo questo: “E’ la fine. Non c’è via di scampo. Umanamente parlando, vedo solo una soluzione, e cioè la morte. L’unica via di uscita è morire ed essere con Gesù”.
Carissimi, Dio ha permesso ciascuna delle prove di Paolo. Ed ha costretto l’apostolo a non fidarsi di se stesso, ma confidare appieno nello Spirito Santo.
La Scrittura dice: “Avendo compiuto tutto il dovere, restare in piedi” (Efesini 6:13).
Ci viene detto, in effetti: “Siete esausti dopo tutti gli sforzi umani. Avete cercato di risolvere i vostri problemi da soli, e siete giunti al capolinea. Ora permettete a Dio di operare. Sarà Lui a darvi la liberazione, per mezzo dello Spirito che vive in voi”.
Ricevere lo Spirito Santo non è dimostrato solo da alcune manifestazioni emotive.
Ciò di cui sto parlando è ricevere lo Spirito attraverso una conoscenza tranquilla e sempre maggiore.
RiceverLo significa avere una luce sempre maggiore della sua potenza liberatrice, del Suo aiuto, della Sua provvidenza. Inoltre, lo Spirito Santo non si riceve appieno finché non ha il pieno controllo.
Non Lo abbiamo ricevuto se non gli abbiamo dato il pieno controllo.
Dobbiamo affidarci completamente alle Sue cure.
Esempio: gli angeli dovettero costringere Lot e la sua famiglia, strappandoli fuori da Sodoma.
Il piano di Dio era quello di liberarli nel processo di fuga. Li avrebbe nutriti, vestiti e si sarebbe preso cura di loro.
Ma, come tutti sappiamo, la moglie di Lot guardò indietro e morì, diventando una statua di sale.
Il messaggio dell’angelo fu chiaro: “Se vuoi che Dio abbia il pieno controllo, allora devi abbandonare le redini. Se cerchi la sua liberazione, devi lasciare i tuoi piani ed essere disposto a seguire la sua via”.
In breve, lo Spirito Santo non usa il Suo potere per liberare gli indecisi.
L’incredulità fa fallire la Sua opera.
Dobbiamo essere disposti a fargli operare i cambiamenti nella nostra vita, se questo è il modo che Dio ha scelto per liberarci.
Secondo me, molti credenti oggi non hanno sperimentato la liberazione perché continuano a tenersi i loro piani.
Ti chiedo: sei disposto a permettere allo Spirito Santo di guidarti?
Non lo hai ricevuto finché non gli avrai lasciato tutti i pesi che hai.
Ti esorto, prega ed elenca tutti i problemi che hai: “Eccoli, Spirito Santo. Ti affido questa situazione. E credo che la Tua potenza dimora in me. Non perderò il sonno per questo problema. Te lo affido”.
Allora fidati!
Devi semplicemente spostare gli occhi da questa tua condizione.
Sì, ci sono tenebre tutto intorno.
Ma hai visto la luce.
Sei disposto a credere che il Signore ti faccia uscire fuori da questo problema?
Credi alla Parola che ti ha dato: “Egli ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora” (2 Corinzi 1:10).
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