TROVARE COLPE NEGLI ALTRI
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?” (Matteo 7:3 – Vers. N.R.)
È strano come possiamo sorvolare sui nostri errori e sui nostri difetti, e come possiamo vedere chiaramente quelli altrui. Un vecchio scrittore afferma: “Gli uomini sono più pronti a usare lenti che specchi: lenti d’ingrandimento per vedere, belli grossi, i difetti degli altri invece di specchi per vedere i propri”. Un uomo può vedere un piccolo granello di polvere nell’occhio di suo fratello mentre rimane completamente incosciente della grande trave che si trova conficcata nel suo stesso occhio. Egli osserva il più piccolo difetto nel prossimo mentre sembra ignorare la propria colpa di gran lunga maggiore. Una trave nell’occhio di un uomo lo dovrebbe rendere così cieco da renderlo assolutamente incapace di vedere la pagliuzza nell’occhio altrui. Eppure, l’uomo con la trave è proprio quello che scorge la pagliuzza nell’altro e si crede competente ad estrarlo. È così nella morale. Nessun uomo vede così chiaramente un difetto in un altro come colui che ha lo stesso difetto, magari più grande. Un uomo superficiale è il primo a notare i sintomi di vanità in un altro. Una persona dal brutto carattere è pronta ad essere ipercritica verso chi si mostra intemperante. Un uomo egoista scopre perfino briciole di egoismo negli altri. Le persone maleducate sono le prime ad essere ferite e offese dalla condotta del prossimo. È così sempre. Se siamo rapidi a percepire i difetti e le colpe negli altri, c’è probabilità che vi siano di gran lunga più difetti e colpe in noi stessi. Questa verità dovrebbe renderci attenti a non eccedere nei nostri giudizi e a moderare le nostre censure, poiché in realtà stiamo esprimendo le nostre colpe. È più saggio per noi, ed anche in accordo con lo spirito di Cristo, trovare negli altri cose belle, e stare in silenzio riguardo alle loro colpe.
Adi
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