“Non parlate più con tanto orgoglio;
“Non parlate più con tanto orgoglio;
non esca più l’arroganza dalla vostra bocca;
poiché il SIGNORE è un Dio che sa tutto
e da lui sono pesate le azioni dell’uomo.” (1Samuele 2:3)
L’orgoglio. L’orgoglio è un’ostacolo più difficile da superare sul nostro percorso di crescita personale e ancor di più rallenta il nostro cammino spirituale. L’orgoglio non fa altro che avvelenare l’anima e la mente; l’orgoglio è una vera e propria malattia dell’io.
Ho letto di un maggiordomo di un imperatore che disse: “Non posso negare che il mio signore fosse altezzoso. In ogni cosa doveva mettersi in vista. Se andava a un battesimo voleva essere il bambino. Se andava a un matrimonio voleva essere lo sposo. Se andava a un funerale voleva essere il morto”.
Non ammette mai di aver sbagliato una propria azione, di aver detto una cosa non giusta e di non aver compreso qualcosa; insomma è la malattia della mancanza dell’umiltà ed è una malattia grave.
Ora azzardo un po’: chi è orgoglioso ha problemi alla schiena e alle articolazioni, che diventano rigidi nei movimenti perché il corpo manifesta la mancanza di umiltà, e quindi mancanza di elasticità, di elasticità interiore. E’ un atteggiamento molto triste, pericoloso per sé e per gli altri e purtroppo anche molto comune. L’orgoglio non lascia spazio alle novità della vita. Non permette di cambiare e di migliorare mai perché blocca la persona nella sua zona di confort, difendendo la sua scelta nella vita, difendendo persino la pigrizia, evitando il lavoro, trovando continue scuse, dando maggiore valore agli agi. Non accetta i cambiamenti, e pensa un po’…chi è orgoglioso potrebbe imparare una lezione di vita guardando un bruco, perché: “quello che il bruco chiama la fine del mondo, il saggio la chiama farfalla”. L’orgoglio non permette di ascoltare gli altri ma solo sé stesso e non fa ammettere di essere distratto e disattento, trovandosi spesso nei guai non ascoltando nessun tipo di consiglio. L’orgoglio porta ad un attaccamento della propria bellezza e al potere della seduzione. L’orgoglio, come già detto prima, non vuole ammettere di aver fatto una scelta sbagliata: prendiamo l’esempio del re Saul, che cominciò a convincersi che lui poteva essere al di sopra delle regole. Egli sviluppò una bassa opinione verso i comandi di Dio ed un’alta opinione di sé stesso. Pur messo a confronto con il suo comportamento sbagliato, egli cercava di giustificarsi e quello è il momento in cui Dio lo ha rifiutato. L’orgoglio porta ad essere il depositario della verità assoluta e gli altri sono tutti ignoranti al suo cospetto. L’orgoglio porta a voler fare tutto da solo senza chiedere l’aiuto di nessuno. L’orgoglio rende l’uomo cattivo, offensivo, volgare, giudicante, manipolatore, invidioso…e fa mancare all’uomo l’umiltà di chiedere perdono. È proprio l’orgoglio che porta alla guerra, ed il suo motto è: “Occhio per occhio, dente per dente”. Quando pensiamo solo a noi stessi e ai nostri problemi e vediamo che il nostro prossimo non sta vivendo come noi, diveniamo invidiosi e vogliamo, a tutti i costi, che anche l’altro soffra come noi. “Deve morire con me”, “Renderò la sua vita difficile quanto la mia”, “Gli toglierò tutto ciò che ha, perché non è giusto che lui sì e io no!”. Per l’orgoglio sono anche presenti i vari attentati.
L’orgoglio si manifesta nelle persone che hanno talenti e qualità che mettono al servizio degli altri ma non accettano di buon grado l’esistenza di entità superiore alla loro… quindi non accettano di lavorare in collaborazione con l’altro. Sembra un paradosso ma, purtroppo, sono presenti coloro che decidono di utilizzare i propri talenti come pare e piace, senza una direttiva, pensando di farlo per gli altri ma, in realtà, lo fanno per sé stessi. Hanno paura di perdere il loro potere nella collaborazione. Sapete che noi NON siamo dei lavoratori ma dei COLLABORATORI, cioè noi NON lavoriamo per Dio ma collaboriamo con Dio.
L’orgoglio porta a pensare sempre ai propri problemi. Una persona orgogliosa non pensa ai problemi e ai pesi degli altri, non ha tempo per loro né ha premura verso di loro e, pensando sempre a se stessa, non ha tempo di incoraggiare o di aiutare gli altri.
Chi sceglie di camminare secondo la carne, è per vivere per sé stesso; chi sceglie, invece, di camminare secondo lo Spirito, è per vivere esclusivamente per Dio. Chi sceglie di vivere nel peccato fa del torto a sé stesso, ama sé stesso e odia Dio.
Chi non teme Dio, chi non si sente impotente davanti a Lui, chi non si meraviglia per chi Dio è, è orgoglioso e non è consapevole della santità di Dio.
C’è bisogno di umiliare sé stessi per vivere per gli altri e per Dio. L’umiltà è vita entro i limiti, ascoltando la Sua parola con l’ubbidienza, includendo la libertà. Ma camminare e vivere oltre i limiti è orgoglio e porta alla morte, come accade a un pesce fuori dall’acqua.
Sceglierai di vivere all’ombra di Dio, o vorrà fare il forte di testa tua? Sarai umile o superbo? Sarai fedele a Dio o vorrai prevalere con la sua forza?
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