Crescere con Dio
Per capire meglio la nostra crescita con Dio, la Bibbia parla di cinque stati di maturità spirituale, che sono paragonabili ai diversi stadi del nostro sviluppo fisico: neonato, bambino, adolescente e adulto.
Per una crescita sana del Corpo di Cristo è molto importante capire bene questi cinque stadi. La nostra posizione come figli di Dio ci dà il diritto di avvicinarci al Padre, di pregare, di intercedere, di legare e slegare in ogni stadio della nostra crescita spirituale. L’autorità di essere un leader, invece, è riservata a chiunque viene nominato nel ministero del Signore Stesso. Questo accade nel quarto stadio della crescita.
Se non intendiamo bene queste cose viene ostacolato il nostro sviluppo spirituale e di conseguenza si possono presentare grossi problemi per la ‘leadership’ di una Chiesa, producendo addirittura delle divisioni.
Stadio 1: Neonati in Cristo: “Nepios”
Le parole in greco servono per indicare i diversi livelli di maturità, chiarendone il significato.
Ogni cristiano inizia da “nepios”.
Questa parola significa letteralmente “minorenne” e viene tradotto con neonato o bambino. In Ebrei 5:13 ed in 1 Corinzi 13:11 viene usato per i cristiani appena nati. Come i bambini piccoli, anche i giovani cristiani hanno bisogno di essere curati, guardati e nutriti. I giovani cristiani hanno fame di conoscenza e sono tentati di ‘mangiare’ tutto quello che capita. Di conseguenza è facile che siano ingannati e che credano in false dottrine. Dobbiamo stare soprattutto attenti all’insegnamento che diamo e non dobbiamo affidare loro responsabilità troppo grandi, come insegnare alla scuola domenicale o predicare durante i culti.
Come nella vita normale i neonati devono fortificarsi, così nella crescita in Cristo è necessario del tempo per imparare tante abilità. Paolo incoraggia a non rimanere “nepios”, ma a diventare adulti (1 Corinzi 14:20).
Stadio 2: Bambini: “Paidon”
Dallo stadio di neonati continuiamo a crescere e diventiamo bambini. Per indicare questa frase, che va dai tre ai dodici anni, si usa la parola “paidon” (1 Giovanni 2:13,18,28). Di Gesù e di Giovanni Battista sta scritto: “Intanto il bambino cresceva…” (Luca 1:80; 2:40).
I bambini desiderano imparare cose nuove: sono curiosi, vogliono conoscere il loro ambiente e toccare tutto. Scoprono di avere una propria volontà e cercano di farla prevalere; dal punto di vista spirituale questo vuol dire che la natura ribelle di Adamo cerca di venire fuori. Ci vuole tanta pazienza per far crescere ed educare un “paidon”.
Questo è il periodo nel quale i credenti conoscono il Padre e imparano a discernere il bene dal male. Siccome sono ancora facilmente influenzabili, positivamente o negativamente, hanno bisogno di tanta cura e di guida. Ma, spesso, una caratteristica dei “paidon” è che non vogliono essere guidati. Pensano di essere già arrivati e che non hanno bisogno che venga loro detto che cosa fare e che cosa non fare. I “paidon”, in questa fase, possono avere già qualche responsabilità. Ma non dategli una posizione di autorità o di conduzione. Purtroppo, in tante chiese, ci sono i “paidon” che hanno la responsabilità di diaconi o che partecipano già al consiglio degli anziani. Questo non fa bene al credente, né alla Chiesa. Questo stadio di “paidon” non si può definire in anni: senza il cibo giusto, senza l’insegnamento appropriato e senza la disponibilità a crescere, alcune persone non superano mai questa fase.
Stadio 3: Adolescenti e giovani: “Teknon”
Poco prima che Gesù lasciasse i Suoi discepoli li chiamava figliuoli (Giovanni 13:33). La parola che viene usata qui è “teknon”. Paolo usa la stessa parola quando dice: “Figli miei, che io partorisco di nuovo, finché Cristo sia formato in voi” (Galati 4:19). La parola “teknon” descrive l’adolescente o il giovane. La durata di questo periodo dipende da persona a persona. Durante questa fase la persona raggiunge la propria identità. Il giovane vuole pensare autonomamente e vuole essere considerato come un adulto, anche prima di esserlo veramente. Facendo un quadro generale di questo periodo, si può dire che gli adolescenti pensano di saper tutto e di poter agire autonomamente, ma in realtà hanno ancora bisogno di guida. Vogliono tanta gioia, divertimento, eccitazione, soldi e preferibilmente pure la macchina di papà, ma non vogliono la responsabilità e la sottomissione, che fanno parte dell’indipendenza. L’adolescenza può essere pericolosa. Se il giovane non ha ricevuto la giusta formazione da bambino, allora nell’adolescenza può venir fuori tanta ribellione. Gli adolescenti spirituali, “teknon”, hanno le stesse caratteristiche; ricevono i doni dello Spirito Santo, ma nello stesso tempo covano dentro di loro sentimenti di ribellione; pensano di essere maturi e per questo pretendono l’autonomia spirituale; vogliono avere compiti nelle Chiese prescindendo dalle responsabilità e dalla sottomissione che ne conseguono; non vogliono che venga loro detto quello che devono fare o come dovrebbero affrontare certe situazioni; la loro ribellione può essere paralizzante sia per loro stetti che per la Chiesa.
Miriam, Aaronne e Kore furono nella fase dei “teknon”, quando si ribellarono contro Mosè. Kore si ribellò e quando gli uomini si radunarono per contrastare Mosè, la terrà aprì la sua bocca e inghiottì Kore con i suoi. Lo stesso atteggiamento di ribellione riscontriamo oggi nelle nostre chiese; esso porta spesso a divisioni tra i membri. Alcuni “teknon” pensano: “Anch’io sento la voce del Signore. Se io fossi il pastore metterei a posto tutto qua dentro”. Si ribellano ai conduttori, vogliono fare le cose al loro modo e portano divisione.
In Luca 10:20 leggiamo che i discepoli erano più entusiasti del fatto che i demoni gli erano sottomessi e non del fatto che i loro nomi erano scritti nei cieli. Allo stesso modo i “teknon” sono più entusiasti delle dimostrazioni potenti e soprannaturali che di Dio Stesso.
I “teknon” possono avere uno spirito indipendente. Se gli chiedi dove vanno in chiesa ti risponderanno per esempio: “Una volta qua, un’altra volta là; vado da conferenza a conferenza, da seminario a seminario, da movimento a movimento, da predicatore a predicatore, di tutto un po’”.
I “teknon” spesso non cercano un posto dove servire, ma piuttosto una posizione. Senza considerare i forti sentimenti di paura e di tristezza che Gesù provò prima della Sua morte, i discepoli stavano discutendo chi era il più grande nei cieli. Per far capire loro ciò, Gesù prese una bacinella e un asciugamano e li lavò i piedi, dicendo: “In verità, in verità, vi dico: Il servo non è più grande del suo padrone” (Giovanni 13).
I credenti che si trovano in questa fase, tentano di evidenziare i loro doni. Pensano di saper profetizzare, di cacciare i demoni, di imporre le mani sui malati e di poter fare ogni cosa nel nome di Colui che li fortifica. Credono di essere in grado di portare avanti un ministero.
Tutti i figli di Dio, i “teknon” e i “nepios”, hanno il privilegio di far funzionare i doni spirituali. La loro capacità nell’usare i doni spirituali spesso li fa primeggiare, ma ciò non vuol dire che siano pronti per compiere il compito di un conduttore. Sono come dei tirocinanti e possono eseguire compiti di un leader, ma sottomessi ad un leader. Se viene dato loro troppo presto dell’autorità, potrebbero provocare dei problemi. Prima si deve sviluppare il loro carattere e allo stesso modo la loro crescita spirituale. Sono ancora molto sensibili all’orgoglio, alla presunzione e agli altri eccessi caratteriali. Purtroppo nel movimento carismatico tanti “teknon” sono stati “spinti” nel ministero e altresì in tante delle nostre chiese ci sono i “teknon” che hanno la responsabilità di anziani.
Stadio 4: Figli e figlie “Huios”
La Bibbia fa differenza fra “bambini” e “figli”. Non tutti i bambini sono figli: “Tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio” (Romani 8:14-17). Qui, la parola per “figli” è “huios”. Un “huios” è un figlio o figlia cresciuto/a e maturo/a.
L’“huiothesia”, una parola che deriva da “huios”, viene usata in alcuni versetti (Efesini 1:5; Romani 8:15) ed indica il momento in cui i “teknon” vengono adottati come figli. La parola “adottato” in questo contesto non indica l’adozione di un figlio da dei genitori, ma il passaggio da un figlio (che fa già parte della famiglia) alla posizione di un “huios”.
Un “teknon” diventa un “huios” quando Dio gli dice: “Adesso sei adulto! Ti concedo l’autorità e la responsabilità di pastore, di conduttore, di insegnante, ecc. Ti affido il ministero.”
Anche Gesù, crescendo e conoscendo sempre meglio il Padre, ha aspettato il suo giusto tempo. Egli ha imparato l’ubbidienza e cresceva in saggezza. Un versetto in Isaia indica il Suo sviluppo: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato” (Isaia 9:5). Qui si vede la differenza: “Sulle sue spalle riposerà l’impero”, poiché l’impero viene posto sulle spalle di un figlio adulto.
I Greci e i Romani avevano l’abitudine di dare a ogni bambino un insegnante, chiamato pedagogo, che lo educava ed allenava. Quando i bambini (“teknon”) erano pronti, allora si imbandiva una cerimonia per dargli un posto di autorità e di responsabilità, con tutti i diritti e i privilegi dell’essere figlio. Nella cultura ebraica questa cerimonia aveva luogo all’età di 13 anni, la stessa età di quella che si diventava sacerdoti (Numeri 4:43,47). Durante questa cerimonia il padre s’inchinava sopra al figlio e diceva: “Questo è mio figlio in cui mi sono compiaciuto”. Sono le stesse parole che Dio Padre pronunziò quando Gesù fu battezzato, il Suo “huiothesia”, dove Egli accettò Gesù come Figlio, Lo unse, Lo rivestì di autorità e Lo nominò nel Suo ministerio.
Anche noi siamo stati chiamati, ma una chiamata non ha lo stesso significato di una nomina. Per ognuno di noi il Padre ha riservato un periodo che vuole usare per insegnarci e prepararci per la nostra nomina come figlio adulto. La scelta è nostra se darGli spazio per completare questo periodo di formazione. Purtroppo, tanti non raggiungono mai il momento della nomina.
Stadio 5: Padri: “Pater”
Infine, avendo conosciuto sempre meglio il Padre, diventeremo a nostra volta “padri”. 1 Giovanni 2:13 parla di un credente che conosce i piani, le intenzioni e il cuore di Dio (il “pater”). Il profondo desiderio dei padri e delle madri spirituali è di moltiplicare, di educare, di preparare e di allenare fino al momento della presentazione di un “figlio adulto”. Per loro l’onore personale non ha importanza.
Il Corpo di Cristo ha pochi padri. Gordon Lindsay è uno dei più grandi esempi di un padre che il mondo abbia mai conosciuto. Servendo e stimando gli altri, li portò alla pienezza della loro chiamata per mezzo di ‘Christ for the nations’ (Cristo per le nazioni), l’organizzazione che egli fondò per portare giovani ministri alla pienezza. Egli stesso non compariva mai pubblicamente mentre aiutava altri leaders a promuovere i loro incontri. Sua moglie fa ancora oggi lo stesso lavoro.
Crescere con Dio
È ora che conosciamo le vie di Dio, che Gli permettiamo di formare il nostro carattere e di insegnarci i Suoi pensieri e la Sua volontà. Ma il nostro carattere non viene formato soltanto conoscendo le opere e la potenza di Dio. Ciò che forma il nostro carattere è anche servire, imparare ad aspettarLo e a superare le difficoltà. Ci costa tempo per conoscere Dio e le Sue vie.
Se Glielo permettiamo Egli formerà il suo carattere dentro di noi e ci insegnerà le Sue opere e le Sue vie; la Sua potenza e il Suo amore; i Suoi piani e il Suo cuore. Ci insegnerà come condurre senza comandare. Ci insegnerà a distinguere quali sono i tuoi “Isacco” e i tuoi “Ismaele”; i sogni e gli obiettivi che vengono da Dio e quelli che sono prodotti dalla tua carne.
La carne dovrà essere crocifissa. Solo quando certi aspetti della tua carne sono stati crocifissi, Dio ti potrà usare come Egli desidera. Dai a Lui tutti gli aspetti della carne, sii onesto e aperto, ma resta rilassato. Non devi precedere Dio. AspettaLo e restaGli vicino. Se Gli sei vicino, la tua nomina avverrà al momento giusto (“kairos”) e saprai, caro “teknon”, quando è giunto il tuo momento!
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