“Ma io vorrei parlare con l’Onnipotente, ci terrei a ragionare con Dio” (Giobbe 13:3)
Ciò che vogliamo sempre fare è cercare di parlare con Dio e ragionare con Dio. Ma non è possibile ragionare con Dio, in quanto la nostra ragione è molto limitata ed egoistica e presuntuosa. Questo far emergere il nostro punto di vista dinanzi a Dio, e il difendere in faccia a Lui il nostro comportamento è davvero un’offesa dinanzi a Lui. Alcuni interpretano che Giobbe facesse bene a mettere dinanzi a Dio la propria giustizia, in realtà è davvero un male. È propriamente una ribellione con la quale Giobbe reagisce alla pressione esercitata su di lui dalla mano di Dio. Il suo lamento non può assolutamente essere intesa come una preghiera di supplica, ma è una forma di protesta per il fatto che l’inafferrabilità di Dio gli impedisce di esporgli le proprie ragioni e di ricevere delle motivate risposte.
Non riconosciamo e, in realtà, non conosciamo bene la giustizia di Dio, e non facciamo altro che ritenere la propria giustizia superiore a quella di Dio, come se Dio non sapesse ciò è giusto, mentre noi si.
Il Signore disse a Giobbe: “Vuoi proprio annullare il mio giudizio?
Condannare me per giustificare te stesso?” (Giobbe 40:8), non è possibile fare una cosa del genere!
Non dobbiamo essere noi stessi a dichiarare che la sofferenza e la circostanza avversa o il fare ciò che Dio ci ordina sia giusto o no, quale diritto abbiamo noi di metterci contro di Lui e di condannare il Suo volere? Dio ha il diritto di fare ciò che vuole, e non dobbiamo mica chiederGli il permesso! Abbiamo la presunzione di chiederGli di ritirare da noi la Sua mano e di risponderGli “Che fai?”. Possiamo aver seguito fin ora fedelmente le Sue orme, possiamo essere tenuti sulla via senza deviare; possiamo non esserci allontanati dai comandamenti delle Sue labbra, e aver custodito nel nostro cuore le parole della Sua bocca. Ma la Sua decisione è una; chi lo farà mutare? Quello che desidera, lo fa; Egli eseguirà quel che di noi ha decretato. Il nostro compito, il nostro dovere e la nostra gioia è solo quello di camminare alla Sua presenza e di essere integri, punto. Qualunque cosa succeda, e qualunque cosa Egli abbia deciso di fare e di permettere nella nostra vita. Dio sà che il nostro corpo si disfa come legno tarlato, Dio sà quali sono le nostre sofferenze, Dio sà tutto! Perché è tutto secondo la Sua volontà. Non permettiamoci più di dichiararci giusti e saggi, deve essere Dio a decretare questo, ma continuamo a temere il Signore e ad allontanarci dal male. Solo Dio dovrà dire: “Ben hai fatto mio FEDELE e BUON servitore”. Pensate che Gesù stesso ci ha voluto dare un piccolo ma trascurato esempio: il giovane ricco lo chiamò “Maestro buono”, ed Egli dovette rispondergli che “nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Poi c’è un’altro esempio: Gesù non dichiarò di essere Figlio di Dio, ma ci fu un’altro che disse chi Egli fosse, cioè Dio, e sono i Suoi discepoli che riconobbero che Egli era il Messia, il Cristo, l’Agnello di Dio, così via dicendo. Il Suo compito e il Suo volere era solo quello di fare la volontà del Padre Suo.
Ah, questa presunzione superba dei propri meriti e del proprio valore!
Giobbe riconobbe di non aver capito nulla, di essere senza intelligenza permettendosi di offuscare il Suo disegno. Tutto ciò che Dio ha fatto,che fà e che continuerà a fare, è buono. Dio, l’Onnipotente, dispone ogni cosa secondo i Suoi misteriosi disegni. Ricordatevi che non la sofferenza in sé è il problema, ma il suo difetto di senso, e siamo noi che offuschiamo tutto.
La grande tentazione dell’uomo sapete qual’è? È questa: quando Dio non si conforma ai nostri programmi e non cammina al ritmo dei nostri bisogni, ma agisce secondo la sua libera volontà, abbiamo bisogno di fabbricarci un dio che risponda ai requisiti che gli attribuiamo, dimenticando che Dio è al di là di ogni concezione mentale.
Poveri di tutto, solo la morte ci manca, ma è questo che ci fa scoprire l’amore di Dio. Quando tocchiamo il fondo che ci attacchiamo all’essenziale, a Dio.
È inutile essere confusi davanti ai misteri della Sua sovranità. Chiunque crede in Lui non sarà mai confuso e mai deluso. Chi lo è, è perché non vuole sottomettersi alla Sua volontà e alla Sua sovranità. Dei proponimenti di Dio e dell’azione della sua sovranità, lungi dall’ispirarci terrore, ci deve infondere coraggio e consolazione.
La Sua sovranità non agisce separatamente dai Suoi attributi divini, ma è la sovranità di un Dio infinitamente saggio, giusto e misericordioso. Dio può farci passare per momenti bui, ma Lui stesso ci guida.
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