“Ci sia pace all’interno delle tue mura” (Salmo 122:7)
Le tue mura possono essere quelle della tua casa e quelle della tua comunità.
La pace è un bene da promuovere con il bene.
La pace scaturisce dall’obbedienza alle leggi di Dio. E’ scritto nella Bibbia, nel Salmo 119:165: “Grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c’è nulla che possa farli cadere.”
La pace è un obiettivo che vale la pena di perseguire. Troviamo scritto in Romani 14:19: “Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione.”
La felicità deriva dal coltivare relazioni pacifiche. Troviamo scritto in Matteo 5:9: “Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.”
Se non possiamo essere in pace l’uno con l’altro nel Signore, allora non offrire il nostro culto a Dio.
“Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.”; “Io dunque…vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri nell’amore, studiandovi di conservare l’unità dello Spirito nel vincolo della pace” (Romani 12:18; Efesini 4:1-3).
Il corretto e veritiero riconoscimento dell’altro è punto di partenza per l’amore e la cooperazione.
Se non c’è pace e amore all’interno, inevitabilmente c’è inimicizia, discordia, ira, divisione, ipocrisia, malizia, maldicenza. Ma attenzione: secondo voi perché è stato aggiunto l’ipocrisia? Perché è facilissimo simulare di avere buoni sentimenti o virtù quando in realtà non si possiedono. Il termine deriva al greco “hypokrisis”, che significa “chi agisce su un palcoscenico”. Se non è esternamente la divisione o l’inimicizia con l’altro, lo può essere indubbiamente internamente; e se, nel frattempo, agli occhi di tutti lo saluta dicendo: “Pace!”, sta bestemmiando, perché c’è pura ipocrisia.
E non a caso dopo l’ipocrisia segue la malizia e la maldicenza. Quando uno medita il male e sparla di una persona è anche perché nei confronti della “vittima” c’è ipocrisia. L’ipocrisia non fa altro che mostrare una bella maschera.
Quanto è facile simulare e fingere! E chissà da quanto tempo si convive con la finzione. Il, chiamiamolo, paradosso sapete qual’è? Che chi è ipocrita inganna prima sé stesso e poi gli altri.
L’ipocrisia non può assolutamente esserci nella vita del cristiano, e se essa dovesse essere presente, vuol dire che l’amore di Dio non è in lui, e neanche in parte…come qualcuno potrebbe pensare. Il cristiano non deve mostrare ma deve essere.
Se hai qualcosa contro il tuo prossimo, subito devi andare da lui e dire le cose come stanno, non una parte, ma TUTTO, e senza paura perché stai dimostrando di essere sincero. Non devi avere paura di non essere più accettato, anzi ben venga, almeno si è lontani da chi non ha l’amore di Dio. Non potrai fare altrimenti, se no avrai dei rimorsi e turbamento. Quando la necessità ci porta a usare parole sincere, cade la maschera e si vede l’uomo.
Nel frattempo, però, l’altro deve accettare la sua sincerità e trasparenza, non si deve sentire offeso, non si deve accendere d’ira, e non deve puntare il dito contro facendogli notare la trave che ha nell’occhio, perché agendo in questo modo non si rende conto della pagliuzza che ha nel proprio occhio e della mancanza di amore e di pace.
E mo come la mettiamo?
Fratelli e sorelle, siate umili.
Dalla polvere veniamo, rimaniamo polvere, e alla polvere torniamo. Dietrich Bonhoeffer scrisse: “Se disprezziamo il nostro fratello, il nostro culto non è autentico e pregiudica ogni promessa divina. Quando veniamo di fronte a Dio con il cuore pieno di disprezzo e in lite con il nostro prossimo, noi rendiamo il culto ad un idolo!”. Ricordiamoci che Dio non ascolta le nostre preghiere se non viviamo in pace con TUTTI, e non potrà adempiere le Sue promesse.
Chi ha l’amore di Dio nella propria vita comprende che non sa cosa l’altro sta vivendo, non sa il perché del suo atteggiamento, noi non conosciamo il cuore del nostro prossimo come Gesù, almeno che l’altro non lo rivela.
Una volta che non esistono più segreti o maschere, si vive più sereni e tranquilli.
Gli operatori di pace rendono le disposizioni della sapienza divina e del divino amore, ed è uno che diventa diffusore pace negli altri.
Nel luogo in cui si dimora, si devono instaurare rapporti di comprensione e d’amore con le persone con cui si vive e mantenendo viva la vita di preghiera all’interno della casa e comunità. Se c’è distruzione all’ interno vuol dire che manca Dio.
La pace di Dio è una ricchezza straordinaria che testimonia la Sua presenza nella nostra vita, ed il cristiano si comporta come Cristo.
Pace, amore e sincerità sono legate l’una all’altra.
Senza di questi il culto, un qualsiasi culto organizzato non potrà che essere un’esperienza di vuotezza, di solitudine e di aridità.
Lascia un commento