“Se io ho sacrificato qualcosa per Dio, allora, Egli mi farà quello che voglio.”
Vediamo questo pensiero in modo palese nella pratica del digiuno, come atto per avvicinarsi a Dio. In Isaia 58 troviamo scritto: “Mi cercano giorno dopo giorno,
prendono piacere a conoscere le mie vie,
come una nazione che avesse praticato la giustizia
e non avesse abbandonato la legge del suo Dio;
mi domandano dei giudizi giusti,
prendono piacere ad accostarsi a Dio. “Perché”, dicono essi, “quando abbiamo digiunato, non ci hai visti?
Quando ci siamo umiliati, non lo hai notato?”
Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi fate i vostri affari ed esigete che siano fatti tutti i vostri lavori.” (vv. 2-3). Dio rende noto l’impegno che queste persone avevano avuto per lui, ossia ciò che avevano fatto per cercare Dio, almeno in apparenza. Se vogliamo, possiamo riconoscere che si trattava di un grande impegno. Mostravano un serio impegno per conoscere le vie del Signore, per cui possiamo capire che cercavano di conoscere la parola di Dio, e di conoscere la sua legge e i suoi comandamenti.
Però, erano ipocriti. Tutto quel zelo, infatti, pur essendo buono in sé, non proveniva da un cuore puro, perché si lamentano per il fatto che Dio non sta li benedicendo come credono di meritare. Non si fa altro che agire per mettersi in mostra. Chissà quanti brontolano contro Dio come se avessero fatto tanto PER Lui mentre Lui non aveva risposto.
Solo se camminiamo con il cuore puro e con umiltà FORSE il Signore si prenderà cura di noi e ci benedirà come Egli vuole e avremo una risposta da parte Sua: “Allora chiamerai e il SIGNORE ti risponderà; griderai, ed egli dirà: Eccomi!” (Isaia 58:9)
Solo se togliamo di mezzo a noi l’oppressione per controllare altre persone per i propri interess; se cessiamo di puntare il dito accusatore agendo per allusioni o mettendo il coltello nella piaga; se poniamo fine a ogni calunnia e menzogna; se smettiamo di essere prepotenti, di cercare di screditare gli altri o di criticare per innalzare se stessi. Questo è il digiuno che Dio gradisce. Il vero digiuno non è mera questione di postura né una manifestazione esteriore di cordoglio. Il vero digiuno viene incontro alle necessità altri e al benessere familiare e produce delle benedizioni a livello personale: un nuovo inizio, un rinnovamento personale, la guarigione dalle ferite e dalle infermità del passato, sicurezza perché la Sua giustizia ci precederà e la Sua gloria e una relazione libera con il Signore. Un digiuno autentico ha in vista il rifiuto dell’agire perverso, la premura personale nei confronti del singolo individuo – chi non ha di che mangiare, chi non ha casa, chi non ha di che vestirsi – rinnovamento e stabilità, risorse sempre nuove, ripristino e continuità. Ciò che sembra una privazione – il digiuno – è un arricchimento, se vissuto nel senso indicato da Dio. Leggiamo Isaia 58: 7-12
“Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame,
che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?
Allora la tua luce spunterà come l’aurora, la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, la gloria del SIGNORE sarà la tua retroguardia.
Allora chiamerai e il SIGNORE ti risponderà; griderai, ed egli dirà: “Eccomi!”
Se tu togli di mezzo a te il giogo,
il dito accusatore e il parlare con menzogna; se tu supplisci ai bisogni dell’affamato, e sazi l’afflitto, la tua luce spunterà nelle tenebre, e la tua notte oscura sarà come il mezzogiorno; il SIGNORE ti guiderà sempre, ti sazierà nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai. I tuoi ricostruiranno sulle antiche rovine; tu rialzerai le fondamenta gettate da molte età e sarai chiamato il riparatore delle brecce, il restauratore dei sentieri per rendere abitabile il paese.”
Non sono i nostri sacrifici che ci rendono graditi a Dio. Piuttosto, è un cuore umile, che cammina per fede. Non possiamo meritare favore da Dio.
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