“Il ringraziamento prima di ogni pasto”.
Giovanni 6:11
“Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero”.
Secondo l’usanza ebraica, prima di sedersi a tavola per consumare il pasto, ci si lavava le mani invece, il lavaggio dei piedi, era un servizio che faceva il servo e in assenza del servo, il compito spettava al figlio più piccolo del padrone della casa.
Se consideriamo quel passaggio biblico che Gesù si mette a lavare i piedi (Gv 13:4-5), notiamo che nessuno aveva loro lavato i piedi ma tutti si erano lavati le mani, perché il lavarsi le mani era un dovere personale.
Se andiamo indietro nel tempo, leggiamo che Eliseo era servo di Elia e spettava ad Eliseo procurare l’acqua per il suo signore ma quando Eliseo dopo il rapimento di Elia, divenne egli il profeta di Dio, aveva alunni che imparavano a profetare e come servi spettava a loro procurare l’acqua per Eliseo (2 Re 3:11) e le mani, generalmente, venivano lavate anche dopo il pasto.
Nel Nuovo Testamento, il lavarsi le mani obbligatoriamente, aveva assunto le connotazioni di un rituale e Gesù, reagì contro la pura ritualizzazione di tale pratica (Mt 7:1-8).
Prima di consumare il pasto, si esprimeva una formula di ringraziamento; tradizionalmente di diceva: “Benedetto sei Tu, Yahvè nostro Dio, Re del mondo, che fai nascere il pane della terra”.
Forse, ma non possiamo affermarlo, è probabile che anche il Signore Gesù usò questa formula nella preghiera che rivolse al Padre quando sfamò ben 5.000 uomini più donne e bambini (Gv 6:11), proprio come nei secoli prima aveva fatto il profeta Samuele (Sam 9:13).
Quando si mettevano a tavola, in una casa ordinaria vi era una pentola comune per il cibo, che veniva posta su di una stuoia, attorno a cui i membri della famiglia si sedevano con le gambe incrociate e attingevano un sottile pane uno alla volta giacché non esistevano le posate.
Oggi il benessere di cui ci lamentiamo spesso, ci ha portato ad avere il nostro piatto personale, le nostre posate e non contenti di quanto Iddio ci provvede giornalmente, siamo insoddisfatti dimenticandoci persino di ringraziare il buon Dio nella forma che desideriamo meglio.
E scritto in Matteo 6:26
“Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?”.
Forse sarà buono che ci preoccupiamo di meno e ringraziamo Dio di più poiché esserGli riconoscente, è un dovere di ogni cristiano!
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