“Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca.” (Giovanni 3:30)
L’uomo non può ricevere nulla se non gli è data dal cielo. Fino a che continueremo a riflettere sulle caratteristiche della nostra personalità non potremo mai sentire la chiamata di Dio. Ci sono stati degli uomini i quali dissero di aver ricevuto dal cielo, mentre in realtà era soltanto orgoglio umano. Il loro “nucleo centrale” consiste sempre nello “strumentalizzare Dio per i propri fini, dando più importanza al successo o ai beni materiali.
Non dobbiamo quindi cercare di metterci in mostra davanti agli altri. Non possiamo ricevere nessun dono divino dagli uomini. Una semplice storia allegorica c’illustra meglio l’avvenuto. Due piccoli alberi crescevano, l’uno a fianco all’altro. A causa dell’azione del vento, s’incrociavano continuamente. Con il tempo, la corteccia d’ogni albero s’intaccò e la linfa cominciò a mescolarsi, fin, quando le due piante si fusero insieme. L’albero più forte a poco a poco assorbì la vita del più debole. Uno crebbe e diventò sempre più alto, mentre la cima dell’altro appassì progressivamente e si seccò. Ora alla base ci sono due tronchi, ma un’unica cima. La morte ne ha portata via una; la vita ha trionfato nell’altra. Molti cosidetti cristiani adorano ancora sè stessi, non Cristo. Usano quel Nome come un manto, ma nelle profondità del loro essere vi è l’idolo io. C’è stato, senz’altro, un momento in cui tu hai avuto un incontro con Gesù e il tuo cuore, non solo si è unito a Lui, ma è stato illuminato e benedetto. Dove ti trovi ora? La tua vita si muove parallela alla sua, mano per mano, oppure la tua mostra sempre più il tuo vecchio uomo di peccato? La gente vede giorno dopo giorno il carattere di Gesù e meno il tuo? La prima cosa da fare è rinunciare a noi; alla nostra mente, alle nostre scuse, alle nostre preferenze, ai nostri timori, alle nostre scelte, per seguire le orme del Figliolo di Dio. Puoi dire come l’apostolo Paolo “Sono stato crocefisso con Cristo e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figliuol di Dio il quale m’ha amato, e ha dato se stesso per me?” (Galati 2: 20). Il nostro obiettivo deve essere quello che animava Giovanni Battista, il quale disse di Gesù: “Bisogna che Egli cresca e che io diminuisca”. Abbiamo bisogno di imparare non solo di seguirLo, ma soprattutto di imitarLo. Non è vero che resta, soprattutto, tanta superbia? C’è indubbiamente bisogno di un nuovo cambiamento, di una lealtà più piena, di un’umiltà più profonda, affinché diminuisca il nostro egoismo e Cristo cresca in noi. Progredire in santità significa diminuire e andare avanti; innalzarci significa retrocedere rinunciando allo sviluppo della vita cristiana. La vera gioia dimenticarsi di noi stessi, è questo il segreto della vita.
“Ecco, io sono troppo meschino; io mi metto la mano sulla bocca” (Giobbe 40:4).
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