Sovranità divina e responsabilità umana non si escludono a vicenda essendo, al contrario, complementari.
La persona che vuole davvero conoscere e compiere la volontà di Dio impara come comportarsi rettamente, agire equamente, vivere onestamente, vale a dire scegliere il giusto cammino e tutte le vie del bene. La Parola ci insegna come pensare rettamente, come valutare correttamente, come discernere tra verità ed errore, come sviluppare sensibilità spirituale.
Molti stanno cercando di escludere la responsabilità umana avendo in mente il pensiero che tanto è Dio che opera, e stanno vivendo in ozio. Quando Dio ci chiede di camminare con Lui, mica ci prenderà per i capelli e trascinarci per la via. L’uomo ha sempre la sua responsabilità.
La Parola è piena di esortazioni nei confronti dell’uomo.
Ne cito qualcuna: “Il tuo cuore conservi le mie parole;
osserva i miei comandamenti e vivrai; acquista saggezza, acquista intelligenza… non dimenticare le parole della mia bocca e non te ne sviare; non abbandonare la saggezza, ed essa ti custodirà;
amala… Ascolta… inclina l’orecchio ai miei detti… Se cammini, i tuoi passi non saranno raccorciati,
e se corri, non inciamperai. Afferra saldamente l’istruzione, non lasciarla andare;
conservala, perché essa è la tua vita.. conservali… Custodisci il tuo cuore… Rimuovi da te…”
L’impegno comporta diligenza, la volontà di incanalare l’energia nelle proprie responsabilità. Questa diligenza comporta l’applicazione del cuore alla comprensione. Essa è paragonata all’accurata ricerca dei minatori per localizzare tesori nascosti come l’argento. Non bastano sforzi superficiali e disattenti, perché la saggezza richiede il massimo dell’applicazione. Invece di vivere secondo le proprie inclinazioni, il cristiano disciplinato sceglie di tenere la sua esistenza sotto controllo vivendo entro i limiti che Dio ha stabilito. Di certo la saggezza deve riempire la mente e trasformare le azioni, ma deve anche coinvolgere le emozioni e spingere la volontà a un impegno personale. Il cristiano deve non solo sapere cosa insegna la saggezza e fare ciò che essa comanda, ma deve anche amare ciò che la saggezza apprezza in modo che la sua vita sia modellata conformemente alla volontà di Dio.
La conoscenza deve essere trasformata in azione. La saggezza deve essere seguita con devozione e amata senza incertezze.
Per agire il cristiano ha bisogno di umiliare sé stesso, e deve intraprendere un’azione in risposta agli insegnamenti. Ma non dovrebbe considerare l’istruzione fine a sé stessa; essa dovrebbe coltivare il senso della riverenza per Dio e un’intima comunione personale con Lui.
Per il nostro bene non dobbiamo permettere che gli insegnamenti della saggezza si allontanino dai nostri occhi; al contrario, dobbiamo farne tesoro in fondo al cuore. Poiché le parole della saggezza sono e danno vita. Gesù disse: “Le parole che vi ho dette sono spirito e vita” (Giovanni 6:63). E sono salute per il corpo intero, perché liberano la persona dai peccati e dalle tensioni che causano tante malattie.
Le Sue parole ci sollecitano a presentare il nostro essere a Dio: cuore, bocca, labbra, occhi, piedi. Il cuore ci parla di vita interiore, della mente, dei pensieri, delle motivazioni. La mente è la sorgente da cui sgorgano le azioni. Se la sorgente è pura, il fiume che scaturisce sarà puro.
La nostra bocca, rimuovendo la perversità, ossia un modo di parlare disonesto ed equivoco. Le labbra, allontandole dalla falsità, ossia dalla conversazione non sinceramente né onesta.
Occhi, guardando e camminare dritto senza più cambiare direzione per commettere il peccato o qualcosa di indegno. Oggigiorno, che siamo continuamente bombardati dai mass media e da una pubblicità pensata anche per destare i nostri appetiti sensuali, dobbiamo imparare a tenere gli occhi fissi su Gesù.
Se stiamo attenti a ben preparare il sentiero della santità, tutte le nostre vie saranno protette e sicure. Di fianco alla strada maestra, a destra e a sinistra, corrono vie e sentieri laterali che conducono nelle tane del peccato. Restiamo fedeli a Gesù, nonostante le migliaia di voci che risuonano dal mondo. I cristiani riconoscono, ascoltano e seguono solo la voce di Cristo.
Quando siamo tentati di andare in un luogo, chiediamoci: “Che farebbe Gesù?”, “Vorrei che Gesù mi trovasse lì, se dovesse tornare ora?”. Ritiriamo il nostro piede dal male.
Colui che sta attento ai saggi avvertimenti sviluppa un profondo accorgimento; lo proteggeranno e lo impediranno di mettersi nei guai. La Parola di Dio è in grado di costituire un’adeguata protezione contro le seduzioni e le illusioni che imperversano ai nostri giorni. Per questo motivo Paolo esorta a Timoteo a tenersi ben stretto alla Parola: “Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia” (2Timoteo 3:14-16).
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