GRANDI INNI: HOW GREAT THOU ART – (GRANDE SEI TU)
In origine questo famoso inno era una poesia. Composta da un predicatore svedese di nome Carl Boberg, aveva per titolo “O Store Gud (O grande Dio)” e fu pubblicata nel 1886. Quando Carl Boberg scrisse questa poesia mai avrebbe pensato che sarebbe diventato un inno. Alcuni anni dopo, Boberg partecipando a una riunione rimase sorpreso nel sentire la sua poesia cantata sulle note di una vecchia melodia svedese. La melodia originale era diversa dalla melodia attuale.
K. Stuart Hine
Intorno al 1920, due missionari inglesi, K. Stuart Hine e sua moglie, ministravano in Polonia. E’ lì impararono la versione russa della poesia di Boberg, “O Store Gud”, sulla melodia originale svedese. Più tardi, Stuart K. Hine scrisse la versione inglese, HOW GREAT THOU ART, arrangiano la melodia della versione svedese, e quest’inno divenne subito molto popolare.
George Beverly Shea
Il Dott. J. Edwin Orr organizzò una settimana di conferenze in California, il cui tema era: “Non pensate quali grandi cose potete fare per Dio, ma pensare prima di tutto quali cose potete fare per un Dio così grande.” E “How Great Thou Art” fu cantato ogni giorno. La prima importante incisione di questo inno fu di Bill Carle, seguita da The Spencer Famiy, e poi da George Beverly Shea, solista nelle crociate dell’evangelista Billy Graham.
How Great Thou Art è diventato, secondo vari sondaggi in Gran Bretagna e in America, l’inno numero uno insieme ad “Amazing Grace. E’ considerato il brano evangelico più registrato da artisti cristiani, e anche da molti artisti secolari. Ha ricevuto due Grammy Awards.
Ci sono stati più di 1.700 registrazioni documentate di How Great Thou Art . E ‘stato utilizzato nei programmi televisivi più importanti, in film importanti, ed è stata la canzone gospel preferita da almeno tre Presidenti degli Stati Uniti.
Billy Graham ha detto di questo inno: : “La ragione per cui mi piace How Great Thou Art è perché glorifica Dio. Questo canto rivolge lo sguardo dei cristiani verso Dio, piuttosto che su se stessi. Io lo uso il più spesso possibile perché è un canto che onora Dio. “
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