Henry Francis Lyte (1793-1847)
ABIDE WITH ME (JESSY DIXON) O Dio d’amore…
Henry Francis Lyte (1793-1847) nacque a Ednam, in Scozia e studiò alla Royal School di Enniskillen e al Trinity College, Dublino, dove conseguì la laurea in teologia. Nel 1818 accadde qualcosa che nella sua vita ebbe un grande impatto spirituale, e che determinò un radicale cambiamento: la malattia e la morte di un suo grande amico e fratello, un caro e devoto pastore di nome Abraham Swanne.
“Sono stato fortemente influenzato da questo avvenimento, che mi ha portato a guardare alla vita e ai suoi aspetti con una visione diversa rispetto a prima; e ho iniziato a studiare la Bibbia, e predicare in modo diverso di quanto avessi fatto in precedenza”.
Compose numerosi inni, molto popolari in America, ma il più famoso fu l’ultimo da lui scritto: “Abide with me”.O Dio d’amore. Lo scrisse nel piccolo villaggio di pescatori, Brixham, Devonshire, England, nel Settembre del 1847. Da tre anni era ammalato di tubercolosi, e da 23 anni era pastore in quella piccola comunità. I medici gli consigliarono un periodo in Italia, in un clima più asciutto e mite, così quel pomeriggio di Domenica, nonostante la contrarietà dei suoi famigliari a causa delle sue precarie condizioni di salute, egli predicò il suo ultimo sermone, saluto i suoi amati fedeli e poi si avviò, passeggiando sulla riva del mare, verso casa. I suoi pensieri si dividevano tra ricordi e memorie della sua vita spesa nel ministero, e la consapevolezza delle sue critiche condizioni fisiche. Dopo questa passeggiata si ritirò nella sua stanza e le meravigliose parole di quest’inno fluirono nella sua mente. Dopo averle appuntate su un foglio di carte le affidò ad un suo caro amico.
Pochi giorni dopo lasciò l’Inghilterra per l’Italia, dove però non riuscì mai ad arrivare. Morì a Nizza, in Francia, il 20 Novembre del 1847. Durante il viaggio fece una revisione del testo che per lettera mandò a sua moglie. Rimane ancora oggi un capolavoro, un inno tra i più appezzati e che tanta consolazione e benedizione ha portato a chi lo ha cantato o ascoltato.
Un inno conosciuto in molte denominazioni, e si dice fosse il favorite del re Giorgio V nonché di Mahatma Gandhi. E’ un inno cantato in tutte le circostanze, e particolarmente nei funerali. Sul Titanic, i sopravvissuti hanno raccontato che l’orchestra, mentre la nave affondava, suonava quest’inno. Dal 1927, nell’incontro di calcio per la finale della coppa d’Inghilterra, quest’inno viene suonato prima dell’inizio della partita.
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