Io ho fede in Dio (Atti 27:25)
Se la nostra fede è poca, o limitata, non ci fermiamo, anzi diciamo al Signore: «Accresci la mia fede»
«Io ho fede in Dio» è una affermazione che può pronunciare solo chi ha fatto un incontro personale con Lui.
L’apostolo Paolo riconosceva la voce del Signore, infatti anche il giorno della sua chiamata sulla via di Damasco udì la voce del Signore e questa volta non era un angelo a parlargli in sogno.
Si sa che Dio parla anche per sogni, mediante visioni e rivelazioni.
Sono esperienze differenti tra loro e molto personali, come il sogno che fece Giacobbe che vide la scala fino al cielo (Genesi 28:12), come la visione del pruno per Mosé (Esodo 3:2-4) e le rivelazioni fatte a Giuseppe per consigliarlo di andare e tornare dall’Egitto (Matteo 2: 13-21).
Sono solo alcuni esempi.
Ma la Bibbia è piena di narrazioni che riguardano uomini e donne che hanno fatto simili esperienze, come la visione dell’angelo che ebbero le donne al sepolcro (Marco 16:5) e la rivelazione ricevuta dal vecchio Simeone (Luca 2:25-26).
La Parola di Dio ci parla ampiamente riguardo alla fede. In modo particolare nell’undicesimo capitolo dell’epistola agli Ebrei, riguardo alcuni dei personaggi dell’Antico Testamento.
Noi che viviamo nell’era della dispensazione dello Spirito Santo dobbiamo chiederci spesso: “Come è la mia fede”?
È bello affermare: «Ho fede in Dio» senza essere influenzati dall’apatia di quelli che ci stanno attorno.
Paolo si trovava in mezzo a gente inconvertita e probabilmente qualcuno di loro era anche un galeotto, però ebbe per ciascuno parole di conforto.
Fu come evangelizzare in mezzo alla tempesta, li incoraggiò mettendo in evidenza il consiglio che aveva dato loro prima di partire (Atti 27:9-10).
Gli uomini di Dio sono sempre di consolazione.
Paolo li assicurò dicendo: “Un angelo del Dio, al quale appartengo e che io servo, mi è apparso questa notte, dicendo: “Paolo non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te”. Perciò, uomini, state di buon animo, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto” (Atti27:23-25).
Fra i tanti aspetti della fede, simili a splendide sfaccettature delle realtà spirituali, ne consideriamo tre: la poca fede, la fede limitata e la fede illimitata.
La poca fede
Manifestiamo poca fede quando crediamo che il Signore può fare ogni cosa, ma non riusciamo a perseverare nel credere che veramente Egli lo farà.
Come accadde a Pietro: “Signore, se sei Tu, comandami di venire da Te sull’acqua” (Matteo 14:28).
Questa è una richiesta in fede, infatti stava realizzando la promessa, ma un attimo dopo si avvilì pensando di affogare.
Gesù gli venne incontro dicendo: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato”? (v. 31). Lo afferrò con la Sua mano e gli fece realizzare che aveva camminato sull’acqua.
Cari nel Signore, Gesù ci dà sempre una mano, anche quando abbiamo poca fede; è importante, anche se sappiamo di avere poca fede, non dire «non ho fede».
Gesù riprese i discepoli per la loro poca fede intorno alla mancanza del pane (Matteo 16:8).
Il padre del fanciullo lunatico aveva fede che Gesù poteva guarire suo figlio e si rivolse prima ai discepoli e successivamente a Gesù dicendo: “Sovvieni alla mia incredulità”, come per dire: «Aiutami a credere!».
Signore, aumentaci la fede!
La fede limitata
Si manifesta quando ci sono problemi da risolvere che, umanamente sembrano di impossibile soluzione.
Come per Zaccaria quando gli fu annunziata la nascita di un figlio “Da che cosa conoscerò questo? Poiché io sono vecchio e mia moglie è in età avanzata” (Luca 1:18).
Aveva pregato senza esito nel passato quando, era ancora giovane, per avere un figlio e forse si era rassegnato di fronte alla realtà dei fatti, ma il nostro Signore è l’Iddio dell’impossibile e la Sua potenza non è limitata. Il risultato dell’intervento di Dio fu che Elisabetta disse a Maria: “Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento” (Luca 1:45).
Anche Marta e Maria dimostrarono di pensare che la potenza del Signore fosse limitata quando dissero: “Signore, se Tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto” (Giovanni11:21,32), ma poi, per la potenza di Gesù, riebbero Lazzaro vivo.
La fede illimitata
Quando ci fu la fame in Samaria, Eliseo profetizzò la fine dell’assedio e della carestia (2 Re7), pur non sapendo come ciò sarebbe avvenuto.
Eliseo, che poteva dire come Paolo: «Ho fede in Dio», non ebbe paura di esporsi davanti ad un re impotente e senza fede.
Un altro esempio è quello di Mardocheo e della regina Ester, per mezzo della cui fede Iddio aprì la strada alla salvezza del popolo.
La fede illimitata non si ferma al primo ostacolo!
Per fede non si fermò la Cananea, per fede la folla non fermò la donna dal flusso di sangue; per fede la calca di gente non fermò i quattro che portavano il paralitico davanti a Gesù.
Il Signore vide la loro fede!
Per fede non si zittì il cieco di Gerico, per fede le percosse non avvilirono Paolo e Sila nel carcere, per fede il mare in tempesta non impedì la missione di Paolo, anzi, egli disse: «Ho fede in Dio».
Ci sono a volte degli ostacoli che cercano di far venire meno chi è determinato, come la grande pietra per le donne che andarono al sepolcro di Gesù. Queste, però, non persero la fede, anzi trovarono la pietra rotolata: è importante essere determinati, per fede.
Tre persone nell’evangelo meravigliarono Gesù per la loro fede: il centurione romano, la donna col flusso e la donna Cananea.
Cari nel Signore, se la nostra fede è poca, o limitata, non ci fermiamo, anzi diciamo al Signore: «Accresci la mia fede» affinché, possiamo dire come Paolo: «Ho fede in Dio».
Antonio Basile
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