Giuseppe (Carattere messo alla prova)
Testo di Lettura: Genesi 39; 40:1-4
Giuseppe non appare nella storia d’Israele come un re di quella nazione, eppure il suo carattere e la sua vita sono testimonianza di quelle attitudini, sentimenti e convinzioni che fanno parte di un ottimo governante. Non possiamo dimenticare neanche, ch’egli divenne vicerè di Egitto.
Per Giuseppe, è passato un lungo periodo da schiavo prima che diventasse governatore, e ha dovuto affrontare molte afflizioni, situazioni spiacevoli e subire delle ingiustizie. In tutti quegli anni la mano di Dio è stata con Giuseppe, e quest’ultimo ha dato prova della sua integrità morale e spessore spirituale. Questa lezione vorrà mettere in risalto l’aspetto del valore della fedeltà nell’avversità, il carattere che viene messo alla prova.
Non c’è nulla di prezioso che non sia prima provato. Le macchine e le attrezzature di qualsiasi genere vanno prima collaudate. I minerali, come l’oro, subiscono un processo intenso di raffinamento ed è così anche per la fede del credente 1 Pietro 1:6-7; Giobbe23:10; Proverbi 17:3; Isaia 48:10; 2Corinzi 8:8; Giacomo 1:2-3; 1Pietro 4:12; Apocalisse 2:10.
La prova delle amarezze
L’essere venduto come schiavo dai propri fratelli, fu una situazione, che avrebbe potuto produrre sentimenti di amarezza e di delusione nel cuore di Giuseppe. La sua vita è stata benedetta dal Signore, ebbe delle rivelazioni di Dio straordinarie riguardanti il suo futuro ma il suo presente era tutt’altro. Nella prova di essere venduto e respinto non smarrì la sua onestà, non considerò il fatto accaduto come una sciagura ma piuttosto decise di mettere la sua fiducia nel Signore. Il suo impegno nel servire Potifar con una buona attitudine di cuore dimostrò ch’egli credeva che Dio non lo aveva abbandonato Salmo 73:1-17,21-24,28.
La prova della tentazione
L’atteggiamento di Giuseppe nei confronti della moglie di Potifar fu esemplare e deciso. Non si è lasciato andare, mostrò autocontrollo e lealtà verso il suo padrone e verso Dio Genesi 39:8-9. Il metodo per eccellenza di fronte alla tentazione ci viene suggerito dall’apostolo Paolo, il quale scrive al giovane Timoteo: 2 Timoteo 2:20-22. Siamo consapevoli delle nostre debolezze e quindi dobbiamo vigilare con cura sul nostro cuore e sulla nostra condotta 1 Corinzi 10:12. Preghiamo che Dio ci dia, come ha promesso, sempre una via d’uscita 1 Corinzi 10:13.
La prova dell’ingiustizia umana
Giuseppe si trova all’improvviso in carcere, da una posizione di rispetto e di favore, ingiustamente, ora è in una condizione disagiata e spiacevole. Lui però non si dispera né se la prende con Dio; così deve fare il credente ponendo la sua causa nella sovrana giustizia divina Michea 7.7-8; Romani 12:19; Ebrei 10:32-34. Quest’ultimo verso richiama alla nostra attenzione come i primi credenti consideravano un onore soffrire per la causa dell’Evangelo. La loro fede in Cristo li aiutava ad accettare con più facilità certe ingiustizie.
La prova di onorare Dio in un ambiente non ideale
Non so come ci si può sentire motivati nel volere servire e onorare Dio dopo tutte le cose che Giuseppe ha subito, eppure, con gioia, in carcere si mette al servizio degli altri. Mi chiedo: ma io, riesco a servire gli altri e il Signore solo in condizioni ideali e perfette?.
Giuseppe, in carcere confidò nel Signore e Dio era con lui. Gli fece guadagnare il favore del governatore del carcere, il quale scoprendo le capacità di Giuseppe, gli assegna la cura anche degli altri prigionieri. È importante notare che la fedeltà e la fede di Giuseppe permisero al Signore di benedirlo 1 Samuele 2:30.
La prova di fare del bene e non stancarsi
Mentre Giuseppe si trova in carcere, il capo dei coppieri e il capo dei panettieri ebbero dei sogni, e Giuseppe diede ad entrambi l’interpretazione dei loro sogni. Al capo dei coppieri, l’interpretazione fu favorevole e Giuseppe gli chiese di ricordarsi di lui, però non fu così Genesi 40:12-15, 23.
Non sempre è facile continuare a fare del bene, quando ci si sente usati dagli altri e non considerati. Dio non dimentica il bene che noi facciamo, vale sempre la pena seminare il bene, perché al momento opportuno raccoglieremo anche del bene Galati 6:9-10; Matteo 25:34-40.
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