“Io mi sono taciuto”-George Wood
Mentre mi trovavo a Los Angeles mi recai al numero 875 di Bundy Drive e feci capolino dal recinto di ferro, verso la porta e il luogo dove Nicole Brown Simpson e Ronald Goldman furono assassinati il 12 giugno 1994. Chi li ha uccisi? Forse non lo sapremo mai. Qualcuno, però, lo sa. L’assassino e Dio. Nessuna parla. Non è forse questo un caso di evidente ingiustizia? Cose terribili accadono alla gente tutti i giorni; i colpevoli non vengono trovati, e il Signore se ne sta in silenzio. Ricordiamoci sempre che è buono che Dio mantenga il Suo silenzio sugli errori che ci vede commettere. Egli stesso afferma, infatti: “Tu hai fatto queste cose ed io mi sono taciuto”. Il Salmo 50 ci indica il giorno in cui “L’Iddio nostro viene e non se ne starà cheto”. Oggi Dio può sembrarci silenzioso. I malvagi prosperano; quelli che commettono crimini la fanno franca; i poveri sono annientati. Il dolore, la sofferenza, il male e l’avversità sono ingiustizie che piombano sulla testa dei giusti. Questo Salmo guarda oltre il tempo presente, al giorno in cui Dio manifesterà la giustizia finale e completa. Nel giorno del giudizio, tuttavia, gli ipocriti saranno svergognati. Essi possono aver onorato Dio con le labbra, ma la loro condotta ha manifestato disprezzo e inosservanza della volontà di Dio. Religiosi esteriormente, ma interiormente sleali, essi hanno preso proprietà e persone che non appartenevano a loro, mascherando le loro azioni con menzogne e inganni, pronunciando falsità persino contro i membri della loro famiglia quando ciò serviva ai propri scopi. Essi hanno pensato di sottrarsi alla riprensione di Dio. Il Signore afferma che Egli non agisce immediatamente per giudicare il peccato. “Io mi sono taciuto”. Il silenzio di Dio è dovuto al fatto che Egli vuole permetterci di essere noi stessi, per rivelarci chi siamo veramente. Talvolta applichiamo questi versetti agli altri piuttosto che a noi. Io? Un ipocrita? La mia condotta è incoerente con il carattere di Dio e la mia professione di fede? Ho commesso degli errori, ma quando Dio non mi ha punito ho interpretato la Sua mancanza di azione come una prova che Egli mi ha tacitamente compreso e giustificato. A questi ragionamenti il Signore risponde: “Tu hai pensato che io fossi del tutto come te?”. “Non è così”, dice Dio. “Io ti riprenderò e ti metterò tutto davanti agli occhi”. Un appuntamento è stabilito per ciascuno di noi davanti al tribunale di Cristo ( II Corinzi 5:10). In questa vita si decide quale verdetto Egli pronuncerà in cielo. In Gesù Cristo Dio porge un’offerta perché ci mettiamo in regola (II Corinzi 6:2). Noi possiamo lasciare i nostri peccati per appropriarci della Sua giustizia (Romani 8:21-26). In quel giorno potremo essere liberi da ogni condanna (Romani 3:31-34). Sappiamo che un giorno dovremo rispondere davanti a Dio per il tipo di persone che siamo oggi. Abbiamo una scelta da fare: essere tra coloro fra i quali non c’è nessuno che li liberi, o coloro ai quali è mostrata “La salvezza del Signore”. Perché aspettare un verdetto di colpevolezza quando il perdono, la remissione dei peccati e la purificazione sono a nostra disposizione?
George Wood
Lascia un commento